RISPOSTA ALL’INFAMIA

Fidel ha di nuovo chiamato in causa

 

la rivista nordamericana ‘Forbes’
 

● Il silenzio non fermerà la nostra denuncia ● Continueremo a polverizzare le menzogne

 

25.5.06

 

La menzogna è stata di nuovo polverizzata dall’intervento radiotelevisivo di ieri del Presidente Fidel Castro, durante il quale il leader della Rivoluzione ha affermato che l’Amministrazione Bush ha ricevuto un no hit no run al rimanere senza risposta né difesa alcuna di fronte alle inconfutabili verità della Rivoluzione cubana.

 

idel ha di nuovo chiamato in causa la rivista nordamericana ‘Forbes’Fidel e diversi invitati hanno messo allo scoperto per sette ore la manovra con la quale dalla rivista ‘Forbes’ si è cercato di macchiare il prestigio di Cuba, proprio mentre il paese sta conquistando nuove vittorie ed estendendo il suo aiuto e potenziale ad altri popoli del mondo.

 

Io conosco questo popolo. Il suo stato d’animo in ognuna delle battaglie (e mai è stato così alto) è un risultato dell’opera della Rivoluzione, ha affermato Fidel spiegando le ragioni da opporre alla congiura di Washington, che vede ‘Forbes’ attribuirgli una fortuna di 900 milioni di dollari.

 

Occorre continuare a polverizzare la menzogna. È una battaglia ideologica, tutto questo è Battaglia delle Idee. Non hanno niente da dire, non possono difendersi in nessun modo, ha enfatizzato.

 

Ha spiegato che il suo intervento radio-teletrasmesso è stato diretto fondamentalmente all’opinione pubblica internazionale, perchè il popolo cubano non si lascia ingannare né manipolare, poiché la sua coscienza si è moltiplicata. Questo è il popolo che difende la Rivoluzione, che sa riconoscere le menzogne e le respinge, ha puntualizzato.

 

Continuano a rimanere in silenzio, ha aggiunto riferendosi alla chiamata in causa fatta nell’intervento precedente, durante la quale ha sfidato l’Amministrazione Bush ed i suoi organi di Intelligence a provare le infamanti accuse lanciate.

 

Bush tace e tacciono anche il Dipartimento di Stato, il Congresso, la CIA. Solo il ‘Nuevo Herald’, libello della mafia terrorista di Miami, difende le affermazioni di ‘Forbes’. Ciò dimostra la debolezza dell’Amministrazione Bush, che non è stata in grado di dire una parola.

 

Anche quando li avevamo sfidati a dire da dove fosse entrato illegalmente Posada Carriles si erano mantenuti in silenzio, ha aggiunto.

 

 

TUTTE LE ENTRATE DEL PAESE SONO PER LA RIVOLUZIONE

 

 

Fidel ha sottolineato che tutte le entrate del paese, da qualsiasi parte vengano, sono utilizzate per sostenere lo sviluppo della Rivoluzione, in un paese sottoposto a blocco che ha portato l’educazione e la salute a tutto il popolo, che ha formato il capitale umano per mezzo del quale si è potuto resistere al periodo speciale ed alla caduta del campo socialista, in particolare dell’URSS.

 

Questa è una ragione fondamentale che non capiscono coloro che prevedevano la nostra fine quando perdemmo i mercati ed il blocco statunitense si fece più duro.

 

Ha ricordato che in quel periodo gli studenti delle scuole di Medicina erano quasi 30.000 e quasi tutti si laurearono. Oggi il paese sta formando 40.000 programmatori di computazione, oltre ad altre migliaia di specialisti in servizi che il paese offre ad altre nazioni e che segnano un nuovo indirizzo economico.

 

Ha affermato che le entrate del turismo, dei negozi in divisa e delle altre migliaia d’imprese sono state utilizzate in tutti questi anni per comprare combustibile, alimenti ed altre cose indispensabili ed in questo modo si è potuto prima resistere e poi riprendere la strada dello sviluppo.

 

Il sistema bancario adesso amministra quel che prima era a carico di circa tremila entità operanti in divisa. È l’istituzione che riceve, incassa e approva tutti gli investimenti, ha spiegato. Lì si tiene il conto dei costi con una disciplina sempre maggiore.

