Non solo gli esecutori

misero la bomba

 

6 settembre 2006 M.Taset E J.Mayor  www.granma.cu

 

Dietro il dolore causato dal mostruoso crimine delle Barbados si nascondono più colpevoli di quelli portati in giudizio. Trenta anni fa, Ricardo Alarcón de Quesada, attuale presidente dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare,  fece parte della Commissione Governativa Cubana che collaborò con Trinidad e Tobago.

Il titolare del Parlamento ha denunciato, non poche volte, i vincoli tra chi tramò il sordido piano; vincoli che, alla luce delle recenti rivelazioni, a tre decadi dell'evento, sono maggiori.

"Abbiamo usato molte volte il termine 'sabotaggio', ma questo fu un classico atto terroristico. La distruzione dell'aereo si produsse per l'esplosione di due bombe che i mercenari Freddy Lugo e Hernán Ricardo collocarono nel compartimento dei passeggeri. Sarebbe stato sabotaggio se qualcuno avesse aggiunto una qualche sostanza al combustibile o avesse rotto un pezzo. Questo può farlo chiunque, il fabbricante, un meccanico...

"Pertanto, secondo i procedimenti dell'aviazione civile internazionale, una commissione investigatrice si riunì, nelle Barbados,  per determinare la causa dell'esplosione.

"Risultò evidente che le bombe erano tra i bagagli
a mano, essere state posizionate nel compartimento di carico, che l'esplosivo fu introdotto dalla Guyana, Trinidad... senza necessità di prendere l'aero. Poiché esplosero nella parte dei passeggeri, le portò qualcuno che viaggiò con esse e scese alle Barbados.

"La relazione tecnica, che la commissione trasmise alle autorità trinitarie, segnalava i noti vincoli della Casa Bianca, e specificamente della CIA, con l'attentato. Più tardi si dimostrò la partecipazione e responsabilità del governo nordamericano. Gli Stati Uniti conoscevano questa relazione; tuttavia, quando incominciò il processo giudiziale si disinteressò del tema."

CI FIDAVAMO DEL VENEZUELA

"Nei giorni 20 e 21 di ottobre si celebra una
riunione in Porto España, Trinidad e Tobago, per accordarci, tra i paesi colpiti, dove processare i presunti criminali. Finalmente si sceglie il Venezuela, tenendo conto che lì fu pianificato il fatto e tanto gli autori materiali come quelli intellettuali (Orlando Bosch e Luis Posada Carriles) provenivano da quella nazione sud-americana.

"Sembrava il migliore luogo per giudicare i responsabili dell'attentato perché questo paese aveva un discorso terzomondista, di leadership in America latina, senza, ancora, il radicalismo di Chávez. Carlos Andrés Pérez in quel momento nazionalizzò il petrolio, negoziò accordi concessionari, aveva l'appoggio di ampi settori della società...

"Nella delegazione venezuelana stavano Marco Tulio, vice ministro dell'Interno; David Morales Bello, deputato di ADECO; l'ambasciatore in Trinidad... ed il resto erano cubani che dirigevano la polizia politica, tra essi Rafael Rivas Vázquez, secondo capo della DISIP, ed Orlando García, consulente per la sicurezza del Presidente. Apparentemente volevano fare pappa di Posada e Bosch."

Quell'atteggiamento non era più che un travestimento.

"Credevamo che Carlos Andrés stesse giocando pulito. Era il gran critico. Non si stancava di ripetere che era un vile assassinio e bisognava fare giustizia. Ma in pratica il processo diventò un groviglio e si estese per anni. Probabilmente avevano calcolato realizzare in Venezuela il processo, precisamente, per non fare giustizia. Nel giro di tre decadi dimostrammo il suo accordo con Washington.

