Mare per la Bolivia


| Lunedi 27 Marzo 2006 - 13:05 | Cristiano Tinazzi |



Il cancelliere cileno Alejandro Foxley (nella foto) ha ribadito che il suo Paese non modificherà il Trattato del 1904 che regola i confini con la Bolivia, rispondendo così ‘picche’ alla richiesta di Morales di ottenere un accesso all’Oceano Pacifico, avvenuta giovedì durante la commemorazione della ‘giornata del mare’. Il presidente Morales aveva chiesto “una riunione unica e straordinaria dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) con un solo tema: l’accesso al mare per la Bolivia”. Durante il suo discorso, Morales aveva poi ricordato l’appartenenza del presidente dell’Osa, il cileno José Miguel Insulza, alla “famiglia socialista” e aveva rievocato lo slogan scandito da circa 10.000 cileni a Santiago lo scorso 10 marzo, allorché il neo-presidente boliviano si recò in Cile per assistere al giuramento e all’insediamento di Michelle Bachelet, il nuovo capo dello Stato cileno. “Quel giorno abbiamo visto come il popolo cileno si unì gridando ‘mare per la Bolivia’ . E poiché stiamo vivendo i tempi dei popoli, noi governanti dobbiamo ascoltarli”, ha concluso Morales.
Morales si era anche appellato alle parole di Salvador Allende, favorevole a cedere una parte del territorio cileno alla Bolivia. Ma il Cile non sembra intenzionato ad ascoltare le parole del governo di La Paz. “Non cambiamo una virgola della nostra politica estera, i trattati sono intangibili”, ha detto Foxley in risposta alla richiesta boliviana di un nuovo trattato. Ma nonostante “l’intangibilità dei trattati” Foxley non ha escluso di poter lavorare insieme per “stilare una agenda comune”. Il diplomatico ha ricordato che il presidente Bachelet vuole mantenere buoni rapporti con la Bolivia, che aveva rotto le relazioni diplomatiche nel marzo del 1978 dopo che le consultazioni in merito all’annosa questione dell’accesso al mare (perso dopo la disastrosa guerra del 1879) erano naufragate. “Però si deve procedere con cautela, passo dopo passo. Dobbiamo avanzare con spirito costruttivo e senza attitudini massimaliste”, ha detto Foxley, ribadendo che il suo governo non è intenzionato ad una revisione dei trattati, ma ad una “politica di relazioni costruttive”.
Il che vuol dire tutto e niente. Ma le porte comunque non sono del tutto chiuse.