Vogliono trattare come un semplice

caso d’immigrazione uno dei

più terribili terroristi del mondo

23/01/2006  JOSÉ A. DE LA OSA - L.PÉREZ

Fidel Castro ha partecipato a una Mesa Redonda Informativa nella quale ha dato tutti i dettagli del tragitto di Luís Posada Carriles dal 14 marzo del 2005 a quando giunse a Isla Mujeres con lo yacht Santrina, dov’era imbarcato con il suo socio Santiago Álvarez, sino al 24 gennaio, la data segnalata dal giudice dell’immigrazione di El Paso, in Texas, per segnalare le decisioni dopo la richiesta dell’avvocato difensore di Posada per l’ottenimento della libertà condizionale.

 

Fidel ha ricordato che dal 13 aprile del 2005, quando il governo USA negava di conoscere la presenza di Posada nel suo territorio, Eduardo Soto il difensore di Posada aveva comunicato in una conferenza stampa la presentazione d’una richiesta d’asilo che lui considerava dovesse essere accettata perchè il suo difeso era registrato come membro della CIA e dell’esercito nordamericano sin dagli anni ’60.

 

Quattro giorni dopo, con elementi indiscutibili offerti dal Governo di Cuba, nei dettagli sull’entrata di Posada Carriles negli Stati Uniti, Fidel chiedeva al mondo dov’erano la morale, l'etica e la decenza del Dipartimento di Sicurezza dell’Unione, che non muoveva un dito per arrestare quel terrorista che ha ucciso tanti innocenti in America Latina. Nello stesso mese Cuba aveva denunciato la strategia che Bush sta seguendo per dare protezione e ospitalità al terrorista. 

 

Cuba non ha chiesto l’estradizione di Posada Carriles, ha ricordato Fidel, anche se ha tutte le ragioni morali e legali per farlo, ma lo ha fatto il Venezuela che ha tutte le ragioni poiché Posada è un evaso dalla giustizia venezuelana; non esistono risposte però alla richiesta, ma il Venezuela ha sottolineato la sua vigenza poiché non esiste nulla in comune con un caso di immigrazione illegale con la situazione del peggior terrorista dell’emisfero.

 

L’avvocato Soto aveva annunciato il 26 luglio del 2004 che aveva ottenuto un accordo con il Governo di Bush per far sì che il suo difeso ottenesse protezione,  basandosi sui dettami dell’Accordo Internazionale di Protezione contro la Tortura e ricevendo conferme sul fatto che Posada non sarebbe stato mandato in Venezuela e tanto meno a Cuba; in cambio aveva ritirato la richiesta d’asilo... insomma tutta una manovra, ha sottolineato Fidel.

 

La Procura fece credere che Posada in Venezuela sarebbe stato torturato, anche perchè  Cuba poteva accedere nel paese. 

 

Quello che abbiamo in questo paese, ha precisato il Comandante in Capo, sono circa 17.000 medici cubani e specialisti della sanità che non torturano nessuno, ma curano bambini, donne e anziani e salvano vite umane.

 

Vedete la logica, la condotta di questi personaggi, ha detto, ed ha ricordato che il 27 settembre del 2005 il Giudice Abbot si è tolto la maschera e ha detto  che il terrorista Posata Carriles non doveva essere deportato in Venezuela o a Cuba, basandosi sulla detta Convenzione.

 

Bush non dovrebbe essere presidente negli USA poiché ha data ordini di torturare e assassinare non si sa quante persone! Questo signore ha un mucchio di omicidi e torture sulla coscienza, ha ricordato Fidel.

 

La decisione del giudice aveva permesso al governo di dilatare la risposta di un’eventuale estradizione, concedendo al Dipartimento di Immigrazione e Dogana 90 giorni per decidere. Poi la procura, che aveva un mese per appellarsi, cosa che non è avvenuta, ha  lasciato la strada aperta per la permanenza di Posada in territorio nordamericano o per la sua estradizione in un terzo paese.

