27 novembre 2006 - www.radiocittaperta.it

 

 

Presidenziali in Ecuador:

 

vince l'amico di Chavez

 

 

Il giovane economista di sinistra Rafael Correa ha vinto il ballottaggio presidenziale svoltosi domenica in Ecuador. Secondo gli exit poll e un «conteggio rapido», ha messo fra sé e il suo rivale, l'imprenditore Alvaro Noboa, un margine di circa 13 punti che appare irrecuperabile. Sostenitore della politica del venezuelano Hugo Chavez e appoggiato dalla maggioranza povera e dagli indios, Rafael Correa ha dunque avuto la meglio sul miliardario e beniamino di Washington.

Il lento spoglio delle schede, meno del 14 per cento del totale, consegna fino a questo momento al leader di sinistra il 66 per cento dei voti mentre un exit poll nella notte gli attribuiva un consenso pari al 57%

Nelle prime dichiarazioni dopo aver appreso il risultato Correa, 43 anni, ha assicurato che il suo è un «trionfo della speranza e della cittadinanza», aggiungendo che ora comincia un'era di «giustizia sociale, istruzione, salute, lavoro, casa e dignità per tutte e tutti». Ha quindi detto che subito dopo il suo insediamento, il 15 gennaio, come successore di Alfredo Palacio, convocherà un referendum fra la popolazione affinchè si esprima se vuole o no la riunione di una Assemblea costituente per riscrivere la Carta Magna. Questa strategia, hanno rilevato gli analisti, è essenziale per il suo futuro presidenziale, perchè Correa non dispone di forze proprie nell'attuale Parlamento. Dopo aver sottolineato che manterrà la dollarizzazione così come è (nonostante l’opposizione dei movimenti sociali che proprio su questo punto avevano rovesciato sei anni fa il Presidente Mahuad, il leader di Alleanza paese) ha concluso sostenendo che «oggi meno che mai firmerei un Trattato di libero commercio con gli USA perché‚ distruggerebbe la nostra agricoltura, la nostra economia». L'unico riferimento specifico a temi di politica estera il leader di Alleanza paese lo ha riservato alla Colombia, chiedendo che nessuno dei protagonisti del conflitto armato interno del paese vicino «dovranno mettere neppure la punta di un piede in Ecuador». Senza perdere troppo tempo, Correa ha annunciato alcuni uomini del suo futuro governo, fra cui quello di Ricardo Patino all'Economia. In una intervista a Teleamazonas, Patino ha assicurato che la dollarizzazione (l'uso dal 2000 del biglietto verde nelle transazioni correnti) non sarà toccato, che cresceranno gli investimenti produttivi e quelli nell'area sociale. Le risorse per questi progetti, ha concluso, verranno da un diverso uso delle risorse energetiche - l'Ecuador è il 5/o produttore di greggio d'America latina - e da una possibile rinegoziazione del debito estero (di 10.000 milioni di dollari). Come prevedibile, il tema petrolifero sarà centrale, ed al riguardo Correa ha prospettato un possibile rientro dell'Ecuador nell'OPEC.