Vietato conoscere

 

 Avana, 1 luglio 2006 - www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

 

 

Conoscere una piccola isola, anche raccontando la sua realtà da testimoni imparziali, può risultare un pericolo. Cuba è un paese maledetto, hanno detto i capi della Giunta Scolare della contea Miami-Dade, e pertanto un libro che presenta agli studenti semplici e ragionevoli verità su un'isola vicina, merita una condanna: espellerlo dagli scaffali delle biblioteche e stigmatizzarlo per la sua presunta filiazione castrista. Anche se la sua lettura é opzionale, cioè, non obbligatoria nel curriculum docente, e si registrino appena 49 copie nelle librerie di 34 scuole dell'area. Cifre puntualmente apportate dalla stampa ufficiale della cupola cubano-miamense che promuove la "Messa all'indice" del libro "Vamos a Cuba", di Alta Schreirer.

Ancora non è definitiva la decisione: appena 48 ore fa, rispondendo ad un appello dell'Unione di Libertà Civili degli Stati Uniti (ACLU), il giudice federale Alan Gold decise che niente si potrà fare fino ad un'udienza fissata per il 21 di luglio —o al più tardi il 24—, per questo i libri dovranno rimanere nelle biblioteche, benché non chiarisca se a portata degli scolari.

Che cosa irrita di "Vamos a Cuba" a Miami? Un padre, evidentemente aizzato da interessi poco limpidi, ha detto la copertina...bambini cubani, comuni e correnti, in uniformi di scuola. Qualcuno isterico ha affermato che si tentava di mostrare "bambini vestiti con le tenute ufficiali della Gioventù Comunista".

Per una che ha votato per l'interdizione, Perla Tabares, "un libro che inganna, confonde e sconcerta e che non deve aver posto nell'educazione dei nostri studenti, specialmente gli studenti di scuole primarie che sono i più vulnerabile ed impressionabili."

Per questa Perla ed altri che abbondano tra i presidi  fondamentalisti  di Miami, la Schreier è sovversiva quando dice ai bambini della Florida cose tanto elementari come che "la gente di Cuba mangia, studia e lavora come te. Ma in Cuba ci sono cose uniche ''. O che "Tutti gli studenti fanno qualche lavoro durante il giorno scolare. Alcuni lavorano in orti, i maggiori lavorano in fabbriche ''. O informare che alberi da frutta crescono nell'Isola.

L'editoriale Heinemann che ha pubblicato questo ed altri libri della serie A visit...(include, tra gli altri paesi, Egitto ed Israele, Brasile ed Australia, Cina e Giappone) ha commentato il titolo nei seguenti termini: "Aiuto agli alunni della primaria a capire come sono i bambini in altre nazioni, mostrandoli nelle loro celebrazioni tradizionali e nei suoi centri di studio."

Questa intenzione non è gradita ai cenacoli anticubani. Proibire, censurare, agitare basse passioni, incoraggiare vendette, ordire piani punitivi, li aiuta ad odiare.



 

Bibliotecari cubani protestano

contro censura di libro a Miami

 

 

I bibliotecari cubani daranno risposta a coloro che, da Miami, diffamano il loro lavoro  e censurarono un libro sui bambini cubani.

Margarita Bellas, presidentessa dell'Associazione Cubana dei Bibliotecari (ASCUBI), ed Abel Ponce, funzionario della Biblioteca Nazionale José Martí, hanno rivelato,  al giornale Gioventù Ribelle versione digitale, che la risposta si chiamerà "Sì, andiamo a Cuba".

Le stesse fonti hanno segnalato che la Biblioteca Nazionale José Martí e simultaneamente tutte le biblioteche dell'Isola risponderanno ai diffamatori e censori di Miami.

È insolito che nelle biblioteche delle scuole di Miami proibiscano la presenza del libro "Sì, andiamo a Cuba" che mostra la verità su come vive la nostra infanzia, un testo dedicato ai bambini di secondo, terzo e quarto anno delle elementari, hanno detto Bellas e Ponce. Bellas ha affermato che "A visit to Cuba" (Sì, andiamo a Cuba), fu scritto nel 2001 dalla nordamericana Alta Schreir ed espone le sue impressioni personali sulla qualità della vita dei bambini nel paese.

D'altra parte l'intellettuale ha affermato che la versione di Miami, dagli Stati Uniti, insiste nel distorcere la realtà per far credere che nella nostra Patria non esiste questo tipo di bambino che ride, che non è triste, e di lì la censura.

Un altro aspetto insolito è che nell'enclave in Florida, gli avversari della Rivoluzione cubana arrivano ad affermare che in Cuba si proibiscono alcuni libri, cosa che é stata qualificata come un'altra gran bugia.

Secondo Bellas ci hanno perfino accusato di bruciare i testi editi prima del 1959, qualcosa di assurdo e ridicolo. Nella Biblioteca Nazionale José Martí, per esempio, ci sono i libri, giornali, riviste ed opuscoli di tutte le epoche.

D'altra parte - aggiungono le stesse fonti - Cuba porterà al 72° Consiglio della Federazione Internazionale delle Associazioni di Biblioteche e Bibliotecari, a Seul, un progetto di Risoluzione che esige mettere fine al blocco yankee sulle biblioteche dell'Isola.
Ig/is/js