"Risulta interessante leggere la prima edizione del libro di Alicia Herrera:" Mettemmo la bomba, e che cosa?" È una difesa del leader andino. I cubani mafiosi scivolano su lui. Speravano di tornare liberi quando il partito COPEI ritornasse al potere. E questo accadde. Allora, la gente di Carlos Andrés altera l'espediente giudiziale. Alicia rimase sorpresa sapendo che il Governo era coinvolto. Nella nuova edizione prende in considerazione questo, che né ella né noi sapevamo."

Il comportamento del Governo venezuelano dopo l'assassinio di
Orlando Letelier ingannò molti.

"L'allora inquilino del Palazzo di Miraflores offrì sepoltura, a Caracas, all'ex cancelliere cileno che era morto in esilio. Lo seppellirono con una gran cerimonia, dove di sicuro stava qualcuno che sapeva chi l'aveva assassinato.

"Attraverso documenti della CIA declassificati, sappiamo di un incontro dove Bosch si vanta di questo omicidio. Lì erano presenti membri dell'Agenzia, il vice ministro dell'Interno ed Orlando García, coinvolto coi terroristi.

 

"La DISIP era infiltrata non solo dalla CIA ma anche dalla mafia cubana. Il Venezuela era il secondo paese di maggiore destinazione dell'emigrazione dall'Isola e c'erano forti gruppi terroristici. Erano molto amici di Carlos Andrés. Bosch stava in questo circolo e, come si sa ora, quando arrivò all'aeroporto lo ricevettero Posada ed Orlando García, proprio l'assessore alla sicurezza del capo di Stato.

"I resti di Letelier rimasero in Venezuela fino alla fine della dittatura di Pinochet e la sua famiglia fu molto grata per tanto nobile gesto... mentre Pérez aiutava gli assassini."

GLI STATI UNITI DIETRO TUTTO

"Dall'ONU, Carlos Andrés aveva sollecitato gli Stati Uniti che chiarissero il loro ruolo nell'attentato, specificamente quello della CIA, perché era sicuro che fosse coinvolta. Washington non rispose. Nel 1992, quando avevano appena ammesso Bosch, il rappresentante nordamericano disse, davanti al Consiglio di Sicurezza, un'enorme sciocchezza: che ad essi non avevano chiesto informazione."

Oggi si conosce ciò che allora sapevano.

"Esistono documenti declassificati che riferiscono antecedenti terroristici in Panama, Giamaica... relazionati con l'attentato all'aeroplano. Tra i più importanti c'é quello dove Bosch assume la responsabilità dell'assassinio dell'ex cancelliere cileno. Dice: 'ora che la nostra organizzazione uscì tanto bene dal lavoro di Letelier, facciamo qualcosa più'. E più avanti, Posada dichiara che questo qualcosa era distruggere un aeroplano cubano.

"Questo sarebbe servito molto al tribunale venezuelano che giudicava entrambi i terroristi. Ci sono altre relazioni, elaborati propria dalla CIA. Hanno conservato per 30 anni ciò che sapevano. Solo ora, nel 2005, lo rivelano.

DILAZIONI OSCURE

"Il giudizio contro Posada si interrompe nel 1985 perché questi scappa dalla prigione, ma nel giro di una settimana sta già lavorando per la Casa Bianca in un
piano segreto in America Centrale. Posada ristabilì i suoi contatti con la CIA."

Sporche e sanguinose operazioni si svilupparono in quell'epoca. Bush, l'Agenzia ed il terrorista più grande di questo continente tornano a lavorare insieme. Cosicché quando Posada è catturata a Panama e successivamente riceve il "generoso" indulto della presidentessa
Mireya Moscoso, nessuno si sorprende che si rifugi negli Stati Uniti.

Da principio il governo lo nega. Poi non gli rimane altro rimedio che riconoscere l'accoglienza. Allora si vede obbligato a catturarlo e comincia un periodo di dilazioni. La comunità internazionale fa pressioni. Ma la vecchia volpe non va ad "affondarsi" da solo. Sa troppo, tanto che fino ad oggi, Washington non sa decidere cosa fare. La responsabilità nordamericana con la giustizia è tremenda.

