Messico, 28 agosto 2006


 

López Obrador: continuerà la resistenza

 

civile nel Messico

 

 

 

Ad un mese dall’inizio delle azioni di resistenza civile pacifica nel Messico, il candidato presidenziale Andrés Manuel López Obrador ha assicurato che queste continueranno per difendere il diritto al suffragio effettivo.

 

Il movimento continuerà nonostante l’incomprensione di molte persone e il blocco informativo del quale è stato oggetto, come parte degli sforzi che si stanno compiendo per sviluppare una società migliore e un paese influente senza razzismo né povertà, ha aggiunto.

 

Nella sua abituale assemblea informativa nella Piazza della Costituzione, López Obrador ha sottolineato che mancano soltanto due giorni alla sentenza del Tribunale Elettorale del Potere Giudiziario della Federazione (TEPJF), che deciderà il futuro della democrazia nel paese.

 

Speriamo che i magistrati si mettano dalla parte dei più alti interessi della nazione, nonostante abbiano respinto la richiesta di milioni di messicani di contare nuovamente tutti i voti, ha detto.

 

Ha segnalato di sperare in una decisione giusta, visto che nella revisione del 9,09 % dei verbali di votazione dei seggi, definito dal Tribunale, è stata evidente la frode compiuta per falsificare i risultati.

 

I giudici incaricati di esaminare le impugnazioni hanno trovato una serie di irregolarità, ha sostenuto, come che il 43% delle urne avevano un numero illegale di schede a favore dell’aspirante Felipe Calderón.

 

Nel 30%, tra le altre irregolarità compiute, sono stati rubati almeno 10 voti emessi a favore della coalizione Per il bene di tutti, ha segnalato.

 

Per questo motivo, ha affermato di essere sicuro di aver vinto le elezioni del 2 luglio e che le denunce dell’alleanza vanno al di là della mera presidenza della Repubblica ed hanno principalmente l’obiettivo di evitare un regresso democratico.

 

Se il tribunale applica la legge elettorale vigente, ha sostenuto, vanno annulate le votazioni nei seggi dove si sono verificate irregolarità e va riconosciuto il trionfo della coalizione per più di 2 milioni di voti.

 

Altrimenti verrebbe commesso un sopruso contro i diritti del popolo, una rottura dell’ordine costituzionale e un colpo di stato offensivo nei confronti dei messicani, ha affermato.

 

Ha proposto un grande dibattito nazionale su: la non accettazione dell’usurpazione del potere legittimo, l’impedimento della convalida della frode, la formazione di un governo della Repubblica o di un coordinamento nazionale della resistenza civile pacifica.

 

La discussione tratterà anche sull’elezione in quella riunione di un presidente legittimo o di un capo di governo in resistenza.

 

Ha anche segnalato la convenienza di definire un programma di base contro la povertà, l’illegalità e l’impunità; di riformare le istituzioni politiche, rispettare le decisioni dei partiti politici, dei legislatori e dei senatori senza condizionamenti.

 

Una profonda trasformazione sociale è ciò di cui ha bisogno il paese, ha assicurato. Iniziamo la riflessione collettiva nazionale perchè la sfida è costruire uno spazio democratico e un rinnovamento della viita pubblica del Messico.