Terrorismo di

Stato mondiale 

 

16.4.06 - Di Stella Calloni -

 

 


Sono passati 30 anni dal colpo di Stato militare del 24 marzo 1976, continuità del progetto contro rivoluzionario che significò l'apparizione degli squadroni della morte dell'Alleanza Anticomunista Argentina (Triplo A) tra gli anni 1973-75 e di altri piani della stessa grandezza come quello tragicamente ricordato come Operativo Indipendenza (1975).

Il terrorismo di Stato fu tracciato, per tutta la regione, nella mappa delle chiamate dittature del Cono Meridionale, dentro la Dottrina di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, nello schema della guerra fredda e nella lotta contro il comunismo nel mondo. Noi fummo obbligati ad associarci col popolo eletto dell'impero, per la lotta in difesa di una supposta democrazia occidentale e cristiana. E chiunque si opponesse, a quella democratica Teoria di Sicurezza Nazionale dell'impero, doveva essere qualificato come un nemico interno, un terrorista e pertanto schiacciato, annichilito, scomparso.

Nel nostro paese 30000 persone furono desaparecidas, altre assassinate e migliaia e migliaia dovettero andare in esilio, esterno o interno, mentre la dittatura militare cominciava a preparare il terreno per la dittatura globale del neoliberalismo che sotto un'altra dottrina, in questo caso il chiamato Consenso di Washington, decise anche per noi, imponendoci un governo, a ferro e fuoco, neocoloniale ed impadronendosi di tutte le nostre risorse.

Sono passati 30 anni da quel giorno tragico del golpe, che riuscì finalmente a collocare il paese allo stesso livello delle dittature vicine. Con questo, inoltre, si cominciarono ad istituzionalizzare una serie di piani ed operazioni congiunte per compiere gli elementi basilari della Sicurezza nazionale.

La chiamata Operazione Condor, replica di altre create e sostenute da Washington - come Phoenix nel sud-est asiatico a metà degli anni 60 - con la direzione della CIA, aveva cominciato le sue prime e tragiche prove nel 1974.

In Argentina lo vedemmo con l'assassinio del generale cileno Carlos Prats e sua moglie, Sofía, a Buenos Aires (settembre del 1974) con l'intervento di un squadrone della morte integrato da uomini della CIA, della DINA (polizia politica della dittatura pinochetista) e di gruppi terroristici cubano-americani di Miami, del Triplo A e di settori dei servizi segreti locali che poi sarebbero stati la punta di lancia della dittatura militare.

A
Santiago del Cile, alla fine del 1975, si realizza la prima grande riunione degli uomini dei sevizi di sicurezza e dei capi militari delle dittature della regione, per tracciare già un progetto unificatore. Allora tra Argentina, Cile, e settori del Brasile si era realizzato la chiamata Operazione Colombo, per mezzo della quale il dittatore Augusto Pinochet aveva deciso d'ingannare le Nazioni Unite (ONU) e l'opinione pubblica mondiale. L'ONU gli aveva richiesto una risposta davanti ad una lista di 119 desaparecidos.

Allora si elaborò un piano perverso, ma tipico della contro rivoluzione progettata dal pentagono statunitense, alla quale i suoi migliori alunni aggiungevano non poca creatività al terrore. Si tentò di creare un apparato che contava sulla complicità di giornalisti, mezzi stampa, apparati dei servizi segreti, una vera cospirazione per manipolare i crimini di lesa umanità.

Cinque cadaveri apparvero buttati nelle strade del centro di Buenos Aires nel primo semestre del 1975. Tra i vestiti di questi cadaveri che avevano le mani tagliate, bruciati i piedi e sgozzati, si trovarono documenti col nome di cinque dei desaparecidos cileni. Vicino a questi corpi,
suppostamente gli assassini, avevano collocato striscioni che  appartenevano al Movimento della Sinistra Rivoluzionaria del Cile (MIR) e ad altre organizzazioni di sinistra di questo paese.

