3 ottobre 2006 -  www.granma.cu

 

Il blocco USA ha provocato perdite

milionarie all’economia cubana

 

 


Il vice ministro agli Esteri cubano, Bruno Rodríguez Parrilla ha dichiarato che l’economia cubana ha perso quest’anno più di 4.186.000.000 dollari per via del indurimento del blocco imposto dagli USA.

 

In una conferenza stampa, Rodríguez ha esposto i particolari del progetto di risoluzione che il Governo cubano sottoporrà al dibattito e alla votazione nell’Assemblea Generale della ONU per esigere la sospensione d’una politica che ha definito "di genocidio e aberrante".

 

Ha precisato che l’ammontare finanziario dei danni comprende il periodo che va dalla votazione di una mozione simile, nel 2005 ad ora, considerando i costi più elevati dopo il decollo dell’economia cubana e per il rafforzamento del blocco.

 

Nel 2005, ha indicato il vice Ministro del Ministero degli Esteri, la Casa Bianca ha accentuato le misure con accanimento ed ha provocato maggiori danni con l'utilizzo del blocco economico, nonostante le condanne che per 12 anni consecutivi questa politica ha ricevuto nella ONU.

 

Come conseguenza, il danno economico che il popolo cubano ha subito per questa causa in più di 45 anni supera gli 86.108.000.000 di dollari, ha affermato sottolineando l’extra-territorialità della misura condannata l’anno scorso da 182 paesi.

 

"Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dal Governo degli Stati Uniti d’America a Cuba" è il titolo del documento che si discuterà il prossimo 8 novembre.

 

La mozione che Cuba presenta alla ONU dal 1992, illustra che la legge punitiva di Washington contro l’Isola è "il blocco più prolungato e crudele che abbia mai conosciuto la storia dell’umanità (...) una guerra economica che si può definire un genocidio".

 

Rodríguez ha spiegato che si tratta di un’azione extraterritoriale che costituisce – ha affermato- una vera "caccia" delle operazioni commerciali e finanziarie cubane all’estero, punite con le leggi Torricelli (1992) e Helms-Burton (1996).

 

Il funzionario ha assicurato che nel 2005 Cuba non ha potuto esportare nemmeno un articolo negli Stati Uniti, anche se il commercio tra i due paesi dovrebbe essere nelle due direzioni. Cuba non ha potuto importare nulla, tranne prodotti agricoli con restrizioni e formalità molto rigorose.

 

Per via delle leggi di Washington, una ditta di un terzo paese non può vendere a Cuba nessun prodotto o equipaggiamento se più del 10% delle sue componenti sono statunitensi e l’Isola non può vendere alla nazione del Nord merce con materia prima cubana.

 

Bruno Rodríguez Parrilla ha annunciato che tra le misure per indurire il blocco contro Cuba figura la creazione della Forza di Compito Interagenzia del nichel cubano, per rintracciare in tutto il mondo il commercio di questo minerale.

 

L’aggiornamento del Piano Bush del luglio di quest’anno prevede di negare i visti agli imprenditori che vogliono investire a Cuba nei settori del petrolio, turismo, nichel, rum e tabacco.

 

Le restrizioni hanno ridotto i viaggi familiari del 54%.

 

Su 115.000 viaggi registrati nel 2003, nel 2005 ne sono stati realizzati solo poco più di 62.000. A questo si aggiungono gli ostacoli posti all’invio delle rimesse e dei pacchi familiari tra i cubani residenti a Miami e i loro parenti a Cuba.

 

La stessa situazione riguarda i viaggi dei cittadini nordamericani, che hanno registrato una diminuzione del 45%.

 

Le autorità nordamericane hanno multato con 530.000 dollari 487 cittadini o residenti nell’Unione per aver viaggiato a Cuba, ha segnalato Rodríguez, definendo spurio, abusivo e arbitrario tale procedimento.

 

Tra il 2004 e il 2005 più di 800 persone e 85 compagnie straniere sono state multate per aver mantenuto rapporti commerciali con Cuba, ha affermato Bruno Rodríguez Parrilla.

 

Stando agli studi pubblicati negli USA, Cuba potrebbe ricevere entrate annuali superiori ai 7 miliardi di dollari se con la fine del blocco arrivassero nell’Isola quei 5 milioni di turisti nordamericani che oggi non lo possono fare.

 

Il vice Ministro ha dimostrato che gli imprenditori cubani non possono utilizzare il dollaro nelle transazioni internazionali e non hanno accesso agli organismi finanziari e di credito, come Il Banco Mondiale o l’Interamericano di Sviluppo.

 

Rodríguez ha assicurato che nell’ultimo anno è stata verificata "un’escalation nell’applicazione della legge Helms-Burton", con l’aggiornamento del cosiddetto Piano Bush che – ha indicato- ha previsto di ridurre Cuba in una situazione peggiore di quella del 1959, anno del trionfo della Rivoluzione.

 

Il rappresentante del Ministero degli Esteri ha definito come "vero furto con il colletto bianco" una legge, che ha tacciato di fraudolenta e tramite la quale è stato permesso a una ditta di produrre e commerciare in Florida il famosissimo rum Havana Club, di produzione cubana.

 

Il diplomatico cubano ha annunciato che s’intravede un tentativo di furto anche per la famosa marca di sigari cubani Cohiba.

 

Questa è una nuova prova, ha detto, del rigore con cui si applica la Helms Burton per rafforzare il blocco, con lo scopo di "provocare fame, disperazione e sofferenza al nostro popolo" ma tutto questo si scontra contro la condanna mondiale sempre più forte, ha sottolineato.