Per il settore della Salute Pubblica cubana


Le vere intenzioni

 

del Piano Bush

 

 

8 settembre 2006 - J.Lezcano Perez membro del CC del PCC www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

Il nostro popolo sa che il Piano Bush contempla, come minimo, tre importanti misure da applicare nell'area della salute del nostro paese, direttamente dalle autorità nordamericane o mediante un governo fantoccio di transizione. Esse sono:

1.   privatizzare i servizi per la salute.

2. le agenzie del governo degli Stati Uniti e soci internazionali valuteranno le forze e debolezze del sistema di salute cubano per determinare le necessità della suo restaurazione e/o, modernizzazione.

3. immunizzare immediatamente tutti i bambini minori di cinque anni che siano ancora da vaccinare contro le principali malattie infantili nel sistema attuale della sanità.

 

Come tutti sappiamo il signore W. Bush si vanta dell'incultura che soffre e di non praticare mai la buonaBush legge... al contrario abitudine della lettura e di informarsi su ciò che succede nel mondo; è fattibile credere che non conosca il diritto costituzionale dei cubani a ricevere gratuitamente tutti i servizi di salute, né che il sistema di salute di Cuba è riconosciuto internazionalmente come uno dei migliori tra quanti esistono su questo pianeta, tanto é che il cento percento dei bambini del nostro paese, da quando nascono, ricevono il beneficio dell'immunizzazione contro 13 malattie.

Quello che risulta molto difficile pensare è che queste realtà siano ignorate anche dai suoi assessori, che elaborarono la relazione della Commissione per Assistere ad una Cuba Libera, dai politologi cubani che riscuotono buoni salari per fare proposte su come sconfiggere il "regime di Castro", e ancora meno credibile è che le decine di agenzie di intelligence nordamericane non conoscano con esattezza le eccellenze dei servizi di salute a Cuba, dopo aver perseguito l'obiettivo di ammazzare per fame e malattie il nostro popolo.

 

La storia dell'aggressione yankee è ben conosciuta e sofferta sulla propria carne dai cittadini del nostro paese, citeremo solo la valutazione che, al riguardo, ha fatto un'organizzazione statunitense. L'Associazione Nordamericana per la Salute Mondiale (AAWH), dopo aver studiato, nel 1997, le conseguenze del blocco, in questa sfera, concluse: "(...) L'embargo degli Stati Uniti contro Cuba ha danneggiato drammaticamente la salute e la nutrizione di un gran numero di cittadini cubani. (...) È la nostra conclusione che l'embargo degli Stati Uniti ha aumentato significativamente la sofferenza a Cuba, e perfino ha causato morti".

Avendo chiaro i veri propositi del Piano Bush per il settore della salute, esamineremo ora le conseguenze che avrebbe per il popolo cubano se si realizzassero le proposte yankee di trasportare a Cuba le "bontà" del loro sistema.

 

Nell'articolo di Nicanor León Cotayo, pubblicato sul giornale "Granma", il 21 aprile 2005, si dice:

"Negli Stati Uniti si é saputo che la salute di migliaia di bambini corre pericolo per la mancanza di un insieme di vaccini in alcuni luoghi del paese".

Un articolo del periodico The Washington Post, firmato da David Brown, alcune settimane fa, riportava:

"(...) La riserva di vaccini per bambini del Governo federale, concepita come protezione contro future scarsità, è stata svuotata quasi completamente e non esistono prospettive immediate che sia reintegrata".

Due di questi prodotti che proteggono contro la difterite, il tetano e la tosse ferina, aggiunse il Post, "non esistono in nessuno dei magazzini della compagnia e in nessun'altra parte. Semplicemente non esistono".

La riserva di vaccini del governo degli Stati Uniti fu creata, nel 1983, con l'obiettivo di avere quantità sufficienti per soddisfare le necessità del paese per sei mesi.

 

Il suo crollo virtuale, osservò Brown, è una vergogna indicibile per il Dipartimento (Ministero) della Salute e Servizi Umani, i Centri per il Controllo e Prevenzione delle Malattie ed i fabbricanti.