Quale fu il ruolo della stampa complice del crimine?

In Argentina, nei locali di una tipografia di José López Rega, cioè del
Triplo A, apparve una rivista (Lea) di cui u pubblicato solo un numero, sufficiente affinché apparisse la notizia che in realtà i desaparecidos del Cile, stavano morendo in Argentina in scontri interni alla sinistra. In copertina, l'allora presidentessa Isabel Martínez de Perón diceva che gli facevano schifo queste azioni della sinistra cilena.

Ugualmente, nel sud del Brasile si riattivò, mediante un'elevata somma di denaro, un giornale fallito (O Dia) per informare sulla stessa cosa, ed altri nel nordovest argentino.

 

In questa maniera la notizia che arrivava dall'estero poteva avere più credibilità di quella pubblicata, come lo fu, solo dai mezzi di comunicazione cileni complici della dittatura.

Recentemente in Cile si sono scoperti, in una fossa, i cadaveri di tre di quelle vittime i cui nomi apparvero, in documenti falsi, vicino ai cadaveri dell'Argentina. A chi corrisponderebbero quei cadaveri? È quello che dobbiamo sapere. Ma tutto questo dell'Operazione Colombo l'avevano denunciato i parenti delle vittime e lo straordinario lavoro della Commissione in Difesa dei Diritti del Popolo, di Santiago del Cile (CODEPU).

Questa fu una delle maggiori azioni anticipatrici dell'Operazione Condor, la coordinatrice criminale delle dittature del Cono Meridionale, per spiare, vigilare, sequestrare, consegnare illegalmente, ed assassinare o far sparire, anche in altri paesi, i militanti e lottatori contro le dittature. Così si raffigura il design di questo piano sinistro in documenti trovati nei chiamati Archivi dell'Orrore, della dittatura di Alfredo Stroessner in Paraguay.

Nel dicembre del 1992, l'avvocato e pedagogo Martín Almada, vittima della dittatura di Stroessner, che durò per 35 anni (1954-1989), riuscì a trovare in una sede della polizia paraguaiana, nel quartiere di Lambaré, circa cinque tonnellate di carta di archivi, principalmente sugli orrori di quella tirannia. Ma tra questi si trovavano molti dei documenti di comunicazione tra questa ed altre dittature e vari dell'Operazione Condor.

L'Operazione Condor era stata denunciata dai familiari, specialmente dopo l'assassinio dell'ex ministro cileno Orlando Letelier, nel quartiere delle Ambasciate a Washington, una delle figure più importanti del gabinetto del governo democratico popolare del presidente Salvatore Allende, abbattuto dal colpo di Stato del 1973.

Il golpe fu sostenuto ed ordinato dagli Stati Uniti, come lo dimostrano ora gli archivi resi pubblici e come si sapeva da allora. Quando ammazzarono Letelier, rifugiato negli Stati Uniti, e figura chiave nella resistenza alla dittatura, era capo della CIA l'ex presidente George Bush (padre) che tentò anche la versione che il politico assassinato era stato vittima di liti tra la sinistra cilena.

Fu detta questa bugia, malgrado in questo crimine intervenissero i suoi uomini e specialmente la squadra migliore dei terroristi cubani di Miami, come si verificò nel giudizio realizzato in questo paese. Furono questi stessi gruppi quelli che agirono poi nell'esplosione di un aeroplano di Cubana di Aviazione sulle Barbados nell’ottobre del 1976, lasciando 73 vittime, ed in altri atti di terrorismo nel mondo.

L'Operazione Condor fu un'azione chiusa, dove il proposito primario era l'assassinio di figure importanti contrarie alle dittature, nel luogo dove stavano, ed estesa poi ai militanti di alcuni altri paesi, come mostrano gli Archivi dell'Orrore, dove sono stati trovati perfino i verbali degli interrogatori che facevano in comune, per esempio argentini, uruguaiani, paraguaiani e cileni.