 

A che cosa potevano appellarsi, ha chiesto Fidel, se sono tutti membri della stessa banda, della stessa mafia e stavano cercando tutte le condizioni per metterlo in libertà, per fare lo stesso che ha fatto Bush padre con Orlando Bosch.

 

È la stessa procura che attualmente blocca un appello della Corte di Atlanta contro Cinque Cubani combattenti contro il terrorismo. Questa è la libertà proclamata di indipendenza dal detto potere giudiziario, una cosa senza precedenti, ha sottolineato  il Comandante in Capo.

 

Quando hanno deciso di non portare in appello la decisione del caso di Posada era già molto tempo che il governo USA, partendo dai suoi dirigente e dagli elementi terroristi e mafiosi cubano- americani come quelli che parteciparono all’omicidio di Kennedy, stava pianificando di assassinare il Presidente del Venezuela Hugo Chávez.   

    

In un discorso fatto nell’Aula Magna dell’università dell’Avana, Fidel aveva chiesto cosa stava facendo il “piccolo Bush” e che voleva fare con il “piccolo Posada, un amabile cavaliere che, nonostante le cose note e disgustose commesse, cavalca e tira anche le redini di questo impero e quando il “piccolo Bush avrebbe detto da dove era entrato Posada Carriles nel territorio nordamericano e chi lo aveva ricevuto e ancora chi gli aveva dato il permesso.

 

Il governo degli USA, il pubblico ministero e i giudici sanno bene com’è avvenuto e non solo; sanno anche come Posada ha partecipato all’attentato per uccidere Orlando Letellier, come ha organizzato l’esplosione dell’aereo della Cubana sopra Barbados, nella quale morirono73 persone innocenti, nel lancio di lattine piene di esplosivi in una finestra del cabaret Tropicana... 

 

Non possono negarlo sfacciatamente ma non ne sono lontani. Guardate che gente nobile e rispettabile, rispettosa delle leggi, delle norme internazionali, con il "piccolo Bush" che non ha voluto rispondere e ancora sta zitto zitto, ha sottolineato Fidel Castro.

 

Legata a questi fatti c’è la detenzione di Santaigo Álvarez e di Osvaldo Mitat del novembre del 2005, anche se solamente per possesso di armi e passaporti falsi, ma si sa che il loro passato terrorista è notevole come quello di José Basalto, capo di Hermanos al Rescate, che si è vantato alla TV di Miami d’aver sparato con un cannone da 2 millimetri contro un albergo dell’Avana, senza che gli sia mai stato “rimproverato” nulla. 

 

Fidel ha commentato una lettera che due deputati hanno mandato ai loro colleghi il 19 gennaio di quest’anno perchè si unissero a loro in uno scritto mandato al Dipartimento di Giustizia. Il testo  diceva che un terrorista fuggitivo con una richiesta permanente pendente e valida di estradizione non doveva essere trattato come qualsiasi immigrante illegale negli USA. Nella lettera chiamavano Posada Carriles “il Bin Laden dell’America Latina” e chiedevano di non ridare la libertà al signor Posada al quale si sta offrendo un trattamento indulgente e anche che non sono stati ascoltati i testimoni adeguati.

 

Tutto questo mette in risalto la farsa del processo illegale e anche di più se si ricordano le parole di Bush nell’agosto del 2003: “Se si protegge un terrorista, se lo si aiuta,  se gli  si da cibo, si è colpevoli come gli stessi terroristi!”

 

È chiaro che quest’amministrazione sta proteggendo un terrorista, trattando Posada, che si è dichiarato responsabile di azioni che hanno provocato la morte di migliaia di innocenti, come fosse un semplice immigrante. Un’azione terrorista non si può ignorare semplicemente perchè è stata pianificata da Miami e non da Teheran, perchè il bersaglio è l’Avana e non Washington!

