La decisione non è la

 

 

conclusione del caso

 

Ha affermato, in conferenza stampa, Leonard Weinglass, componente del team di Difesa dei Cinque

 

 

11 agosto 2006 - J.G.Allard www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

 
"Questa decisione non è la fine del caso" ha sottolineato l'avvocato nordamericano Leonard Weinglass, in una conferenza stampa telefonica dagli Stati Uniti, commentando la decisione della Corte di Atlanta di revocare la sentenza di tre giudici, della stessa istanza giudiziale, che riconosceva il carattere ostile di Miami come sede dei procedimenti di questo caso, ordinava la realizzazione di un nuovo giudizio e revocava le condanne imposte ai Cinque antiterroristi cubani imprigionati in quel paese.

Durante la conferenza, il giurista ha indicato che ancora rimangono nove temi addizionali pendenti davanti alla corte originale, composta dai tre giudici.

Tuttavia, i difensori dei Cinque possono decidere di portare il caso alla Corte Suprema degli USA "Se si fa o no, si deciderà la settimana che viene, quando i sei avvocati che lavorano al caso avranno analizzato le 120 pagine delle motivazioni" ha spiegato il prestigioso avvocato.

"Se decidiamo di andare al Supremo avremo 90 giorni per perfezionare il nostro sollecito di appello. Allora, il Governo (la Procura) potrà rispondere o no. E dopo dovremo aspettare la decisione della Corte" ha precisato.

L'opinione emessa dall'Undicesimo Circuito della Corte

Il giudice Samuel Lewis saluta affettuosamente il "capitano Arana", José Basulto, entrambi compiaciuti al termine del giudizio contro i Cinque Eroi

 di Appello di Atlanta è un documento di 120 pagine, circa 69 di esse sono della maggioranza, rappresentata dal giudice Wilson, ed il resto della minoranza, rappresentata dal giudice Birch.

"Se decidiamo di non andare davanti alla Corte Suprema, la questione ritornerà allora davanti alla corte dei tre giudici e dovremo aspettare l'opinione di questa corte per sapere come dobbiamo procedere per presentare di nuovo questi nove temi", ha affermato Weinglass e ha aggiunto che ancora "rimane una lunga rotta da percorrere in questo caso". Il giurista newyorkese ha confessato che gli avvocati della Difesa sono rimasti "molto delusi dalla decisione del giudice Wilson, un antico pubblico ministero federale della Florida".
 


LA MAGGIORANZA HA IGNORATO L'AMBIENTE A MIAMI
 


"Abbiamo la sensazione, come l'ebbe la minoranza, che l'opinione maggioritaria ha ignorato completamente la questione dell'ambito coercitivo che é esistito ed esistite da anni a Miami, contro chiunque sia collegato al Governo di Cuba. E fu quest'ambiente che ha interferito e negato, agli accusati, un giudizio imparziale" ha insistito Weinglass.

"La Corte non ha fatto caso all'ostilità contro Cuba che regna in una città dominata dalla mafia cubanoamericana" ha segnalato.

"La maggioranza (dei giudici) 'ignorò' la questione dell'ambiente di Miami. Uno può leggere le pagine della motivazione e non troverà riferimento sostanziale al pregiudizio comunitario che preesiste a Miami contro chiunque sia associo al Governo di Cuba".

Weinglass ha sottolineato che i due giudici, Birch e Kravich, hanno ripetuto nell'allegato la loro opinione originale, espressa un anno fa circa, di 93 pagine , su questo caso che rappresenta "una tempesta perfetta di pregiudizi".

Da parte sua Bruce Néstor, ex presidente della Corporazione Nazionale degli Avvocati, ha confermato che la decisione della Corte di Atlanta non mette fine al caso, segnalando che "molte questioni legali rimangono da essere risolte".

Questa sentenza non solo rifiuta giustizia ai Cinque, ma ha anche implicazioni molto profonde per qualunque persona che cerchi un giudizio imparziale nell'attuale clima politico USA.

Il giurista ha aggiunto: "Credo che la decisione dia tremendi poteri al Governo per creare cause motivate politicamente e dopo selezionare un posto dove i pregiudizi e l'atteggiamento della comunità favorisca il Governo e gli permetta di ottenere una condanna quando le evidenze non l'ammettano".

La Coordinatrice del Comitato Nazionale per la Libertà dei Cinque in territorio statunitense, Gloria La Riva, ha sottolineato che il 23 settembre, rappresentanti di circa 250 organizzazioni sosterranno a Washington una marcia dal Dipartimento di Giustizia fino alla Casa Bianca, per chiedere la liberazione di Gerardo Hernández, Ramón Labañino, Antonio Guerriero, Fernando González e René González.