Dichiarazione della Commissione per le Relazioni

Internazionali dell'Assemblea Nazionale

 


Da 47 anni gli Stati Uniti hanno applicato in forma sistematica ed ininterrotta un feroce blocco contro Cuba, di fatto una reale guerra economica diretta a sommergere il popolo cubano nella fame e nella disperazione ed il cui proposito è stato sempre, dal primo momento, il rovesciamento della Rivoluzione cubana.

Mai prima, in tutta la storia dell'umanità, si è sottoposto alcun popolo ad una politica tanto crudele e di tale ostilità come hanno fatto i successivi governi degli Stati Uniti contro il popolo cubano. Dal primo giorno del trionfo rivoluzionario, nel 1959, i governanti statunitensi non vacillarono nell' adottare misure con un proposito che definirono molto chiaramente: causare fame, disperazione.

Fino ad oggi questa politica di bloccare economica, commerciale e finanziariamente Cuba da tutti gli angoli possibili, includendo le pressioni su terzi paesi, non solo non é cessata ma si è andata incrementando e rinforzando nonostante l'opposizione praticamente unanime del mondo intero. Oggi, come quasi 50 anni fa, il governo imperiale continua dissipa sforzi infruttuosi per causare sofferenza a tutto il popolo e ottenere la distruzione della Rivoluzione cubana.

Il popolo ed i Governo cubani non hanno cessato di denunciare davanti al mondo tale politica ingiusta e crudele i cui effetti non sono solo economici ma anche sociali e psicologici e ci hanno obbligato a realizzare uno sforzo sovraumano durante tutti questi anni.

L'Assemblea Nazionale del Potere Popolare della Repubblica di Cuba ha proclamato che il blocco economico imposto dal governo degli Stati Uniti contro Cuba costituisce un crimine internazionale di genocidio, come dalla Convenzione per la Prevenzione e la Sanzione del Delitto di Genocidio approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 9 dicembre 1948. Il blocco è stato giustamente un "atto perpetrato con l'intenzione di distruggere totalmente o parzialmente un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso", come lo definisce la Convenzione.

Il blocco non solo ha privato a Cuba di somministrazioni imprescindibili provenienti dall'estero, ma anche di mercati per i suoi prodotti, di crediti indispensabili per il commercio normale, ha impedito l'accesso ad alimenti e medicine, strumentazioni mediche, mezzi sanitari per la lotta contro piaghe e malattie; in generale ha ostruito lo sviluppo economico in tutti i sensi e ha generato danni che secondo calcoli, per difetto, sommano a più di 86000 milioni di dollari.

Ed è precisamente questo atto di genocidio contro il popolo cubano, cinicamente qualificato dagli Stati Uniti con quell'edulcorato ed apparentemente innocuo termine di "embargo", quello che non ha cessato di fortificarsi ed espandersi durante 47 anni.

Il prossimo 8 novembre, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite si aopresta per la 15esima volta ad approvare una risoluzione che chiede la cessazione immediata del blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro Cuba, che lo scorso anno contò sull'appoggio di 182 paesi.

La Commissione per le Relazioni Internazionali dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare della Repubblica di Cuba, come parte del popolo cubano, si somma a ciò che già costituisce una richiesta mondiale cioé che cessi la brutale politica di blocco e chiede di parlamentari e parlamenti del mondo e della comunità internazionali azioni concrete ed effettive a questo proposito, appoggiando così la nostra lotta per difendere i principi più elementari di giustizia, del diritto alla vita, alla pace e la libertà di tutti i popoli.

Commissione per le Relazioni Internazionali dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare della Repubblica di Cuba.

 

Avana 11 ottobre 2006