L'Accordo Internazionale di Montreal dice che se lo Stato mantiene una persona accusata, in un altro paese, per vincoli con un atto contro l'aviazione civile, e non l'estrada, sarà obbligato, senza eccezione alcuna, a sottomettere il caso ai propri tribunali e giudicarlo come se il fatto fosse successo nel suo territorio.

In modo che se gli Stati Uniti non estradano Posada in Venezuela per l'esplosione dell'aeroplano della Cubana, affinché lì prosegua il giudizio che si stava sviluppando, allora deve giudicarlo, come se fosse stata l'esplosione di un aereo nordamericano o il disastro fosse successo dentro la sua giurisdizione. Ed in questo paese la condanna per assassinio, di primo grado, multiplo sarebbe più grave, perché contempla perfino la pena di morte.

C'è un'altra convenzione internazionale obbligatoria sulla repressione degli attentati terroristici commessi con bombe e la legge è più energica con gli autori di crimini come quello delle Barbados, dove alle vittime risultò impossibile la sopravvivenza per il fatto di viaggiare in aereo.

"L'amministrazione Bush ha evitato che Posada fosse sottomesso a giudizio, non rispondendo alla richiesta di estradizione del Venezuela. Il suo protetto é carcerato da più di un anno, perché entrò senza visto negli Stati Uniti. Tuttavia, il Tribunale Suprema decise, qualche tempo fa, che questo paese non poteva mantenere, indefinitamente, un clandestino in prigione.

"Questo è l'argomento per il quale il suo avvocato, Eduardo Soto, presentò un ricorso di habeas corpus davanti al tribunale, chiedendo che liberassero il suo rappresentato, perché era detenuto, da molti mesi, per il solo fatto di essere entrato illegalmente.

"La legge nordamericana stabilisce certe eccezioni. Possono mantenerlo indefinitamente agli arresti se è sospetto di essere vincolato ad attività terroristiche, se costituisce una minaccia per la comunità o se ci sono altre circostanze speciali che, a giudizio del governo, giustifichino che l'accusato rimanga in carcere. Ma, in qualunque di queste varianti, devono informare il tribunale. E, secondo il magistrato, non hanno ancora detto niente di simile."

Normalmente, in un caso come questo, esiste un termine di 10 giorni concesso alla parte colpita per spiegare le sue ragioni, se è in disaccordo. Quello di Posada Carriles cominciò a partire dall'11 settembre.

"Quando era prossimo il termine, gli Stati Uniti sollecitarono una proroga, ed il giudice gliela concesse fino al 5 ottobre (NR: Secondo le speculazioni delle agenzie di notizie di ieri pomeriggio, si valuta che non c'è nessuna intenzione di accusarlo e si dice che il lungo documento del Dipartimento di Giustizia chiede di mantenerlo in arresto e reclamare, proprio a Posada, che faccia di più affinché lo accolgano in un altro paese latinoamericano).

"Ora vedremo se finalmente l'accusano di terrorismo. L'avvocato José Pertierra spiega molto bene come hanno usato tutto un groviglio per dare l'impressione che non è l'amministrazione Bush, bensì i tribunali, quelli che premono per liberarlo.

"Intanto, la Casa Bianca sta cercando un paese che accolga Posada. Tuttavia, né Canada, né Messico, Guatemala, El Salvador, Honduras, Costarica né Panama l'accettano. Gli Stati Uniti non vogliono che lo giudichino come terrorista e gli conferisce un trattamento speciale in prigione. Proprio l'imputato ha detto che ha una sala da pranzo a parte, un patio a parte per fare esercizi e neanche dorme con gli altri carcerati. Questo prova che Washington sta dietro il crimine delle Barbados."

Con l'attentato all'aeroplano pretendevano disunire i paesi dei Caraibi ma in pratica accadde il contrario. Oggi esistono magnifiche relazioni tra Cuba e questi stati. Intanto le prove continuano a inchiodare i colpevoli e l'ansia di giustizia non é morta.