 

 

UN SECCHIO IN TESTA

 

 

Fidel ha affermato che sia ‘Forbes’ che il ‘Nuevo Herald’ dovrebbero mettersi un secchio in testa per coprire il discredito delle loro falsità. Ha commentato un articolo del quotidiano di Miami nel quale lo chiamano assassino, terrorista e genocida.

 

Cerchino una guerra nella storia dell’umanità, nella storia delle rivoluzioni, in cui un esercito (come l’Esercito Ribelle di Cuba) abbia fatto migliaia di prigionieri e non abbia colpito nemmeno uno di loro. A Girón fu lo stesso: nemmeno una percossa né un colpo col calcio di un fucile dato ai mercenari.

 

È vero che abbiamo punito in maniera esemplare coloro che torturarono e assassinarono il popolo. Promettemmo che sarebbe stata fatta giustizia e così facemmo, applicando la pena massima prevista dalla legge per questi criminali, senza mai possedere squadroni della morte e perfino sospendendo la pena capitale. Tutto ciò mentre eravamo vittime di una guerra sporca che provocò la morte di migliaia di cubani, ha argomentato.

 

Ha indicato che genocidi e criminali sono coloro che hanno imposto le leggi Torricelli ed Helms-Burton contro il popolo cubano, coloro che hanno pagato Posada Carriles per i suoi atti criminali e che non hanno smesso di compiere attentati in tutti questi anni di Rivoluzione.

 

Sapevamo che era pronto l’attentato a Panama e lo denunciammo lì, perchè non potevamo violare la sovranità di questo paese catturando o eliminando gli attentatori. Non lo avremmo mai fatto. Però è vero che abbiamo aiutato gli angolani, i namibiani e molti altri popoli, abbiamo combattuto l’apartheid ed abbiamo contribuito ad altre cause rivoluzionarie, alcune delle quali conquistarono il potere.

 

 

NON POSSONO FARE QUEL CHE FA CUBA

 

 

Sappiamo perfettamente quanto è stato il costo del contingente Henry Reeve in Pakistan, di ogni volo ed ospedale. Io non avrei mai parlato se il Presidente, il ministro degli Esteri ed il Primo Ministro non avessero parlato e chiesto aiuto al mondo. Per noi si è trattato di una missione doverosa, al pari dell’offerta di 1.600 medici agli USA dopo il passaggio dell’uragano Katrina o delle centinaia che abbiamo offerto a Guatemala e Messico dopo la tormenta Stan, ha espresso Fidel.

 

Se non avessimo avuto i medici non avremmo potuto aiutare il Pakistan con anestesisti, chirurghi, medici di terapia intensiva e sostengo che l’Europa e gli USA assieme non avrebbero potuto fare quello che ha fatto Cuba, perchè lì i medici sono proprietà privata.

 

Ha fatto riferimento in questo senso a come il nostro paese contribuisce alla formazione di medici ed altri professionisti provenienti da diverse parti del mondo, facendo l’esempio dei 1.600 boliviani che stanno studiando Medicina ad Holguín, o ai 700 medici dell’Isola che stanno prestando servizio nella terra di Evo Morales o a coloro che hanno trasformato in università i loro posti di lavoro in remote località dell’Africa Subsahariana, dove 700 milioni di persone dispongono di meno medici di quelli su cui può contare Cuba.

 

La cospirazione nella quale sono inserite le menzogne pubblicate da ‘Forbes’ è stata orchestrata per cercare di offuscare queste realtà e l’esteso prestigio della Rivoluzione. Ed era questo il momento giusto in cui rispondere, in contemporanea con l’uscita del libro di Ramonet, che ha avuto una grande ripercussione, ha detto Fidel.

 

Oggi il discredito dell’impero è più grande che mai. Fanno guerre nel nome della democrazia; sono bugiardi e svergognati.

 

Ci troviamo di fronte alla sfida della realtà più complessa che sia mai esistita, gravida di minacce che mettono in pericolo la stessa esistenza della specie umana, con decine di migliaia di armi nucleari e cambiamenti climatici associati ad un mondo disorganizzato, dove una minoranza controlla la ricchezza, domina la tecnologia e i progressi scientifici.

 

Molte di queste idee – ha continuato – si trovano nel libro di Ramonet, senza menzogne né esagerazioni. Se fosse diversamente staremo tradendo la nostra coscienza.

 

Fidel, rispetto alle calunnie di ‘Forbes’ ed alle sue chiamate in causa degli Stati Uniti, ha detto che forse pensavano che non gli avremmo risposto. Avrebbero dovuto essere più prudenti, tacere e fare un po’ più di attenzione, perchè stiamo vivendo un momento eccezionale.

