Incontro Internazionale Memoria e Futuro: Cuba e Fidel

 

Tutte le voci, un omaggio
 

a Fidel Castro

 

Avana 1 dicembre 2006

 


 

 

Musicisti cubani e di altre latitudini si sono uniti per precipitarsi nel concerto Tutte le voci tutte, con cui la fondazione Oswaldo Guayasamín ha reso un omaggio dell’arte a Fidel per il suo 80º compleanno.

 

L’appuntamento è stato per ieri sera nella Tribuna Antimperialista José Martí nei dintorni del Malecón de L’Avana, uno scenario all’aria aperta riempito da migliaia di persone, con la musica che ha irradiato la sua poesia per ore e ore, il suo canto alla ragione, alla giustizia e alla bellezza.

 

La musica ha sparso la sua limpidezza sul vasto spazio nel quale ondeggiavano bandiere latinoamericane: Paraguay, Cile, Colombia, Uruguay, Perù, Ecuador...., coi loro colori che si mescolavano.

 

Porto con me dall’Uruguay un abbraccio molto forte per il compagno Fidel, questo giovane di 80 anni che resiste e resiste, ha detto Daniel Viglietti.

 

Grazie per il fuoco, ha aggiunto citando un verso del suo connazionale Mario Benedetti, grazie per averci insegnato ad essere sempre più solidali.

 

È stato il preambolo a tre numeri classici del suo repertorio, tra i quali A desalambrar, con il quale ha trasmesso il suo saluto ad una nuova trova alla quale si stanno sommando ogni giorno più giovani e alla quale ha chiesto di mantenersi “con tutti i pori aperti”, interrogando la realtà.

 

Pablo Milanés era già andato in scena per aprire il concerto, in cui non poteva mancare Acto de fe, un pezzo composto da lui e Silvio Rodríguez, una canzone-inno che va dall’individuale al collettivo per fondersi in un credo rivoluzionario.

 

Silvio è succeduto a Viglietti, portando numerosi pezzi indispensabili nell’immaginario spirituale, politico e affettivo d’America, come La era está pariendo un corazón, Ojalá e El Necio: Voglio stare a sinistra più che a destra...Io muoio come sono vissuto.

 

Margarita Lazo ed il gruppo Pueblo Nuevo sono arrivati dall’Ecuador per offrire il loro omaggio “al più grande uomo nato nell’universo nel secolo XX” e proclamarsi attori e partecipanti del trionfo del nuovo presidente del loro paese, Rafael Correa.

 

La canzone impegnata si è diffusa nella notte, portatrice delle nuove forze che si stanno svegliando nella regione, dei sogni e delle speranze delle classi popolari finora emarginate, dell’effervescenza che sta contagiando l’America. La canzone pensante.

 

Il palpito lirico della musica andina in una melodia paraguayana, filtrata nella voce dal timbro dolcissimo di Ricardo Flecha. Il suo regalo speciale per il presidente cubano: una versione in guaraní dell’Internazionale.

 

Il classico e il popolare, la presenza simbolica dei cinque cubani prigionieri negli Stati Uniti riaffermata nelle voci moltiplicate in questo concerto.

 

Oggi, chiudendo il ciclo degli omaggi patrocinato dalla Fondazione Guayasamín, si apre nel Museo delle Belle Arti un’esposizione con 100 opere del pittore ecuadoriano, illustrative delle sue principali serie pittoriche, che sono essenzialmente tre: Huacayñan (Il cammino del pianto), La edad de la ira e La edad de la ternura ed una parte della sua produzione grafica. Assieme a queste verranno esposti tre dei ritratti che fece al Presidente cubano.

 

Uno di questi – nel quale il pittore pone l’enfasi espressiva nelle mani, captandole nella loro particolare eloquenza – è servito come emblema dell’omaggio organizzato dall’amicizia, ammirazione e rispetto.

Vi hanno partecipato 1.400 personalità di tutte le aree geografiche del mondo.