Cuba, Raul va in copertina:

«Fermamente al potere»

 

 

«Castro di nuovo in piedi» Il Granma elogia il fratello di Fidel mentre i vescovi pregano per lui e un ministro giura: tornerà presto

 

 

| Avana 5 agosto 2006 | E.N. |

 

 
 

«Fidel guarirà presto», dice il ministro della salute cubano Jose Ramon Balaguer in visita ufficiale in Guatemala, e un altro po' di sorrisi si spengono dalle parti dei fuoriusciti di Miami e della Casa Bianca, anche ieri abbastanza silenziosa (se si eccettua il recente invito di Bush a un «cambio democratico») sul destino del suo nemico più vicino. Il vecchio lider maximo e il suo sanguinamento intestinale sono al centro di un oceano di speculazioni a mezzo stampa, in parte - tocca dirlo - alimentate anche da quel comunicato cubano che dichiarava la salute di Fidel una sorta di segreto di stato che ha finito per autorizzare ogni speculazione, anche le più fantasiose. Tra i fantasiosi non c'è la chiesa cattolica cubana: probabilmente memore dello storico viaggio di papa Wojtyla a Cuba, e del fatto che Castro permette che (ad esempio) Chavez lo chiami pubblicamente cristiano, i vescovi cubani hanno pubblicamente esortato la popolazione cattolica a «pregare perché il Signore vegli sulla salute di Fidel, illumini i responsabili del governo provvisorio e la pace non venga turbata da nessuna situazione interna o esterna». Oggi nelle chiese di Cuba sarà letto un comunicato che afferma, tra l'altro, che «la chiesa cattolica condivide le suppliche di tutti i credenti» sul ristabilimento di Fidel.
Nel frattempo c'è e non c'è, il vecchio Fidel, e passi per la stampa vicina a quelli che con disprezzo i cubani definiscono gusanos, vermi, ma anche i cubani comuni cresciuti a pane e Castro non sanno come interpretare i silenzi ufficiali, le poche dichiarazioni formali, la stampa del partito.
Ecco, la stampa ufficialista. Il Granma, organo ufficiale del partito comunista cubano, ha assicurato ieri che Raul Castro è «saldamente al timone» del regime dopo che Fidel gli ha affidato il potere. Il giornale respinge al mittente l'invito rivolto ieri ai cubani dal presidente degli Stati uniti George W. Bush a «lavorare per un cambiamento democratico sull'isola». «La parola transizione - afferma sprezzantemente il Granma - non esiste nel vocabolario dei cubani». Sullo sfondo dei tentativi del giornale del partito di rassicurare l'opinione pubblica, l'ultimo giro di giostra sullo stato di salute di Castro e sui suoi contraccolpi su Cuba viene dalla stampa spagnola, che ha rivelato ieri come Raul Castro sia in preda a «crisi depressiva a causa della grave malattia che ha colpito la moglie, Vilma Espin». Secondo alcuni giornali iberici, per tenere le redini del governo Raul si sarebbe affidato a un gruppo di sei membri anziani del Partito comunista cubano, che opererebbe sotto la sua supervisione. Tra loro ci sono il ministro degli esteri Felipe Perez Roque e Carlos Lage, l'uomo che guidò le riforme economiche degli anni Novanta.
Malgrado le glorificazioni del Granma per ora Raul tace, e forse non fa proprio male. Tra le supposizioni che circolano sul suo silenzio c'è quella che una sua eventuale apparizione pubblica «pesante» significherebbe che la salute del più anziano e prestigioso fratello è effettivamente malmessa, e produrrebbe sul paese quello sconforto che i bollettini medici non hanno ancora prodotto. L'unica che abbia spezzato una lancia a favore di Raul è stata da Miami la sorella del lider maximo, Juanita Castro Ruz. La donna, che da anni ha preso le distanze dal regime castrista, ha detto in un'intervista al quotidiano spagnolo El Periodico: «Se Raul prenderà realmente il potere per Cuba sarà una grande opportunità», perché lui è «molto più aperto» di Fidel.
Sulla situazione cubana si è registrata una presa di posizione del governo cinese che ha invitato gli Stati uniti a non immischiarsi nelle questioni dell'isola. «Riteniamo che la politica interna di Cuba sia affare dei cubani», ha affermato il ministro degli esteri cinese.