Questa internazionale della morte che ha lasciato una marea di vittime come il generale Juan José Torres, ex presidente della Bolivia, o i politici uruguaiani Zelmar Michelini e Héctor Gutiérrez Ruiz, rapiti ed assassinati in Argentina nel 1976, tra tanti altri, si estese dopo all'America Centrale (1979-80-81). Di tutto questo ci sono dati, documenti, investigazioni e processi in svolgimento.

In Argentina si sviluppa il processo più importante sull'Operazione Condor, dove la giustizia determinò già che si é trattata di un'associazione illecita per sequestrare, ammazzare, torturare, scambiare prigionieri in forma illegale, cioè, per commettere crimini di lesa umanità.

Gli avvocati che rappresentano i familiari querelanti sono sotto la direzione di Alberto Pedroncini, ma esiste un marcato silenzio su questo straordinario processo, grazie alla “ricolonizzazione” dei mezzi di comunicazione locali.

Questo recupero storico, che si sta facendo nel nostro paese ed in altri della regione, è d'importanza vitale per l'umanità in tempi di ritorno del terrorismo di Stato, con un ambiente peggiore a quello degli anni anteriori che seminarono le dittature nella nostra regione. Esiste ora un Terrorismo di Stato Mondiale e gli sfortunati elementi per confermare questa affermazione, sono evidenti e perfino perversamente pubblici.

Davanti a questa situazione, diventa necessario e perfino imprescindibile definire termini, parole, contenuti, specialmente quando assistiamo ai multipli terrori e terrorismi in questo periodo che aveva potuto essere quello delle luci e non quello della morte, come sta succedendo.

Per parlare di terrorismo dobbiamo definire chi l'esegue e chi l'utilizza per dominare gli altri. Ed anche quale è il significato corretto di Terrorismo di Stato. Poiché sono gli Stati i responsabili della vita e sicurezza dei loro cittadini, esercitano il terrorismo quando le loro azioni violentano i diritti umani, sociali e politici dei loro governati.

Denunciare quello che si fece nel passato è molto importante quando l'umanità attraversa uno dei suoi momenti più pericolosi e tragici. Un impero scarno esibisce ora pubblicamente quello che tutti noi eravamo ostinati a denunciare nella ricerca di giustizia, verità e punizione per i maggiori responsabili dei crimini di lesa umanità che lasciarono nella nostra regione -solo nel secolo scorso- più di un milione e mezzo di vittime.

Gli Stati Uniti hanno avuto e hanno -benché ora sia visibile- una responsabilità decisiva nell'introduzione dei terrorismi di Stato. In realtà, se paragoniamo gli enunciati di George W. Bush, dichiarando la sua guerra preventiva ed infinita al mondo, imponendo leggi interne come gli Atti Patriottici che lo facilita nell'esercitare una dittatura nel suo proprio paese, con le dottrine che Washington obbligò ad imporre in ogni paese della nostra America, possiamo avere una dimensione dei reali pericoli che esistono contro l'umanità.

Hiroshima e Nagasaki fino al Vietnam e fino all'Iraq sono simboli del terrorismo di Stato mondiale che s'impone in questi momenti ed esiste una lunga storia che la memoria deve recuperare.

La creazione dei chiamati uffici del crimine come la CIA, l’FBI, dopo la Seconda Guerra Mondiale ha portato delle vere ondate di assassini politici in tutto il mondo al fine di contenere, la supposta, espansione comunista. Così come alla fine del Secolo XIX, con l'espansione capitalista si seminarono dittature come quelle dell'America Centrale, durante il secolo XX queste si riproducono a nome della lotta anticomunista e nessuno può dimenticare oggi il tragico Piano Yakarta che lasciò
,in pochi giorni, quasi un milione di morti in Indonesia a metà degli anni 60.

