21 ottobre 2006 - www.italia-cuba.it

 

CONTRO IL TERRORISMO, PER

LA VERITA’ E LA GIUSTIZIA

 

 

 

 

Il 4 settembre 1997, una bomba posta nell’hotel Copacabana a La Habana (Cuba) uccideva il cittadino italiano Fabio di Celmo. Raúl Ernesto Cruz, il salvadoregno arrestato a La Habana, reo confesso dell’attentato, ha indicato nella persona di Luis Posada Carriles il mandante e il finanziatore dello stesso.
Questo è uno delle migliaia di casi di persone vittime del terrorismo, finanziato e organizzato dai vari Governi degli Stati Uniti. Essendo la vittima un italiano, ci riguarda da vicino. Questo non significa che anche le vittime di altra nazionalità non debbano ricevere la nostra solidarietà.
L’appello che segue è destinato a combattere questo male, che in questi ultimi anni ha provocato molte vittime in tutto il mondo.

 

 

AL POPOLO STATUNITENSE E AI SUOI

 

RAPPRESENTANTI AL CONGRESSO

 

 

Cari amici,


cinque anni fa gli avvenimenti dell’11 settembre ci hanno profondamente commosso. Condividiamo il dolore delle vittime e dei loro familiari. Condanniamo senza riserve questi atti terroristici. E’ per questo che i cittadini e le organizzazioni europee richiamano la vostra attenzione sul caso dei cinque prigionieri cubani: Gerardo Hernández, Ramón Labañino, René González, Fernando González e Antonio Guerrero.
 
Il popolo degli Stati Uniti ha il diritto di difendersi dal terrorismo. Anche Cuba ha questo diritto. Di conseguenza speriamo comprendiate che il popolo cubano condivide questa esigenza. E’ risaputo che fin dagli anni ’60 i gruppi terroristi anticubani operano a Miami con l’obiettivo di attaccare Cuba. Questi gruppi si servono di ogni mezzo compreso l’assassinio di civili, l’uso di bombe e altri atti terroristici contro il popolo cubano. Anche alcuni cittadini statunitensi sono fra le vittime delle loro azioni. E’ logico che Cuba cerchi di proteggersi da atti di questo genere sul suo territorio. Nel passato l’FBI si è opposto a qualsiasi tipo di collaborazione con il Governo cubano riguardo a questo tema. Perciò Cuba ha inviato alcune persone per monitorare le attività di questi gruppi di terroristi a Miami e per ottenere informazioni al fine di prevenire attacchi sul suolo cubano.
 
Il 12 settembre 1998 cinque cubani sono stati arrestati dall’FBI. Sono stati processati e condannati a pene che vanno da 15 anni di carcere, sino a un doppio ergastolo, mentre l’unica loro colpa è stata quella di proteggere il popolo cubano dalle atrocità dei terroristi. Il processo si è svolto a Miami, città in cui era impossibile garantire un verdetto giusto e imparziale per "i 5 cubani". Alti ufficiali dell’esercito statunitense hanno testimoniato al processo che mai "i cinque" hanno rappresentato una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Il Governo non ha potuto presentare prove a sostegno delle principali accuse: cospirazione per commettere spionaggio e cospirazione per commettere assassinio. Riguardo quest'ultima accusa, il Governo ha tentato invano di ritirarla, riconoscendo per iscritto che non poteva essere sostenuta da alcuna prova. Ciò nonostante i cinque sono risultati colpevoli per tutte le accuse. Le condanne ricevute sono severe e il trattamento disumano; a due di loro è stato negato il diritto a ricevere le visite delle mogli e delle figlie.
 
Il 27 maggio 2005 il Gruppo di Lavoro dell’ONU sulle Detenzioni Arbitrarie ha stabilito che la privazione della libertà dei 5 era arbitraria e illegale e ha intimato al Governo degli Stati Uniti di prendere immediatamente misure per rimediare a questa situazione.
 
Il 9 agosto 2005 una commissione di 3 giudici del Tribunale di Atlanta ha sentenziato che il processo di Miami non era valido, ha annullato le sentenze e ha ordinato che venisse celebrato un nuovo processo. Tuttavia, trascorso un anno, la sessione plenaria dello stesso Tribunale, ovviamente dietro una fortissima pressione politica, ha revocato questa decisione. Questi giudici hanno emesso la loro sentenza proprio mentre a Miami si sta invocando di farla finita con Cuba come Stato sovrano, mentre vengono sottratte da arsenali militari armi destinate ad azioni terroristiche contro l’Isola, mentre rappresentanti dei gruppi terroristi rilasciano pubbliche dichiarazioni nelle quali, con totale impunità, riconoscono la loro ribalderia e vengono proibiti libri per bambini su Cuba.
 
In tutto questo periodo in Europa decine di migliaia di persone hanno firmato petizioni che esigono la liberazione di Gerardo, Ramón, René, Fernando e Antonio. Speriamo che questo nostro sforzo solidaristico contribuisca a far sì che il popolo statunitense e i suoi rappresentanti eletti appoggino la nostra richiesta al Governo degli Stati Uniti per l’immediata liberazione dei Cinque, che hanno già subito 8 anni di carcere e il cui unico reato è stato quello di lottare contro il terrorismo.
 
Confidiamo che questa giusta richiesta venga sostenuta.
 

 

 ASSOCIAZIONE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA

 

per aderire e firmare l'appello