Caracas-Brasilia: la

 

riunione dei giganti

 



| 7 dicembre 2006 | H.Bashiron|
 

 

Forti di due importanti e rinnovate vittorie elettorali, forti di un vasto seguito popolare e consci della loro influenza e rilevanza nell’intera area latinoamericana, i due presidenti del Brasile e del Venezuela, rispettivamente Ignacio Lula da Silva e Hugo Chávez Frias, celebrano in questi giorni a Brasilia un incontro per rafforzare la loro reciproca alleanza.
Il mandatario venezuelano realizza il suo primo viaggio all’estero dopo la mirabile vittoria alle urne dello scorso 3 dicembre e non è casuale l’aver scelto come prima destinazione proprio il Brasile di Lula. Bisogna ricordare infatti che anche il presidente brasiliano, dopo aver stravinto alle elezioni del 29 ottobre e dopo aver ottenuto il suo secondo mandato, si recò in visita proprio in Venezuela, con il fine di appoggiare apertamente la candidatura di Chávez in nome dell’onda socialista che cavalca il Sudamerica.
In una nota della presidenza brasiliana si legge: “Il presidente Lula situa la vittoria di Chávez come l’espressione di un processo più ampio di trasformazioni sociali e politiche in corso in America Latina, come si può osservare nelle recenti elezioni nel continente”.
L’incontro tra i due ‘giganti’ - pur con le dovute differenze che intercorrono tra la presidenza bolivariana di Chávez e quella più moderata di Lula - servirà soprattutto a stringere un’alleanza già esistente basata su progetti di integrazione regionale e rafforzata dall’espansione degli affari economici e commerciali. Nell’agenda di questi due giorni, ieri e oggi, vi sono la definizione dei termini tecnici per l’adesione del Venezuela al Mercosur e l’accelerazione di diversi progetti di cooperazione bilaterale, alcuni dei quali hanno patito ritardi e impedimenti.
Brasile e Venezuela sono al momento delle enormi potenze economiche in continua crescita e la loro forza è tale da poter trainare l’intero continente latinoamericano verso nuove forme di sviluppo e cooperazione. L’alleanza Caracas-Brasilia dà vigore e autorità a questo obiettivo. Negli ultimi anni questa comunità d’intenti ha vissuto un notevole aumento degli scambi economici e commerciali. Numerose aziende brasiliane sono attive nella progettazione e nello sviluppo di grandi opere in Venezuela, come ad esempio la costruzione di due linee di metro a Caracas, la costruzione del ponte sul fiume Orinoco o quella della petrolchimica nello Stato di Zulia. Il commercio blaterale si è quadruplicato negli ultimi anni: era di 880 milioni nel 2004 ed è arrivato a 3.472 milioni nei primi dieci mesi del 2006, secondo dati brasiliani. Il saldo è ampiamente favorevole per il Brasile, il quale ha avuto un eccedente di 2 mila 400 milioni da gennaio a ottobre di questo anno. Il Brasile esporta prodotti di valore aggiunto: quasi il 40% del suo fatturato proviene dalla vendita di telefoni cellulari, macchine, camion, autobus e ricambi. La maggiorparte della sua importazione è invece rappresentato dal petrolio, di cui il Venezuela e ricco, e derivati.
Brasilia e Caracas sono quindi sempre più legate e unite da interessi comuni. La crescita economica di entrambi i Paesi, attraverso l’utilizzo delle proprie risorse naturali (petrolio venezuelano) o attraverso le proprie capacità di produzione (industria brasiliana), è strettamente legata alle capacità di scambio e di collaborazione tra le diverse parti. In questo processo di ripartizione dei beni e delle risorse trovano ormai spazio diversi Paesi dell’area latinoamericana e non solo. Basterebbe difatti allargare lo sguardo ed osservare come esempio gli scambi economico-commerciali in atto tra Venezuela e Iran. Nel continente sudamericano si estende l’asse socialista e proprio lo scorso martedì, il presidente bolivariano Chávez ha ricevuto a Caracas il sandinista Daniel Ortega, nuovo presidente del Nicaragua, ed insieme hanno affrontato subito temi di cooperazione e integrazione.
La prossima occasione di incontro per i nuovi lìder dell’America Latina si terrà questo prossimo fine settimana, venerdi e sabato, a Cochabamba, in Bolivia. L’appuntamento è il vertice della Comunidad Sudamericana de Naciones, conosciuto come uno degli scenari principali del progetto integrazionista. Sotto l’impulso carismatico di Chávez molti Paesi del sud stanno tagliando i fili che li soggiogavano al burattinaio statunitense. L’America Latina sta diventando finalmente la casa di se stessa e non più il giardino di altri.