I: l'amore

 

 

    20 febbraio 2006 (PL)

 

 … Non perderemo mai l'umore, né i sorrisi, né la speranza” (1) I cubani e le cubane sanno a memoria i loro nomi ed i loro tratti del viso. Tanto semplici, quotidiani e grandi come il popolo al quale rappresentano con tanto orgoglio: René, Ramón, Antonio, Gerardo e Fernando. I cinque patrioti cubani che rinunciarono alle cose più care per difendere il loro paese da attentati terroristici.

Mi permettano di parlar loro dell'amore, da poco è passato il giorno di San Valentino. L'amore più profondo, il più intenso, quello che non appare nelle cartoline, né si raffigura nei poemi d'occasioni per una data fissata, quello che questi uomini evidenziarono quando decisero di addentrarsi nelle viscere del mostro per evitare i suoi crimini.

Quell'amore che fa inviare una lettera “ai figli che stanno per venire” di Gerardo ad Adriana. Quello che trasmette Fernando in 20 fogli alla sua Rosa, o quello che gli invia in disegni e poemi Ramón ad Elizabeth e alle sue bambine. Quell'amore enorme di René il quale privano perversamente di vedere ad Olga ed Ivette. Lo stesso amore per il quale Antonio Guerriero scrive al suo popolo “Ritornerò.”

Il popolo cubano sa molto sull'amore. Quello che fa condividere non quello che è in più, bensì quello che abbiamo tra coloro che più hanno bisogno di lui. Quello che corre a tendere la mano alla donna del Guatemala o al bambino del Pakistan. L'amore del sangue cubano versato in Africa e Vietnam.

Solo con un'enorme dose di amore ha potuto resistere per 47 anni all'inseguimento più tremendo e sostenuto della storia, e rispondere ad ogni provocazione, con l'altezza e dignità con che lo fa questo popolo.

L'intellettuale Carlos Frabetti dell'Associazione contro la Tortura, rifletteva in un colloquio realizzato a Madrid nei giorni scorsi sull'amore che risveglia questo popolo in persone di tutto il mondo. Lui parlava dell'eroicità come pratica quotidiana del popolo cubano nella sua necessità di difendersi dalle aggressioni ed il blocco degli USA. Questo lo portò a pensare che in Cuba si dà un fatto inusuale: la socializzazione dell'eroismo o l’eroizzazione della società.
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I cinque, sono la migliore espressione dell'amore di questo popolo all'umanità. Senza una sola pallottola, senza armi letali né bombe. A forza di capacità riuscirono a scoprire ed evitare decine di attentati criminali delle organizzazioni terroristiche di Miami che pianificavano fare esplodere in plenum volo tra altre azioni, aeroplani di linea strapieni di nordamericani e cubani.
(3) Il governo degli USA, invece di ringraziare per l'azione eroica ai Cinque cubani, come sono conosciuti nel mondo, li rinchiuse senza pietà in prigioni di massima sicurezza e li disperse per tutta la geografia statunitense.

Tutte le aberrazioni possibili si sono commesse contro di loro. Sono 26 le enormi violazioni ai loro diritti, la Costituzione nordamericana ed il diritto internazionale. Dallo scherzo del giudizio a Miami alla reclusione brutale nel "buco", la tomba, la scatola, per quasi 600 giorni e notti.

Non contenti con averli condannati alle condanne più atroci, aumentarono con le loro famiglie, estendendo l'odio verso donne di tre generazioni. La crudeltà infinita applicata ad ognuno di loro non ha limiti. Il danno causato a questi uomini, le loro madri, mogli e bambine già si è compiuto, solo potrebbe trattenersi col metterli in libertà immediata.

Nel frattempo il gran colosso del Nord forgia la libertà di Posada Carriles, il criminale più grande del nostro emisfero e continua dilatando la sua reclusione.

Di che lotta contro il terrorismo può parlarci Bush? Con che morale può dirigerci una sola parola che giustifichi la sua guerra di predatore senza fine e l'impunità a criminali confessi come Posada Carriles? Come è possibile che questi fatti succedano nel paese che pretende di dettare cattedra di democrazia e diritti umani a tutto il continente?

In questi giorni, dove tanti intellettuali del mondo si diedero appuntamento a L'Avana, Magali Llort madre di Fernando ed Olga Salanueva moglie di René, ebbero occasione di conversare con alcuni sull'ingiusta situazione che attraversano. Uno degli intellettuali non ha potuto finire di ascoltare il racconto, con lacrime negli occhi chiese scusa e si ritirò.

Il resto fece un enorme silenzio seguendo ogni parola. Quindi cominciarono a domandare che cosa potevano fare per aiutare. Semplicemente dire la verità. Quella verità che il governo degli Stati Uniti pretende occultare, risposero i parenti.

Questo 14 febbraio è trascorso in modo differente. Per il settimo anno queste donne amorose ed i loro mariti non potranno darsi il bacio, regalarsi il sorriso, né guardarsi negli occhi.

Domandai alle mogli come si sentivano in un giorno tanto speciale. Oltre l'ingiustizia che soffrono notai un'enorme dolcezza, serenità e fiducia in se stesse, quella che deriva dall’anima più profonda dell'essere umano al sapere che hanno la verità, la ragione e l'amore del popolo dalla loro parte.

Nel giorno di San Valentino, un'altra volta la giustizia nordamericana dirimerà il destino di cinque innocenti, cinque uomini che portano dentro di loro il decoro di molti uomini” e che non dovettero stare mai un solo secondo incarcerati.
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(1) l'Amore e l'Umore tutto lo possono. Pag. 9, Gerardo Hernández Nordelo, uno dei Cinque antiterroristi cubani.

(2) fondazione Cultura e Progresso, Paco Bernal, Esposizione-conferenza sui Cinque. Madrid, 10 Febbraio di 2005.

(3) intervento di Fidel nella Tribuna Antimperialista José Martí facendo conoscere la lettera che inviasse attraverso García Márquez al governo nordamericano su quell'importante denuncia, 20 di Maggio di 2005.

(4) José Martí.

 Graciela Ramírez-preso da Resumen Latinoamerican