Alarcón ha esortato a rompere

 

il muro di silenzio sui

 

 

Avana 12 maggio 2006  Juan Diego Nusa Peñalver (AIN)

 

 

    30 marzo 2006

 

 

Ricardo Alarcón, presidente del Parlamento di Cuba, ha esortato ad una lotta senza tregua per rompere il muro di silenzio attorno al caso dei Cinque Eroi dell’Isola prigionieri negli Stati Uniti per aver combattuto il terrorismo anticubano nel sud della Florida.

 

Il leader parlamentare della Maggiore delle Antille ha presieduto una cerimonia in onore dei nordamericani Alicia Jrapko e Bill Hackwell, membri del Comitato Nazionale ‘Free The Five’ (Libertà per I Cinque), che lotta per la scarcerazione di Gerardo Hernández, René González, Ramón Labañino, Antonio Guerrero e Fernando González.

 

Alarcón ha segnalato che Jrapko e Hackwell sono meritevoli del riconoscimento e vengono considerati parte della famiglia della nazione per il loro appassionato appoggio alla liberazione di Gerardo, René, Ramón, Antonio e Fernando, condannati nel dicembre 2001 ad un totale di quattro ergastoli e 75 anni di prigione, dopo un processo-farsa celebrato a Miami.

 

Ha denunciato la cappa di silenzio stesa su questo caso dalla grande stampa nordamericana, perforata dai canali alternativi d’informazione, cosa che indica l’importanza di insistere in questa lotta.

 

"La verità troverà il modo di venire a galla e la giustizia trionferà", ha puntualizzato il presidente del Parlamento cubano, il quale ha spiegato che non c’è nessuna novità nel processo d’appello ai Cinque, i cui fascicoli sono attualmente all’esame dei 12 magistrati della Corte dell’XI Circuito degli Appelli di Atlanta.

 

Jirapko, che è d’origine argentina, si è detto grato per il riconoscimento ed ha manifestato che – assieme agli eroi cubani – ha imparato a resistere. "Siamo sicuri che torneranno", ha sentenziato.

 

I familiari dei Cinque hanno partecipato all’incontro, svoltosi nella Casa dell’Amicizia.

 

Gerardo, René, Ramón, Antonio e Fernando vennero arrestati il 12 settembre 1998. Erano riusciti ad infiltrarsi in gruppi terroristici d’origine cubana in Florida, con l’obiettivo di prevenire atti criminali non solo contro l’Isola, ma anche contro il popolo nordamericano.

 

I Cinque vennero condannati nel 2001 a smisurate ed ingiuste pene e confinati nelle carceri di diversi stati nordamericani.

 

La Difesa ha presentato ricorso contro le sentenze di fronte alla Corte dell’XI Circuito degli Appelli di Atlanta. Una ‘troika’ di giudici della Corte, dopo una minuziosa revisione dei documenti, ha annullato il 9 agosto 2005 il verdetto di condanna, ordinando la celebrazione di un nuovo processo.

 

Questa decisione è stata preceduta da quella del gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulle detenzioni arbitrarie, che ha considerato una di queste la prigionia dei Cinque.

 

Nonostante ciò l’Amministrazione USA, sadicamente accanita a prolungare la carcerazione di questi patrioti, ha chiesto ai 12 giudici nel plenum di Atlanta di rivedere il caso, udienza orale svoltasi il 14 febbraio e la cui sentenza sta per essere emessa.