PREMIO NAZIONALE DEL CINEMA 2006


Tempo di…Enrique Pineda Barnet

 

M.Castaneda – GI – 13 marzo 2006

Il Premio Nazionale del Cinema 2006 è stato conferito ad Enrique Pineda Barnet per la sua "notevole opera di tutta una vita legata al cinema, come creatore e pedagogo che ha oprato in diverse discipline artistiche, così come per la sua preziosa collaborazione nella formazione di nuove generazioni di cineasti".

 

La giuria è stata presieduta quest’anno da Pablo Pacheco e composta da Miriam Talavera, Leonardo Acosta, Luisa María Jiménez, Frank Padrón, Rafael Solís e Tulio Raggi.

 

Sono stati inoltre nominati Octavio Cortázar, Daysi Granados, Juan Padrón, Nelson Rodríguez, Fernando Pérez, María Elena Molinet, Sergio Corrieri, Salvador Wood, José Massip, Manuel Herrera e Manuel Pérez.

 

 

UN’INTENSA PRESENZA NELLA VITA CULTURALE

 

 

Pineda Barnet (L’Avana, 28 ottobre 1933), ha avuto un’intensa vita culturale, caratterizzata dalla versatilità. È stato regista e scrittore di copioni di cine e video, scrittore, professore universitario, giornalista, critico, pubblicista, conduttore e attore di teatro, radio, televisione e cinema.

 

Ha fondato l’associazione culturale Nuestro Tiempo. Ha avuto due momenti rilevanti nella sua relazione con il teatro: fu il protagonista dell’anteprima mondiale di Lila la mariposa, di Rolando Ferrer, con la Compagnia Las máscaras nel 1953 e con l’opera El Juicio de la Quimbumbia si guadagnò una menzione di Teatro nella Casa de Las Américas 1960.

 

I suoi sogni spaziano anche nella letteratura, poichè ha scritto romanzi, poesie e racconti. Grazie ad uno di questi, Y más allá...la brisa, vinse il Premio Nazionale di Letteratura 1953 "Hernández Catá".

 

Ai suoi copioni cinematografici vanno aggiunti quelli scritti per il balletto, tra i quali La dádiva, coreografia di Gladys González; Tina, di Iván Tenorio-Loipa Araújo e La caza di Jorge Lefebre (interpretato da Menia Martínez con il Royal Ballet de Walloney, Belgio).

 

 

GISELLE E LA BELLA DEL ALHAMBRA

 

 

Del suo lavoro di scrittore di copioni si può affermare che a lui si devono pellicole-chiave del cinema cubano, come Soy Cuba (1963); Giselle (1963); David (1965) e La bella del Alhambra (1989).

 

Giselle – filmazione dell’omonimo balletto classico, interpretato naturalmente dalla prima ballerina assoluta Alicia Alonso, con Azari Plizetski (Albrecht) e Mirta Plá (regina delle Willis) –, fu una sfida, una pietra miliare ed un successo. Uno dei pochi film sul balletto trasformato a sua volta in un classico del genere.

 

È stato molto intervistato su Giselle, non solo perchè è stato il suo primo lungometraggio di fiction, ma anche perchè ha il merito artistico di non essere un balletto filmato, ma la combinazione, intelligente e sensibile, di quanto richiesto da cinema e teatro. Come ci riuscì? "Rispettando scrupolosamente le differenze, le peculiarità, i concetti di spazio e tempo; il virtuosismo ma con interpretazione; la drammaticità ma con sottigliezza".

 

Pineda Barnet, in un’epoca nella quale era possibile filmare a colori, optò per il bianco e nero e difende così questa scelta: "Per il suo carattere drammatico, per il suo significato di contrasto. Volevo fare una specie di lapis, come bozzetti di disegni, carboncini. Non mi sono mai pentito di questa decisione. Anni dopo, quando diventò una moda la colorazione di vecchie pellicole in bianco e nero, tornò ad apparire questo fantasma del colore. Rifiutai e continuerò a rifiutarmi categoricamente: il film è concepito in bianco, grigio e nero".

 

Alcuni anni più tardi, nel 1989, sarebbe arrivato il film La Bella del Alhambra, un vero avvenimento culturale e popolare nazionale con risonanza internazionale di critica e vendite. Il lungometraggio di fiction (108 minuti) è un melodramma musicale che si ispira al romanzo Canción de Rachel, di Miguel Barnet.

 

Con questa storia di una vedette del teatro in vernacolo cubano, Pineda Barnet ottenne il Premio Goya 1990 dell’Accademia delle Arti e Scienze Cinematografiche di Spagna; il Premio Mano di Bronzo nel Festival Latino di New York ed il Pitirre nel Festival Cinemafest di San Juan, Porto Rico.

 

I suoi lungometraggi combinano la fiction (Mella, 1975; Aquella larga noche, 1979; Tiempo de Amar, 1981 e Angelito mío, 1998) con il documentario (David, 1967), senza dimenticare la sua estesa filmografia documentaria (il debutto nel 1961 con El maetro del Cilantro, nel 1968 Che e nel 1969 Guillén).