 

 

PIU' AGGRESSIVA LA POLITICA CONTRO CUBA

 

 

Nel suo intervento Fidel ha analizzato la politica terribilmente aggressiva del governo di Bush contro Cuba sin dall’ottobre del 2005 e in coincidenza con il 24 gennaio del 2006 la data in cui il governo nordamericano si preparava alla liberazione di Posada Carriles sono avvenuti molti fatti strani.

 

Tra quelli ricordati dal Comandante Fidel c’è la proiezione in Germania di un documentario che ha avuto molta pubblicità – dobbiamo vedere chi è che lo ha girato, chi l’ha ordinato e pagato – una “fattura CIA” che imputa a Cuba e a Fidel personalmente la responsabilità della morte di KennedY nel 1963: una strana coincidenza con altri propositi.

 

Fidel ha detto che nell’ottobre scorso l’amministratore assistente per l’America Latina e i Carabi della USAID aveva partecipato a Madrid a un seminario organizzato a proposito del “Progetto di Transizione a Cuba” dell’Istituto cubano - americano dell’università di Miami e ha detto che quella transizione  verso la democrazia la dovranno realizzare i cubani e che i dirigenti lo dovranno ben considerare. In quel mese un giornale inglese aveva informato che Cuba era inclusa nella lista segreta dell’Ufficio di Ricostruzione e Stabilizzazione del Dipartimento di Stato, che raggruppa 25 paesi i cui alti livelli di instabilità e rischio potrebbero indurre a un intervento nordamericano.

 

“Ma come parlare di instabilità con questi pazzi, assolutamente instabili per mancanza di conoscenza e di cervello, per la mancanza di decenza ed elementare dignità? Il governo che ha il maggior numero di banditi e di destabilizzati è questo, ma nessuno sta pianificando un intervento militare negli USA” ha segnalato Fidel. 

 

Fidel ha segnalato anche che nello stesso mese il coordinatore per la transizione a Cuba aveva  sostenuto che: “Il rafforzamento dell’embargo economico aveva provocato perdite al regime di Castro per 500 milioni di dollari!” Quello stesso individuo si era poi riunito con i ministri degli esteri di vari paesi europei.  

 

A novembre 2005  il Congresso degli USA ha approvato la Legge d’Assegnazione per la Scienza e i Dipartimenti di Stato, Giustizia e Commercio per il 2006 ed ha incluso 37 milioni per le trasmissioni delle mal chiamate radio e TV Martí, con un incremento di 10 milioni per comprare un aereo con il quale si realizzeranno trasmissioni contro Cuba.

 

“Poverini, ha detto Fidel, si scontreranno con un centinaio di stazioni radio e TV locali che non sono lì per impedire queste trasmissioni, ma per educare il nostro popolo!”

 

Fidel ha denunciato che il Dipartimento del Tesoro ha inviato lettere a circa 200 membri della Brigata Vinceremos e a Pastori per la Pace,  sollecitando informazioni sui loro ultimi viaggi a Cuba, preambolo di un possibile processo  che si concluderà con una multa per un ammontare di 1,5 milioni di dollari solo per aver fatto dei viaggi a Cuba. Alcuni hanno già ricevuto le multe.

 

Fidel ha ricordato l’offerta fatta da Hugo Chávez per realizzare operazioni in Venezuela o a Cuba a 100000 nordamericani poveri che stanno perdendo la vista per mancanza di assistenza medica oculistica, cioè estendere anche agli USA l’Operazione Miracolo.

 

Noi, ha segnalato Fidel, abbiamo le condizioni per operare qui; in America Latina si stanno creando centri per questo, come in Bolivia, dove sta nascendo un centro apposito. Sono pendenti le operazioni di circa 125 mila venezuelani e abbiamo in programma di raggiungere un totale di 300.000 operazioni, ma la nostra capacità è anche più grande.