A Washington c’era la mano che cullò la culla della morte ed anche oggi viene da lì il nuovo progetto di “ricolonizzazione” dell'America Latina, sotto altri piani come la Colombia, la Puebla Panamá, Orizzonti, Andino, etc.

La Guerra di Bassa Intensità (GBI) arrivò per rimanere e la militarizzazione avanza ogni giorno, con truppe e basi statunitensi per tutta l'America, congiuntamente coi piani economici di impossessamento coloniale dei nostri territori e risorse, leggasi TLC, ALCA, (Area per il Libero Commercio delle Americhe) ed altri.

Agiscono anche le loro squadre migliori di destabilizzazione che sono da sempre gli stessi, chiamasi Fondazione Cubano-americana, Alpha 66, Fratelli al Riscatto, Contras nicaraguensi, o i talibani di Osama bin Laden,
tutti mostri  creati da Washington ed anche le forze speciali e gli eserciti mercenari.

Le invasioni in Afghanistan ed Iraq che
in realtà cominciarono coi silenzi complici  quando si invase la piccola isola di Granada nei Caraibi, nel 1983, o Panama, alla fine del 1989, stanno mostrando la determinazione di questo potere mondiale, di avanzare senza limiti e senza titubanze.

La guerra che il presidente George W. Bush dichiarò al mondo, superando in estensione del suo sguardo imperiale le frontiere sicure che Adolf Hitler tracciò per avanzare fin dove ha potuto farlo, è impantanata tanto in Iraq, come in Afghanistan. Questo pantano è quello che porta Bush a tentare di avanzare molto rapidamente nel nostro continente, dove ha già dentro i suoi piedi in molti paesi e senza sparare un colpo, ma anche perché deve assicurare le risorse che qui esistono in abbondanza.

Il suo avanzamento latinoamericano, per varie vie, alcune aperte ed altre più nascoste, è anche determinato dallo scenario di resistenza che il nostro continente sta mostrando al mondo. L'America Latina è attualmente il continente di maggiore resistenza ai progetti imperiali, coi nuovi emergenti sociali e la risposta popolare contro l'avanzamento egemonico dell'impero.

 

In Iraq un popolo resiste eroicamente all'occupazione della maggiore potenza militare del mondo e dei suoi alleati e questa resistenza sta fermando molti dei piani dell'impero.

La lotta per i diritti umani e dei popoli ci rende degni, di fronte alla degradazione dei potenti che, come i governi europei, si prestano affinché oggi in pieno secolo XXI, si porti avanti una criminale Operazione Condor mondiale che avrà un altro nome e senza dubbio sarà più sofisticata. Questa operazione utilizza aeroplani, aeroporti di paesi complici, ma è la stessa CIA e la stessa mano che culla quella culla della morte.

Questo nuovo anniversario ci trova lottando contro l'orrore, mentre lo stesso responsabile della nostra tragedia, esibisce illegalmente, in una base militare occupata a Guantanamo, nell'isola di Cuba, quello che è il suo simbolo. Lì sono detenuti-scomparsi, sottomessi ad incredibili torture, come quelle che si praticano nelle carceri-tombe dell'Iraq ed Afghanistan.

Ed anche nelle carceri segrete di un mondo che si auto proclama difensore dei diritti umani e ci reclama, le vittime, e noi, quelli che lottiamo per la giustizia e la verità, contro il colonialismo, che è terrorismo, contro l'impero, che necessita impiantare il terrore per il suo progetto di dominazione.

Allora, la memoria delle vittime ritorna fino a noi moltiplicata per la loro decisione di dignità che oggi altri raccolgono qui e nel mondo. Stiamo dando esempi, stiamo costruendo un'altra America, stiamo mostrando che un altro mondo è possibile che non si può essere complice del crimine contro l'umanità e questo è, forse, il nostro migliore omaggio agli assenti.

 


*La autrice è Collaboratrice di Prensa Latina