 

Ed ha concluso: quella rivista piena di spazzatura dovrebbe scusarsi con l’opinione pubblica mondiale. Non possiedo conti in dollari in nessuna banca cubana, né posseggo un solo dollaro. Continueremo a chiamarli in causa e siamo sicuri che nel mondo si pronunceranno in molti contro queste menzogne.

 

‘Forbes’ dovrebbe chiedere scusa al mondo per le sue menzogne e infamie, ha enfatizzato Fidel.
 

 


Li sfido a provare che posseggo

 

anche un solo dollaro!


Cuba lavora per la salute e l’educazione di milioni di persone nel mondo, mentre loro diffondono infamie La menzogna è una componente del potere egemonico degli USA È Bush a dover rispondere sulle torbide manovre per accrescere il suo patrimonio

 

16.5.06 M.J.Mayoral / P. De La Hoz / J.A. De La Osa

 

Li sfido a provare che posseggo anche un solo dollaro!Il Presidente Fidel Castro ha sfidato lunedì sera il presidente Bush, la CIA, i 33 servizi segreti degli Stati Uniti, le migliaia di banche del mondo ed i servi che scrivono sulla rivista Forbes (che gli attribuiscono una fortuna di 900 milioni di pesos) a provare che possiede anche un solo dollaro all’estero.

 

Fidel ha detto che, in cambio di una sola prova, offrirebbe loro tutto quello che hanno preteso e non hanno potuto ottenere in quasi mezzo secolo, tentando di distruggere la Rivoluzione e di assassinarlo mediante centinaia di piani di attentati. Gli regalo tutto quello che hanno preteso, ha affermato. La facciano finita con le chiacchiere: verifichino se dispongo di un conto anche di un solo dollaro, ha sottolineato.

 

Se provano che posseggo un solo dollaro rinuncio al mio incarico e alle

 funzioni che sto svolgendo; non avranno più bisogno di piani né di transizioni, se provano che posseggo anche un solo dollaro, ha detto enfaticamente il leader della Rivoluzione cubana.

 

Si sono messi nei pasticci con queste menzogne, ha continuato. Dobbiamo rompere questo nodo gordiano e lo romperemo senza il minimo dubbio, ha puntualizzato riferendosi alla pubblicazione statunitense, che gli attribuisce gli utili delle imprese pubbliche dell’Isola.

 

Perchè dovrei volere adesso il denaro, se sto per compiere 80 anni e non l’ho voluto prima?, ha chiesto, enfatizzando subito dopo che in tutta la sua vita si è basato sui principi e che non li ha mai abbandonati.

 

Ha detto di aver calcolato che per trasportare questo denaro sarebbero state necessarie circa 1.000 valigie. Chi le ha portate? In quale aereo? Chi le ha caricate e con quale scorta? Com’è possibile che io abbia sottratto denaro per così tanti anni? Sono stupidi, al di là degli argomenti morali che si potrebbero addurre.

 

È semplicemente un insulto, ha aggiunto. Fidel ha denunciato che lo vogliono dipingere come uno dei ladroni che loro hanno foraggiato.

 

Dov’è il denaro di Mobutu? E quello dei Somoza? Ha affermato che negli Stati Uniti ci sono centinaia di migliaia di milioni in denaro rubato attraverso le banche nordamericane. Sono lì: cerchino le liste, per pubblicarle, ha indicato.

 

Il leader della Rivoluzione ha detto che la cosa più orribile non è "dipingere" uno come ladro, ma farlo passare come traditore dei morti, i morti del Moncada, del Granma, della Sierra Maestra, dell’Escambray, di Girón, delle missioni internazionaliste o mentre difendevano il paese dagli atti di terrorismo. Sarebbe come tradire generazioni intere che hanno lottato, ha sottolineato.

 

Ha aggiunto che quel che devono pubblicare i "banditi" di Forbes è il suo record olimpico, consistente nell’essere la persona contro la quale il più poderoso impero della Terra ha preparato più attentati in tutta la sua storia.