 

 

CUBA È DISPOSTA A SALVARE LA

VISTA DI 150000 NORDAMERICANI

 

 

“Facciamo nostra l’offerta di Chávez per offrirla anche ai Pastori per la Pace, per quei cittadini degli Stati Uniti poveri, di qualsiasi credo, pensiero e etnia.

 

Cuba è disposta a concedere 150.000 operazioni alla vista della popolazione più povera degli USA e siamo disposti a inviare un aereo per prenderli in Florida. Li porteremo, li ospiteremo, li opereremo come abbiamo fatto con altri americani di altri paesi. I nostri oculisti sono tra i migliori del mondo e le attrezzature e le condizioni sono eccellenti. Offriremo i nostri servizi gratuitamente ai poveri degli Stati Uniti  e voglio proprio vedere se il governo di Bush concederà loro il permesso di andare a Cuba a recuperare la vista o imporrà multe altissime!”

 

Il Comandante in Capo ha menzionato altre misure che hanno indurito l’aggressività contro Cuba, tra le quali li rifiuto del Dipartimento del Tesoro, nel novembre scorso, di rinnovare la richiesta della licenza per il Consiglio Nazionale delle Chiese degli USA per viaggiare nell’Isola, l’amplio appoggio al progetto d’annessione per impedire le relazioni con l’Iran perchè sono una minaccia e le lodi di Bush alla Repubblica Ceca che appoggia il detto sogno cubano di “vivere in un paese libero e prospero”.

 

Egli ha ricordato le attività del capo della SINA, l’Ufficio d’Interesse degli USA all’Avana, che ha organizzato nella sua residenza per il giorno internazionale dei diritti umani, il 10 dicembre, una celebrazione e nel suo discorso, tra le altre cose ha detto che “il governo cubano semina terrore”.

 

“Comprendo che sentano terrore per la crescita del nostro PIL, per la notizia della Rivoluzione Energetica, per la possibilità del nostro paese di incrementare le entrate e migliorare, come sta migliorando, progressivamente.”

 

“È idiota paragonarci ai membri del Ku Klux Klan, ma loro sì che li ricorderanno se proibiranno di operarsi a 150.000 cittadini poveri, nella gran maggioranza negri!”

 

Fidel ha ricordato la triste esperienza del passaggio dell’uragano Katrina sulla Lousiana, quando Cuba aveva offerto disinteressatamente un contingente di medici che non andarono là perchè il governo ha rifiutato l’offerta. Quei medici ora stanno dando i loro servizi in Pakistan, aiutando questa popolazione.

 

“Di quali diritti umani parlano, ha detto Fidel, se non hanno medici da inviare da nessuna parte perchè la loro società non li sa formare, non sa creare questo capitale umano, questo spirito di solidarietà, questa dedizione, questo umanesimo, perchè è una società basata sull’egoismo!”

 

 

LE RICHIESTE DELLA  MAFIA

 

 

La mafia di Miami oggi chiede all’amministrazione Bush di far terminare la Rivoluzione cubana includendo per questo l’uso della forza militare e un processo del Comandante in Capo nei tribunali degli Stati Uniti...

 

“Che divertente, ha commentato Fidel ironizzando che: “Dopo che mi hanno processato per il Moncada, figurati che paura che ho! Sono terrorizzato!” 

 

Fidel ha citato tra le domande l’applicazione del Titolo Tre della Legge Helms Burton, che permette di  denunciare in nord america le imprese straniere che investono a Cuba in proprietà nazionalizzate dopo il Trionfo della Rivoluzione e un’applicazione più stretta del Titolo Quattro, che proibisce l’entrata negli USA dei dirigenti delle compagnie straniere e dei loro familiari. Inoltre si chiede l’eliminazione degli accordi migratori, un altro reclamo dei banditi mafiosi di Miami. 

 

I legislatori di origine cubana stanno anche esigendo in forma immediata che si destini una percentuale delle quote dei visti per il 2006 ai cubani che non sono stati mandati in terzi paesi dopo un soggiorno di 120 giorni a Guantánamo.

