Cuba accusa gli USA di politicizzare ed

incoraggiare l'emigrazione illegale
 

 

 

24 novembre 2006 - www.prensalatina.it

 

 

Cuba ha nuovamente accusato gli Stati Uniti di politicizzare il tema migratorio ed incoraggiare le uscite illegali dall'isola come pretesto per fabbricare una crisi bilaterale e giustificare un eventuale confronto militare.

Autorità della Procura Generale della Repubblica (FGR) e della Direzione d'Immigrazione e Condizione dello Straniero (DIE) hanno denunciato che l'ostilità dei successivi governi statunitensi contro la rivoluzione cubana ha costituito uno stimolo al traffico illegale di persone.

Concretamente, la Legge di Accomodamento Cubano (1966) ha avuto una importanza speciale nel comportamento dell'emigrazione cubana, in particolare verso gli Stati Uniti, al quale si somma “il criminale e genocida blocco” economico.

La normativa, qualificata come “Legge Assassina”, trasforma in "speciali" gli immigranti cubani in paragone con quelli degli altri paesi facilitando l'ottenimento della residenza e cittadinanza statunitense, dei permessi di lavoro e delle sovvenzioni economiche; ciò che stimola il flusso illegale di emigranti.

“Il governo di questo paese ha continuato nella sua posizione, altamente politicizzata, attorno alla migrazione, col fine di prenderla come fattore di pressione interna ed esterna e per fare propaganda sulla viabilità del socialismo in Cuba”.

Con tale fine, Washington ha ridotto al minimo il conferimento di visti pattuiti in un accordo migratorio bilaterale del 1994 ed ha stimolato le uscite illegali, un fenomeno che si é incrementato, secondo le relazioni ufficiali, durante il 2005 e fino al marzo 2006.

In questo periodo inoltre, hanno segnalato le fonti, si sono scoperti traffici e trafficanti che hanno preteso di abbandonare od entrare nel paese utilizzando la condizione di turisti, mascherati in falsi matrimoni  e con l'utilizzo di documentazione falsa.

Come dimostrano diverse investigazioni, alcuni paesi dell'area dei Caraibi, America Centrale ed Europa sono utilizzati come intermediari dai contrabbandieri di persone, al fine di garantire agli emigranti illegali l'entrata negli Stati Uniti.

D'altra parte, ufficiali di alto rango del Ministero cubano dell'Interno (MININT) hanno indicato a Prensa Latina che, negli ultimi tempi,  é aumentata la penetrazione, per via marittima, di trafficanti di persone nel territorio nazionale.

In conseguenza, si é incrementata anche l'uso della violenza da parte di questi delinquenti quando furono scoperti dalle autorità guarda frontiere. I trafficanti utilizzano imbarcazioni insicure nelle quali salgono una gran quantità di persone, inclusi donne e bambini, che affrontano una traversa, che alcune volte, a conclusioni fatali.

Secondo gli ufficiali del MININT, “gli sforzi delle autorità cubane nel limitare il fenomeno per le sue implicazioni umanitarie, legali e del normale sviluppo delle relazioni bilaterali si sono visti limitati per la politica nordamericana”.

La Casa Bianca applica la politica “dei piedi asciutti, piedi bagnati”, consistente nell'ammettere coloro che riescano a pestare il suolo statunitense e rimpatriare quelli intercettati in alto mare. Tale arbitrio permette a gruppi di delinquenti, che operano da paesi vicini, d'introdurre illegalmente cubani negli Stati Uniti.

Il pubblico ministero generale di Cuba, Juan Escalona Reguera, ha indicato che dal 1999 la legislazione penale di questo paese tipifica come delitto il traffico di persone in tutte le sue manifestazioni che violino il flusso legale, ordinato e sicuro.
is/UCL