 

Fidel, facendo riferimento alle migliaia di pazienti che hanno recuperato la vista grazie all’Operazione Miracolo, si è chiesto cosa penseranno queste persone quando leggeranno i giornali con articoli sulle sue ricchezze. "È una campagna per farmi passare come un ladro", ha detto, aggiungendo che questo persegue un obiettivo: annullare Cuba, dipingere Castro come un ladro affinché nessuno riconosca quel che l’Isola fa a favore del resto del mondo, con i suoi 25.000 professionisti della salute che lavorano gratuitamente in un gran numero di paesi.

 

E questo perchè possediamo capitale umano e certamente possiamo contare su 100.000 milioni di dollari in capitale umano, ha puntualizzato.

 

Ha letto quanto pubblicato in diversi organi di stampa, che hanno dato spazio all’infamia di Forbes, commentando al rispetto che, mentre pubblicano menzogne deliberate, non dicono niente dei quasi 20.000 studenti latinoamericani di medicina che si stanno preparando a Cuba o del fatto che nell’Isola si formeranno nei prossimi anni quasi 100.000 medici.

 

 

FORBES: UN LIBELLO AL SERVIZIO DELL’IMPERO

 

 

Le infamie e le menzogne diffuse dalla rivista Forbes, un libello al servizio dell’impero, sul Presidente Fidel Castro, sono andate in frantumi schiantandosi contro le inconfutabili verità esposte lunedì sera al nostro popolo ed al mondo da un gruppo di illustri personalità che hanno accompagnato Fidel durante la sua Comparizione Speciale, trasmessa per radio e televisione da L’Avana.

 

Sono risultati evidenti la sintonia della pubblicazione e del suo direttore con l’ossessione anticubana del presidente George W. Bush e dei servizi segreti statunitensi, nonché il servilismo del potere mediatico nei confronti dei diktat di Washington.

 

Tutti i partecipanti alla Tavola Rotonda hanno dimostrato con solidi argomenti e ragioni che l’impero è irritato dai progressi della Rivoluzione pulita, onesta, giusta e trasparente che stiamo portando avanti nel nostro paese.

 

Fidel ha confessato, introducendo la Comparizione, di provare ripugnanza per le falsità pubblicate nel libello, che lo ha incluso nella lista dei governanti che hanno ammassato maggiori fortune personali, mettendolo in mezzo a monarchi e dittatori.

 

Il 17 marzo del 2005, poco più di un anno fa, aveva già alluso all’infame pubblicazione, ma in quel momento aveva preferito dedicare il suo intervento a spiegare un fatto di grande importanza per il nostro popolo: la rivalutazione del peso.

 

Ha ricordato che in un’altra opportunità, rispondendo alla menzognera dichiarazione del presidente degli Stati Uniti di fronte ai suoi soci della mafia cubano-americana di Miami, secondo la quale il commercio con Cuba "servirebbe soltanto a riempire le tasche di Castro e dei suoi seguaci", ha detto tra l’altro che: "Non sono nato poverissimo. Mio padre possedeva migliaia di ettari di terra. Quando trionfò la Rivoluzione queste terre vennero consegnate ad operai e contadini. Ho l’onore di poter dire che non posseggo un solo dollaro. Tutta la mia fortuna, signor Bush, entra nella tasca della sua camicia. Se un giorno ne avessi bisogno per custodirla in un luogo ben protetto da attacchi preventivi e a sorpresa la pregherei di prestarmela e se questa fortuna è ingente gliela dono anticipata come pagamento dell’affitto".

 

Ha anche ricordato come nel corso dell’ultimo anno Bush e le autorità nordamericane siano state colte in grave fallo per dare protezione al terrorista Luis Posada Carriles e che solo dopo molte pressioni hanno dovuto ammettere – non Bush, ma altri funzionari – che le denunce di Cuba sull’accoglienza offerta negli USA al criminale erano vere e inoppugnabili.

 

L’invettiva lanciata dalla rivista Forbes è stata nuovamente reiterata in data recente ed il potere mediatico dipendente dall’impero ha fatto da eco. Fidel aveva avvertito che stessero attenti ed ha paragonato, utilizzando il gergo del baseball, il compito di sgonfiare la menzogna con una battuta su un lancio debole che fa sfrecciare la palla sopra il centro del terreno.

