ANSA Città del Messico, 14 luglio 2006


 

Allarme sul rischio di una

 

 

crisi politica in Messico

 

 

 

 

Il principale consigliere del candidato di sinistra alla presidenza Andrés Manuel López Obrador, Manuel Camacho, ha lanciato l’allarme rispetto al rischio di una "crisi politica", invitando ad "abbassare la temperatura" e risolvere il conflitto elettorale "il più rapidamente possibile".

 

La possibilità "è già molto vicina" e sarebbe "un qualcosa di più grave di quel che abbiamo vissuto negli ultimi decenni" ha detto Camacho, ex commissario presidenziale per il Chiapas, ex ministro degli Esteri ed ex sindaco della capitale.

 

"C’è il pericolo che la gente torni in strada più duramente che negli anni precedenti" ha affermato, segnalando che "più il tempo passa senza che questo conflitto venga risolto e più sarà difficile risolverlo".

 

"La gente nelle strade si riscalderà di più... banchieri e imprenditori si faranno più nervosi. È un processo che avverrà in poche settimane", ha esposto Camacho, deputato del Partito della Rivoluzione Democratica (PRD), facente parte dell’alleanza Per il Bene di Tutti, che ha candidato López Obrador.

 

La coalizione ha contestato le elezioni del 2 luglio, respingendo i risultati ufficiali del conteggio dei voti, che hanno dato un risicato vantaggio dello 0,58% al candidato governativo Felipe Calderón del Partito Azione Nazionale (PAN, di destra), su López Obrador.

 

Camacho ha illustrato che si è verificato un aumento "impressionante" della sinistra nelle elezioni del 2 luglio, dove il PRD ha soppiantato il PRI come seconda forza politica nel Congresso, ottenendo la maggioranza dei voti nella metà del paese.

 

"Abbiamo fatto fare un salto mortale al processo politico", cosa che "ha ridefinito" il regime dei partiti, ha detto.

 

L’"ideale", per Camacho, "è trovare il prima possibile una situazione legale, legittima e un accordo che successivamente permetta la governabilità".

 

La sinistra esige dal Tribunale Elettorale che vengano aperti i pacchetti elettorali e si conti "voto per voto", presumendo che i verbali di votazione dei seggi siano stati alterati.

 

Camacho ha tuttavia affermato che "nessuno deve minacciare il Tribunale Elettorale", aggiungendo che se venisse accettato il conteggio "voto per voto" la sinistra accetterebbe "tutte le condizioni".