E'soltanto l’inizio



| Mercoledì 3 Maggio 2006 - 13:29 |


 

Colpo di scena in Bolivia. Il presidente Evo Morales ha ordinato la nazionalizzazione dell’industria degli idrocarburi e ha fatto occupare militarmente i giacimenti di gas naturale del paese. Il decreto del presidente obbliga tutte le compagnie energetiche nazionali e locali ad affidare all’impresa statale Yacimientos Petroliferos Fiscales Bolivianos (Ypfb) l’intera produzione. E non è finita qui, promette Morales. “E’ soltanto l’inizio - ha detto il presidente boliviano alla folla plaudente nella piazza principale della capitale La Paz - adesso sarà il turno del settore minerario e di quello del legno, e poi di tutte le riserve naturali per cui hanno combattuto i nostri avi”.
Dalla Bolivia arriva dunque un colpo ben assestato alle lobbies politiche economiche e finanziarie che stanno tentando di appropiarsi delle ricchezze strategiche di mezzo mondo, anche di quelle italiane. La nazionalizzazione è l’incubo delle grande imprese multinazionali al cui servizio vi sono i politici atlantici ed è uno schiaffo ai dogmi della globalizzazione portata avanti a suon di guerre umanitarie dagli Stati Uniti e dai lacché europei.
Morales ha chiesto ai dirigenti delle compagnie di rispettare la volontà del popolo boliviano e non ha escluso l’uso della forza nel caso ciò non avvenga. La minaccia di estromettere le compagnie straniere sarà realtà se queste entro 180 giorni non firmeranno con la Bolivia un nuovo contratto che dia al paese il controllo di maggioranza dell’intero processo di produzione.
La Bolivia - ricordiamo - è il secondo paese del Sudamerica per riserve di gas naturale dopo il Venezuela di Hugo Chavez. Dal 2003 nel Paese si sono registrati molti disordini per l’opposizione popolare alla gestione delle ricchezze del sottosuolo da parte delle compagnie straniere (Petrobras, Repsol, Total e Bg). Già alcune multinazionali hanno gridato allo scandalo, altre si dimostrate più accomodanti, chiedendo comunque la protezione di quelle istituzioni, come il governo degli Stati Uniti e la Commissione europea, che tutelano i profitti di chi sfrutta le risorse altrui.
Il passo compiuto da Morales sta a indicare che è il Sudamerica adesso a capo della lotta per l’indipendenza dei popoli, il vero grande nemico degli Atlantici.