 

Fidel ha spiegato che per smascherare le calunnie ha pensato: "Vado di fronte al popolo per difendermi da questa porcheria?" Ha comunque considerato la convenienza di dare la parola a varie personalità che potessero illustrare diversi aspetti della questione: Francisco Soberón, ministro presidente della Banca Centrale di Cuba, che ha definito come uno degli uomini più onesti da lui conosciuti; Abel Prieto, ministro della Cultura, che è stato in permanente contatto con i movimenti sociali e intellettuali che resistono all’impero; gli scienziati Concepción Campa, principale creatrice del vaccino contro la meningite di tipo B e Agustín Lage che, alla testa del Centro di Immunologia Molecolare ha sviluppato promettenti farmaci contro il cancro, nonché lo storiografo Eusebio Leal, promotore della grande opera di riscatto dell’Avana Vecchia e autorità mondiale per quanto riguarda il restauro delle città storiche.

 

 

COMPLOTTO DELL’ESTREMA DESTRA CON LA CIA

 

 

Soberón ha offerto un profilo molto preciso del proprietario della rivista, Steve ForbesSteve Forbes: un uomo dell’estrema destra, associato ai presidenti Ronald Reagan e George Bush padre nella destabilizzazione dell’ex blocco socialista europeo. Un ricco imprenditore statunitense, sommamente interessato ad annusare l’origine delle fortune altrui, ma riluttante ad esporre pubblicamente da dove sia venuta fuori la sua, ammontante a 1.839 milioni di dollari.

 

Il Ministro Presidente della BCC, dimostrando la rozzezza e la completa inconsistenza dei metodi utilizzati per calcolare l’inesistente fortuna del leader della Rivoluzione cubana, ha suggerito tra l’altro che Forbes’ potrebbe attribuire a George W. Bush il 10% dei 500.000 milioni di dollari provenienti dal narcotraffico o dal crimine organizzato che annualmente ed impunemente vengono "lavati" in banche nordamericane o un’identica percentuale di mazzette sui 280.456 milioni di dollari che è costata al contribuente statunitense l’aggressione all’Iraq.

 

Il libello, invece di dedicarsi a diffondere la colossale menzogna con la quale pretende di macchiare l’immacolata reputazione del leader della Rivoluzione, dovrebbe investigare e fornire dati sulle torbide manovre di Bush per accrescere la sua fortuna, come il provato caso della compravendita della squadra di baseball dei Rangers del Texas e del loro stadio, la sua responsabilità nelle irregolarità finanziarie della compagnia petrolifera Harken Energy ed i suoi legami con la corporation Enron, protagonista della più enorme frode nella storia recente degli USA.

 

Il titolare della BCC ha annunciato, come prova inconfutabile della fiducia nutrita da molti nel mondo nei confronti del sistema cubano, che questa istituzione è recentemente riuscita a collocare nella Borsa Professionale dei Valori di Londra un’emissione di buoni per un totale di 400 milioni di euro, pagabili in un anno col 7% d’interesse, che sono stati tutti comprati da banche straniere e cubane il giorno stesso della loro emissione.

 

Soberón ha ricordato che negli ultimi nove anni Cuba ha pagato importazioni per 44.000 milioni di dollari, tra i quali quelli ricevuti in divisa da CIMEX per la vendita di vaccini, i fondi raccolti dal Palazzo delle Convenzioni ed altri introiti che hanno nutrito i nostri conti per costi della nazione come educazione, salute, sicurezza, difesa interna e riserve per affrontare contingenze climatiche ed epidemie naturali o introdotte dal nemico.

 

Ha asserito che, nella nostra economia pianificata centralmente e dotata di un sistema bancario nazionale che gestisce la totalità della divisa è totalmente impossibile che qualcuno della più alta direzione del paese possa disporre di conti internazionali all’estero.

 

"Con assoluta autorità morale e guardando in faccia il nostro popolo e l’opinione pubblica, affermiamo che il nostro massimo dirigente costituisce un esempio di dignità e pulizia" morale, ha concluso.

 

 

LA MENZOGNA COME ARMA IMPERIALE

 

 

"Si sono sbagliati di milionario". Così Abel Prieto ha commentato ironicamente la pretesa della rivista Forbes di comprendere Fidel nella sua lista di magnati governanti. Il Ministro della Cultura ha fatto riferimento al lungo rosario di calunnie e menzogne delle quali si è avvalso sistematicamente l’imperialismo per screditare coloro che non si sottomettono al suo progetto egemonico.

