AD ATLANTA

I: aprite il passo 

alla giustizia!

 

 L.Perez Navarro 15 febbraio '06

 


Atlanta ieri, 14 febbraio, è stata al centro degli sguardi di tutti coloro che nel mondo lottano per la causa dei Cinque Patrioti cubani sequestrati nelle prigioni degli USA, per aver combattuto contro il terrorismo. Lì è avvenuta l’udienza orale nella quale il pubblico ministero e la difesa hanno apportato i loro argomenti di fronte al plenum di giudici dell’11º Circuito della Corte d’Appello dopo la richiesta non abituale di riconsiderazione, da parte del governo degli Stati Uniti, della precisa sentenza emessa nell’agosto scorso da tre giudici di questo stesso tribunale, che ordinava un nuovo processo in una sede differente da Miami.

 

In poco più di un’ora - la durata di tutta la sessione - la Difesa ha riferito ancora una volta le manipolazioni di questo caso e l’impossibilità di svolgere un processo giusto a Miami. Il pubblico ministero ha espresso pochi argomenti e non ha nemmeno usato tutto il tempo che aveva a disposizione.

 

Adesso si dovrà attendere la decisione del Plenum perchè non esiste un termine legale.

 

“Io spero qualcosa di buono con questa decisione, perchè è la sola cosa giusta che può fare la Corte”, ha detto l’avvocato Richard Klugh, per telefono,  in contatto con la quotidiana Tavola Rotonda Informativa della TV e la radio di Cuba.

 

Da Atlanta, Roberto González, avvocato e fratello di René, ha definito a sua volta positiva la sessione che si è svolta con la presenza di 12 dei 13 giudici previsti. Egli ha detto anche che i giudici sono stati abbastanza attivi, hanno fatto diverse domande e che la difesa ha risposto molto bene. 

 

“Abbiamo superato bene l’esame e, in un bilancio generale, abbiamo fatto una figura sicuramente migliore di quella del governo”. 

 

Roberto González ha sottolineato le difficoltà del pubblico ministero per rispondere alle domande dei magistrati, soprattutto a proposito di quelle relative alla sede del processo. 

 

Intervenendo nella Tribuna, i giornalisti Arleen Rodríguez, Reinaldo Taladrid e Lázaro Barredo, direttore di Granma, con  il dottor Rodolfo Dávalos, professore titolare della facoltà di diritto dell’Università dell’Avana, hanno segnalato  favorevole la presenza nel plenum di due dei tre giudici che nell’agosto del 2005 emisero la sentenza di 93 pagine che dimostra l’esistenza  a Miami di una vera e violenta tormenta  attorno al processo dei Cinque Patrioti cubani che ha impedito la realizzazione in questa città di un processo giusto e imparziale.

 

È stato posto in evidenza l’impatto dei due Amicus presentati da prestigiose organizzazioni giuridiche degli Stati Uniti, interessate a che si faccia giustizia e che siano rispettati un giusto processo e i diritti costituzionali di Fernando, Ramón, Gerardo, Antonio e René.

 

All’importante appuntamento hanno partecipato avvocati e note personalità di diverse parti del mondo, oltre ai membri del comitato di solidarietà Free the Five, degli USA. È stato obbligatorio concedere più spazio nella sala per il numeroso pubblico accorso per assistere all’udienza.   

 

La destra reazionaria di Miami continua a fare l’impossibile per nascondere la verità e per rallentare la giustizia nel caso di questi Cinque Combattenti anti terroristi e per impedire che il processo si svolga al di fuori della città. Sembra un paradosso, ma chi fa più pressione  per questo vuole che invece i noti terroristi Santiago Álvarez  e Osvaldo Mitat vengano processati proprio a Miami, il covo della controrivoluzione e del terrorismo nella Florida.

 

Questo è il grado di spudoratezza con cui attua la procura a Miami, è stato affermato.

 

La scrittrice e giornalista argentina Stella Calloni, ha partecipato alla Tavola Rotonda e ha sottolineato il coraggio dei Cinque Patrioti: “Nell’affrontare il terrorismo proprio nella stessa bocca del lupo, in questa Miami così vincolata all’Operazione Condor. Loro sono la nostra causa, non solo la causa di Cuba, ma la causa di tutti! La gente comprende sempre più perchè è così importante che questi uomini siano liberati e ritornino dalle loro famiglie e nella loro Patria”!