Il grido di "Liberate i Cinque" é

risuonato per le strade di Washington

 

25 settembre 2006 - D.F.Mexidor www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

 

"Abbiamo partecipato ad un avvenimento storico" hanno espresso i dimostranti che, questo sabato, per più di tre chilometri, hanno percorso le più centrali strade di Washington in appoggio alla causa dei Cinque antiterroristi cubani, prigionieri da otto anni nelle carceri dell'impero.

I manifestanti, con il costante grido di "Free, Free the Cuban Five", in quella che é stata la prima manifestazione di questo tipo negli Stati Uniti per esigere la scarcerazione dei Cinque,  hanno contribuito  alla Giornata Mondiale di Solidarietà a beneficio di questa causa.

In dichiarazioni a Granma, l'attivista Gloria La Riva ed Andrés Gómez hanno precisato che per partecipare alla marcia sono giunti da New York, Washington, Filadelfia, Boston, Chicago, Los Angeles, San Francisco, Ft. Lauderdale, ed inoltre, dagli stati dell'Ohio, New Jersey, Maine, Connecticut, Nuovo Messico, Oregon, Tennessee e Kentucky. "Ma la presenza più grande fu della comunità cubana di Miami, Tampa e Cayo Hueso" hanno segnalato.

La pacifica protesta contro l'ingiustizia, commessa in questo caso, aveva anche lo scopo di denunciare il tentativo dell'amministrazione Bush di liberare il terrorista Luis Posada Carriles e si é protratta, per un'ora, di fronte alla Casa Bianca.

 

 

Manifestazione davanti

 

alla Casa Bianca

 

• Si esige l’immediata liberazione dei Cinque cubani

 

22 settembre 2006 - www.granma.cu

 

 

 

 

 

Molti membri di diverse organizzazioni civili reclameranno sabato 23 di fronte alla Casa Bianca la liberazione dei Cinque antiterroristi cubani prigionieri degli Stati Uniti, accusati di delitti mai provati davanti alla Giustizia.

 

“Sono Cinque uomini che hanno operato nel territorio nordamericano con la missione di combattere il terrorismo e niente più”, ha affermato giovedì 21 in una conferenza stampa Gloria della Riva, coordinatrice del Comitato Nazionale per la Liberazione dei Cinque.

 

La protesta del 23 settembre è una delle attività organizzate dal gruppo per denunciare il processo ingiusto inflitto ai 5, nel quale pesarono più le motivazioni politiche che quelle legali.

 

Tra le organizzazioni che si daranno appuntamento a Washington c’è la Coalizione ANSWER (Agire Ora per Fermare la Guerra e il Razzismo), che in pochi giorni ha ricevuto centinaia di risposte alla convocazione per la marcia.

 

Dal 1998, Ramon Labañino, René González, Antonio Guerrero, Gerardo Hernández e Fernando Gonzalez sono in prigione. Nel processo svolto a Miami nel 2001, una giuria, orientata dai settori dell'estrema destra cubano-americana, li ha dichiarati colpevoli. I Cinque  hanno sono stati condannati  a severe pene che vanno da 15 anni a un doppio ergastolo.

 

I Cinque, come sono conosciuti nelle campagne internazionali per la loro liberazione, in realtà stavano realizzando missioni di controllo dell’operato dei gruppi terroristici di Miami, responsabili della morte di più di tre mila cubani in quasi quattro decenni.

 

In quell’ambiente  ostile, un gruppo di emigrati cubani progressisti ha   riscosso più di 30mila dollari nel primo semestre del 2006 per promuovere la campagna che esige la loro scarcerazione.

 

Di recente, Andrés Gómez, dirigente della Brigata Antonio Maceo, ha assicurato che i manifestanti di Miami sono motivati dal sacrificio dei Cinque, che hanno protetto il popolo cubano e i cittadini degli Stati Uniti dai pericoli  delle azioni pericolose pianificate dalle organizzazioni terroristiche della Florida.

 

“Dopo la recente decisione del Plenum del Tribunale di Appello dell'Undicesimo Circuito di negare lo svolgimento di un nuovo processo, sentiamo il dovere morale di protestare di fronte alla Casa Bianca per esigere la loro libertà”, ha segnalato Gomez nel comunicato.

 

La Nazione dell'Islam, una forte istituzione della comunità nera degli Stati Uniti, ha confermato la sua presenza nella manifestazione di sabato.

 

Chris Banks, uno dei coordinatori della marcia, ha precisato che nel suo ufficio sono arrivati molti messaggi di sostegno da New York, Eugene, Tampa, Los Angeles, San Francisco, El Paso, Nashville, Bufalo, Chicago, Virginia e dalla Carolina del Nord.