La situazione dei discussa al

Comitato dei diritti umani dell’ONU

 

 

    14 marzo 2006 (PL)

 

Il caso dei Cinque cubani sequestrati illegalmente negli Stati Uniti con delle violazioni commesse durante il loro processo a Miami, è stato denunciato nelle Nazioni Unite dalla giudice Claudia H. Morcom, una professionista pensionata del Circuito della Contea Wayne, di Detroit, in Michigan, che ha parlato ai membri del Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite nella sede di New York, con l'auspicio dell'Associazione Internazionale degli Avvocati Democratici.

 

La Morcom, a nome dell'Istituto delle Libertà Civili Meikejohn, ha presentato un'attestazione a proposito del rispetto e del compimento degli Stati Uniti della Convenzione Internazionale dei Diritti Civili e Politici e con altri trattati vincolati alla Guerra contro il Terrorismo.

 

Nel suo intervento, la Morcom ha detto che il gruppo di lavoro sulle Detenzioni Arbitrarie della Commissione dei Diritti Umani aveva ricevuto le informazioni sugli arresti, la detenzione e le condanne inflitte ai Cinque cubani, da parte dei loro avvocati, dal governo cubano e dai familiari.

 

Questo organismo delle Nazioni Unite, ha detto, ha concluso che la detenzione di questi 5 cubani è arbitraria e viola l'Articolo 14 della Convenzione Internazionale dei Diritti Civili e Politici, della quale sono parte anche gli Stati Uniti.

 

La giudice ha spiegato chi sono questi prigionieri e di che cosa sono accusati ed ha segnalato che sono arrestati a Miami, in Florida, nel settembre del 1998 con 26 accuse di violazioni delle leggi federali degli Stati Uniti, 24 minori, dette "offese tecniche".

 

Nessuna delle accuse includeva azioni di violenza negli Stati Uniti, l’uso di armi o danni alle proprietà. I Cinque arrivarono negli Stati Uniti da Cuba dopo anni di azioni violente perpetrate nell’Isola da parte d’una rete di terroristi esiliati del regime di Fulgencio Batista, sempre tollerati e protetti dai successivi governi statunitensi.

 

Per 40 anni questi gruppi sono sempre stati vincolati a violente campagne contro il governo cubano ed il presidente Fidel Castro; sono coloro che hanno fatto esplodere con una bomba un aeroplano civile cubano nel 1976, che uccise 73 persone innocenti.

 

La giudice Morcom ha sottolineato che la violenza. l’omicidio, le minacce ed anche le bombe furono usate dai gruppi di Miami contro chiunque parlasse favorevolmente di Cuba e del suo presidente. Ha riferito i circa 600 tentativi di assassinio di Fidel Castro ed i voli illeciti eseguiti sul territorio cubano, con aerei provenienti da Miami.

 

La Morcon ha assicurato che la missione dei Cinque non era ottenere segreti militari degli Stati Uniti. " Stavano cercando di scoprire le attività terroristiche e mercenarie per impedire l’esecuzione di quelle minacce contro Cuba", ha precisato.

 

Per questo motivo l'arresto e il processo fatto a questi Cinque uomini per i loro tentativi eroici di fermare il terrore sono stati ingiusto ed hanno violato tutti i trattati dei diritti umani.

 

Inoltre la giudice ha smascherato la duplicità e l’ipocrisia della detta "guerra contro il terrorismo" degli Stati Uniti ed ha sottolineato la protezione che si concede a Miami a quei terroristi dichiarati come Orlando Bosch e Luis Posada Carriles, le cui attività erano note e perdonate dal governo di Washington.

 

Ha denunciato il terribile isolamento di 17 mesi inflitto ai Cinque dopo il loro arresto, il limitato accesso dei loro avvocati per preparare la difesa e il rifiuto di cambiare la sede, nonostante fosso noto che l'atmosfera di Miami impediva sicuramente un processo giusto ed una giuria imparziale.

 

La giudice Marcom ha detto ancora che la condanna dei Cinque è stata presentata dalla difesa nell'Undicesimo Circuito della Corte d’Appello di Atlanta nell’agosto scorso e che tre giudici del gruppo hanno confermato la convinzione che le sentenze inflitte ai Cinque non derivavano da un processo equo.

 

Quel processo era manipolato, ha detto la Morcon che ha citato le dichiarazioni di Leonard Weinglass, uno degli avvocati dei Cinque.

 

Weinglass a su avolta ha sostenuto che questo caso è uno dei pochi nella giurisprudenza degli Stati Uniti che include tanta ingiustizia, nel territorio dell’Unione e all’estero.