 

Abel, tra i molti ed esemplificativi esempi di uso della menzogna come arma del potere mediatico, ha comparato il chiasso che nel 1986 si fece sul "presunto poeta e invalido" ed in realtà volgare terrorista Armando Valladares, premiato da Reagan con il posto di ambasciatore USA presso la Commissione dei Diritti Umani di Ginevra, con il silenzio che impedì che si sapesse la verità sui crimini e le torture investigate dall’attivista salvadoregno Herbert Anaya, commessi nel carcere La Esperanza: nessuno dei grandi media volle riportare il rapporto né diffondere il video con la testimonianza delle vittime.

 

Questa pratica di disinformazione ha raggiunto dimensioni inusitate con l’attuale Amministrazione nordamericana, come provato dalle menzogne diffuse a giustificazione dell’aggressione contro l’Iraq e dall’assassinio a Baghdad del cameraman spagnolo José Couso e da altri giornalisti.

 

Il titolare della Cultura ha ponderato come, nonostante l’esercizio della menzogna, si stia aprendo sempre più la strada alla verità ed al pensiero emancipato. Ha considerato in questo senso che sarà molto utile la lettura del libro Cento ore con Fidel, conversazioni con Ignacio Ramonet, che era presente in studio assieme agli altri invitati alla comparizione. La presentazione del libro, nella sua edizione cubana, è prevista per oggi (martedì).

 

 

NON ABBIAMO BISOGNO DI DIFENDERCI,

SIAMO VENUTI AD ACCUSARE

 

 

"Siamo venuti ad accusare coloro che rubano e mentono". Così il famoso scienziato Agustín Lage ha sintetizzato lo scopo della comparizione alla TV. Non abbiamo bisogno di difenderci. Fidel viene difeso dalla sua opera, dalla sua etica, dalla coerenza di tutta la sua vita, ha sottolineato.

La nuova calunnia, secondo il deputato all’Assemblea Nazionale del Potere Popolare, riflette la linea di comportamento seguita per decenni dagli avversari ideologici della Rivoluzione e costituisce un vero insulto al popolo cubano, perchè sarebbe necessario supporre che siamo diventati un paese di scemi o di codardi per immaginare che noi cubani non abbiamo memoria storica e che manteniamo alla direzione della nazione un dirigente capace di rubare e di arricchirsi. Questo popolo lottò con le armi per abbattere i politici corrotti del capitalismo e Fidel fu uno dei primi ad impugnare le armi per mettere fine a quegli abusi.

 

Lage, direttore di uno dei centri di ricerca del Polo Scientifico della capitale, ha sottolineato che la prima cosa che viene messa in evidenza dal testo pubblicato da Forbes è la totale disinformazione sulla realtà cubana perchè, tanto per cominciare l’impresa MEDICUBA, menzionata come una delle presunte fonti d’entrata personali del Presidente, non comprende tra le sue attività la vendita di nessun medicinale all’estero, né di nessun altro prodotto della biotecnologia.

 

Quel che sì si può leggere tra le righe nell’articolo del menzionato libello, ha indicato, è che si ammette che l’industria biotecnologica creata da Cuba ha entrate importanti, mentre molte compagnie nel mondo non riescono a essere redditizie per quanto riguarda la commercializzazione delle loro produzioni. È questo il caso degli Stati Uniti, dove il 70% delle imprese del settore sopravvivono e ottengono utili tramite la speculazione finanziaria e altri affari.

 

A Cuba nemmeno un centesimo delle entrate ottenute nel settore ha come destinazione l’incremento della fortuna personale di nessuno.

 

Soltanto tra il 1980 e il 1990 vennero investiti più di un miliardo di dollari nel settore biotecnologico. Inoltre, impianti con tecnologia cubana sono stati installati in India e Cina, ha ricordato Agustín Lage.

 

Le divise ottenute permettono anche di finanziare i programmi d’assistenza sanitaria al nostro popolo. Se non fosse così, ha detto, non potremmo affermare che tutti i bambini cubani vengono protetti contro 13 malattie per mezzo di vaccini somministrati gratuitamente, né che i malati di SIDA godono della terapia tripla.

 

Lo sviluppo della ricerca scientifica, che richiede equipaggiamenti molto costosi, rincarati dall’effetto delle leggi extraterritoriali dettate dal Governo USA e dalla costante persecuzione delle sue autorità a qualsiasi ditta disposta a commerciare con il nostro paese, si avvale anche delle entrate provenienti dalle vendite all’estero.