Secondo il presidente dell'Accademia Americana di Pediatria, dottore Carden Johnston, "noi stiamo lasciando i nostri bambini esposti a serie malattie e perfino alla morte se non li vacciniamo".

"Aggiunse che secondo indagini, attorno al 20% dei bambini statunitensi, tra 19 e 35 mesi di età, sono indietro con le loro immunizzazioni, soprattutto quelli del settore più povero".

A sua volta, da informazioni di Lindsey Tanner, trasmesse dall'agenzia AP, il 10 maggio 2006, si afferma che gli Stati Uniti sono tra gli ultimi, dei paesi più sviluppati del mondo, in quanto alla sopravvivenza dei neonati. 5 su 1000 bebè muoiono prima del primo mese di vita.

Nella relazione dell'Organizzazione Panamericana della Salute, OPS, sugli Stati Uniti appaiono i seguenti dati:

 

"Bambini tra 0-4 anni: Quasi una quinta parte dei bambini minori di 6 anni, nel 1999, vivevano in povertà. Nel 1998, la mortalità infantile fu di 7,2 morti per 1000 nati vivi. Le cinque cause principali di mortalità infantile nel 1998 furono le malformazioni congenite (22% del totale delle morti infantili) relazionate con un periodo di gestazione breve ed il basso peso non specificato alla nascita (15%), sindrome di morte subitanea del lattante (10%), le complicazioni materne della gravidanza (5%) e la sindrome da difficoltà respiratoria (4%). Washington, D.C., la capitale degli Stati Uniti, ebbe un tasso di mortalità infantile di 15,0 morti infantili per 1000 nati vivi.

 

"Nel 1999 si notificarono 1666 casi di malaria, un 8% in più del 1997.

"Nell'anno 2000 si contennero 16377 nuovi casi di tubercolosi.

"Dal 1991 al 2000 aumentò del 49% la cifra di persone diabetiche. Si calcola che quasi il 10% del totale degli adulti del paese ha il diabete".

Una relazione dell'Ufficio del Censimento Nordamericano rende noto che nell' ottobre del 1998 esistevano nel paese 15 milioni di bambini che vivevano in povertà, 11,1 milioni non avevano garantita la protezione della loro salute, soprattutto i minori di 6 anni.

 

A loro volta, informazioni statistiche ufficiali degli Stati Uniti dimostrano che 7000 bambini muoiono annualmente vittime di armi da fuoco, ciò rappresenta la maggiore cifra tra i 28 paesi più ricchi del mondo. Il 12% della popolazione nordamericana (circa 30 milioni) è colpita dalla fame dal 1990. Un altro 19% vive sotto i limiti di povertà e 45 milioni di cittadini non hanno copertura medica.

Su questi stessi temi, un'informazione dell'agenzia di notizie Associated Press (AP), scritta da Genera C. Armas, il 26 agosto 2004, segnalava che "il numero di statunitensi che vivono in povertà e senza copertura medica aumentò per il terzo anno consecutivo. L'anno scorso avevamo 35,5 milioni di persone che vivevano in povertà, cioè il 12,5% della popolazione. Questo equivale a 1,3 milioni in più del 2002. I bambini rappresentarono più della metà dell'incremento, approssimativamente 800000. Il tasso di povertà infantile aumentò dal 16,7%, nel 2002, al 17,6. Ugualmente, più persone non ebbero assicurazione medica: circa 45 milioni l'anno scorso, o 15,6%, comparato con 43,5 milioni o 15,2%" dell'anno di riferimento.

Invece di continuare ad elaborare piani per Cuba, il signore W. Bush dovrebbe valutare le forze e le debolezze del sistema di salute nordamericano per determinare le necessità della sua ristrutturazione e/o modernizzazione, ed immunizzare immediatamente tutti i bambini statunitensi minori di cinque anni che siano ancora da vaccinare contro le principali malattie infantili.

Chiaro é, che per far ciò, bisognerebbe esigere che restituisse i 143000 milioni di dollari, che soppresse
nel bilancio del 2006, per i programmi di sviluppo sociale.

 

( prima parte - seconda parte - terza parte)