La politica nordamericana

 

dei muri

 

 13 gennaio (GI) - N.Munez

È paradossale! Mentre Washington e i suoi alleati che si presero l’impegno di demonizzare il difensivo muro di Berlino come una barriera creata dal comunismo internazionale per isolare i popoli dell’Est europeo ed evitare il loro contatto con il mondo libero, sono loro che adesso, buttando il passato alle ortiche, vivono affascinati dall’idea dell’edificazione di barriere da tutte le parti.

 

Con i rottami della detta prima guerra del Golfo la Casa Bianca ha costruito una frontiera di metallo alle frontiere con il Messico, dotata di tutti gli strumenti più moderni, dai sistemi di ricerca elettronici alle luci infrarosse, ogni metodo capace di vedere i movimenti dell’insetto più insignificante.

 

L’obiettivo è evitare il passaggio nel "mondo libero" dei cittadini di un altro pezzetto di "mondo libero" quello sottosviluppato e dipendente, a parte ovviamente i cubani che alla fine sono privilegiata carne da cannone della malintenzionata propaganda politica contro il primo stato socialista nell’emisfero.

 

Se è vero che si stanno di nuovo costruendo i muri, stavolta però si edificano con un altro sigillo: quello dell’impero.

 

Washington e i suoi accoliti evidentemente apprezzano molto questo genere di struttura: José Maria Aznar ne ha costruito uno a Ceuta e a Melilla per evitare che i cittadini africani giungessero sino a questi anacronistici territori oltremare per ottenere un passaggio verso la Spagna continentale.

 

I sionisti di Tel Aviv lo stanno costruendo lungo tutti gli insediamenti dei palestinesi, per richiudere sempre più nella misera e l’umiliazione questi esiliati.

 

La Casa Bianca è ritornata alla carica dal suo lato di frontiera con l’America Latina e il muro costruito davanti al Messico sarà rinforzato ed esteso, sempre più in tenore con la Legge contro gli immigranti.

 

La Legge in questione si chiama: "Di protezione della frontiera e per il controllo dell’immigrazione" ed è stata approvata recentemente dalla prima potenza del mondo.

 

La muraglia è solo una parte dei questo strumento che danneggia anche gli stranieri presenti in territorio nordamericano e tutti coloro che offrono loro un alloggio e un lavoro.

 

Si tratta del tentativo di frenare quello che appare inevitabile, perchè nel Sud la miseria e l’abbandono sono generatori di correnti migratorie verso il nord opulento.

 

E sembrano divenire una male eterno...

 

I governi dei paesi sottosviluppati hanno gridato e ricordato che sino a quando le conviene Washington permette l’entrata degli stranieri come mano d’opera a basso costo, discriminata.

 

Adesso per sporchi giochi politici invece i lavoratori stranieri sono perseguitati e respinti. Sono solamente trappole imposte per una relazione di dipendenza stabilita dal capitalismo in un pianeta che necessita un cambiamento radicale, una volta per tutte e subito.