 

In questo momento, ha precisato Lage, sono in fase d’esecuzione più di 150 progetti di ricerca e sono stati realizzati più di 900 brevetti come risultato dell’attività scientifica in questo campo. A quanto detto va aggiunto che l’industria biotecnologica continua ad aumentare il suo contributo al bilancio dello Stato.

 

Il nemico, ha commentato Lage, è perverso ma non stupido. Sa che Cuba è un esempio e che quindi bisogna tentare di isolarla e di impedire ad ogni costo che consegua successi. L’attacco a Fidel, ha concluso, è un attacco alla Rivoluzione, alle basi del nostro sistema politico, alle concezioni cubane dello sviluppo economico.

 

 

LA RICCHEZZA DELLE VIRTÙ

 

 

Eusebio Leal, Storiografo della Città, ha apportato una testimonianza inedita del distacco e del disinteresse per le ricchezze materiali caratteristici di Fidel. Ha taciuto su queste esperienze personali e soltanto adesso le ha potute rivelare: tra il 1991 e il 1995, su incarico del Presidente del Consiglio di Stato e dei Ministri distribuì 11.687 regali da questi ricevuti, provenienti da 133 nazioni. Tra questi beni c’erano pitture, gioielli, pietre dure, opere in avorio, pregiati arazzi, armi antiche, vestiti, mobili, macchine fotografiche, articoli personali...

 

Nonostante le insistenze di Leal che, in quanto appassionato storiografo, avrebbe preferito mostrare questi oggetti come collezione relazionata con Fidel, il Presidente cubano – ha commentato Eusebio – diede l’ordine espresso di consegnare tutti questi pezzi a centri culturali e a persone necessitate, senza nessun riferimento pubblico alla donazione.

 

Il riferimento alla loro origine appare soltanto nei registri d’entrata dei musei e degli altri centri beneficiati.

 

Se non fosse stato per la nuova calunnia degli imperialisti, sicuramente Leal non avrebbe raccontato che il Museo Numismatico inaugurato di recente all’Avana Vecchia mostra pezzi equivalenti a 1.000 once d’oro donate da Fidel, comprese 920 monete statunitensi di differenti periodi storici.

 

Eusebio ha ricordato che questo senso di austerità e l’esempio personale hanno caratterizzato Fidel durante tutta la sua vita. Lo stesso successe nel periodo della lotta insurrezionale, quando il leader della Rivoluzione scelse di impegnare beni personali per finanziare i combattimenti, prima di chiedere denaro ad altri od utilizzare le risorse dei suoi genitori.

 

Simile atteggiamento mantenne la famiglia Castro Ruz al trionfo della Rivoluzione, quando nei primi mesi del 1959 cedette le proprietà nella zona di Birán.

 

L’esempio d’austerità, disinteresse, distacco personale, generosità ed etica di Fidel, ha sottolineato Leal, incoraggiò i più giovani, che decisero di seguirlo allora e sono disposti a farlo oggi e domani. Del suo valore come essere umano, ha aggiunto, parla anche il fatto che non ha mai abbandonato un compagno di lotta, la sua severità con sé stesso e lo speciale impegno per proteggere il patrimonio culturale della nazione, nel quale si distingue il lavoro di riscatto materiale, sociale e spirituale in corso all’Avana Vecchia.

 

Per la membro del Burò Politico e direttrice dell’Istituto Finlay, dottoressa Concepción Campa, le menzogne di Forbes segnalano che i nostri nemici sono incapaci di capire coloro che non hanno mai avuto né mai avranno soldi. Fidel, ha detto, ha saputo insegnare che non è più ricco chi più ha, ma colui che di meno ha bisogno. Ma questo difficilmente possono capirlo i responsabili di guerre d’aggressione dagli effetti prolungati come quelli subiti dal Vietnam, dove stanno continuando a nascere bambini con malformazioni congenite a causa dell’utilizzo dell’agente arancio, più di 30 anni fa.

 

L’illustre ricercatrice ha elogiato l’aiuto solidale del nostro paese a diverse nazioni tramite il rifornimento di vaccini, senza tenere assolutamente conto delle posizioni politiche dei Governi di turno dei paesi che ricevono questo aiuto. Un esempio di questo, ha commentato, è la donazione effettuata al popolo uruguayano nel 2002 per combattere un’epidemia di meningite meningococcica, nonostante che le autorità di questo Stato sudamericano si stessero prestando a fare il gioco dell’impero assecondando il suo tentativo di far condannare Cuba dalla Commissione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.