31 ottobre 2006 -  www.granma.cu

 

 

“Siamo certi di sconfiggere il blocco”

 

ha detto Felipe Pérez Roque


• Il documento finale è stato distribuito nell’Assemblea Generale della ONU

 

 

 

 

Il ministro degli esteri di Cuba, Felipe Pérez Roque, ha affermato che l’Isola è sicura di sconfiggere il blocco economico, commerciale e finanziario mantenuto dagli Stati Uniti contro Cuba da circa mezzo secolo.

 

Pérez Roque ha chiuso il IV Foro della Società Civile contro il Blocco e l’Annessione che si è svolto nella capitale, convocato dall’Associazione Cubana delle Nazioni Unite - ACNU – con i rappresentanti di 130 Organizzazioni non Governative, ONG’s, dell’Isola.

 

“Il nostro nemico sogna, si fa illusioni, pensa che riuscirà a spezzare lo spirito di resistenza dei cubani, ma ogni giorno cresce la nostra fiducia nella sconfitta di questo assedio e nella costruzione per i nostri figli di un paese dove si possa vivere meglio di come è toccato a noi per questa illegittima coercizione”.

Il ministro degli Esteri ha dettagliato una relazione con la quale ha spiegato l’insieme di misure punitive applicate da Washington contro l’Isola, per asfissiarla economicamente e propiziare condizioni per una successiva invasione armata.

 

“Gli Stati Uniti pretendono di liquidare tutte le conquiste ottenute grazie al processo rivoluzionario, vogliono togliere la terra ai contadini, privatizzare i servizi sociali e collocare le ricchezze nazionali sotto il controllo straniero, ma questi loro progetti falliranno”, ha assicurato Roque che ha denunciato il detto “Piano Bush”, che ha come obiettivo un blocco più duro, più sovversione e concede sempre più denaro per fabbricare un’opposizione interna. Washington cerca d trascinare altri stati, con le sue pressioni, nello sforzo per internazionalizzare l’assedio inflitto all’Isola.

 

“Il governo del presidente George W. Bush ha fatto dell’incremento del blocco una delle linee principali della sua politica estera, per violare le nostre leggi, il sistema che il popolo cubano ha scelto e stabilito, per far divenire Cuba una sua appendice”, ha sottolineato il ministro.

 

“L’importante è che il nostro popolo conosce bene i significati di questo piano contro la Patria ed è sempre più informato su tutto questo e lo condanna, partendo proprio da una conoscenza e da un ragionamento precisi e non come una consegna”, ha specificato, sottolineando la sua sicurezza per l’otto novembre di una nuova sconfitta degli Stati Uniti nell’Assemblea Generale della ONU, nel giorno del dibattito sulla risoluzione  di condanna dell’assedio imposto a Cuba.

 

Le conclusioni del Foro sono state distribuite alle delegazioni presenti nell’Assemblea Generale della ONU come documento ufficiale di Cuba e saranno un nuovo argomento della popolazione cubana contro l’aggressione.

 

La nostra generazione potrà vedere la fine del blocco, ma se non fosse così sarà la prossima generazione che vedrà Cuba senza questo attacco economico”, ha concluso il ministro.

 

Nella sua dichiarazione finale il Foro ha ratificato la condanna del governo genocida e delle misure utilizzate dall’amministrazione Bush e chiede alla comunità internazionale di opporsi alle manipolazioni della Casa Bianca.

 

Domanda rispetto per le famiglie cubane e per le relazioni di solidarietà e di amicizia, condannando le restrizioni di viaggio nell’Isola - che impediscono gli scambi culturali ed economici - decretate da Bush.

 

Inoltre esige la pubblicazione immediata dell’annesso segreto incluso tra le ulteriore risoluzioni contro Cuba e lo considera la materializzazione di un progetti d’aggressione armata.

 

Dichiara vergognosa l’impunità e la complicità con terroristi come Luis Posada Carriles mentre sono sempre reclusi cinque cubani che hanno lottato per evitare morti e attentati contro il loro popolo.

 

La società civile cubana ha reclamato la cessazione immediata del blocco e lo ha definito una vera violazione degli accordi internazionali e dei più elementari diritti umani.

 

Il Foro si è svolto in assemblea generale, con 10 gruppi che hanno analizzato i propositi di dominio degli Stati Uniti su Cuba, il blocco e le condizioni dell’attuale globalizzazione, l’aggressione mediatica e via radio, tra i tanti temi.