 

“Nella base navale di Guantánamo! Ha sottolineato Fidel. “Non potranno mai dormire, neanche un secondo per le orrende grida dei torturati di quel campo di concentramento!

 

Fidel ha riconosciuto che gli USA hanno autorità che si interessano ad altre politiche, perchè sono stanche e non ne possono più dei ricatti della mafia.

 

Il Comandante ha menzionato che si sta reclamando  per il perfezionamento delle dette radio e TV Martí con l’utilizzo di tutti i mezzi possibili (aerei,  satelliti), per burlare, ha letto testualmente, le interferenze positive delle trasmissioni  di Cuba.

 

“È meglio che si dimentichino di queste cose e che non cerchino di arrogarsi tutti i diritti del mondo. Siamo stati cauti e accurati, ma tutto ha un limite” ha avvisato.

 

 

LE VOLGARI  PROVOCAZIONI  DELLA SINA

 

 

A proposito delle recenti provocazioni della SINA, Fidel ha indicato che il 16 gennaio nell’edificio principale all’altezza del 5º piano è stato collocato uno  schermo di un metro circa, visibile dall’esterno, per diffondere messaggi di aperto carattere provocatore.

 

Il messaggio iniziale si riferiva all’anniversario della nascita di Martin Luther King e aggiungeva un insieme di frasi del leader dei diritti civili dei negri negli USA, in spagnolo e in inglese, con articoli selezionati della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani adottata dalla ONU nel 1948.

 

Fidel ha indicato che le 26 frasi di Luther King e i precetti della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che si leggevano in quello schermo sono brutalmente oltraggiati ogni giorno dal governo torturatore, assassino e genocida degli Stati Uniti.

 

Pochi minuti prima dell’inizio della trasmissione si erano presentati i giornalisti davanti alla SINA e poi erano apparse le prime note di stampa.

 

“Queste cose sono sempre combinate, ha sottolineato Fidel perchè il mondo sappia  l’audacia,  il coraggio e la temerarietà dell’impero quando commette qualsiasi vigliaccata di questa indole che viola ogni principio, norma e legge di ogni paese!”

 

Poi ha commentato alcune note stampa delle agenzie straniere  e prima di tutte quella di AFP con il titolo: “La sede degli USA all’Avana esibisce articoli dei diritti umani” e altri elementi che segnalavano che la proiezione dei messaggi  potrebbe essere un nuovo episodio della detta guerra dei cartelli nella quale hanno avuto la peggio  il governo e l’ex capo della SINA, James Cason.

 

Tra le informazioni della SINA date alla stampa si indica che il significato dello schermo è quello di “rompere il blocco informativo che il regime impone al popolo cubano  e offrire informazioni senza censura!”

 

Inoltre Fidel ha ricordato un articolo tendenzioso di un giornalista della BBC,  Fernando Ravsberg.

 

Poi il Comandante ha detto che la  nota cubana trasmessa alla SINA  per via delle nuove provocazioni, era stata consegnata dal capo della Sezione d’Interesse di Cuba a Washington, Dagoberto Rodríguez, al capo dell’Ufficio degli Affari cubani del Dipartimento di Stato, che ha sostenuto che avrebbe trasmesso la nota ai suoi superiori, cercando di scartare il fatto che le azioni della SINA costituivano una violazione della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche, del 1961, perché il pannello elettronico si trovava nell’edificio della missione e non al di fuori. 

 

Fidel, riferendosi al funzionario degli USA ha detto: “E allora da questo edificio si può sparare, tirare con un bazoka, lanciare una bombetta nucleare con un robot per far sì che scoppi bene nel  tunnel dell’Avana?”

 

Dagoberto ha respinto le affermazioni sulla base del carattere provocatore, ha riferito Fidel dopo aver narrato altri particolari sul fatto che ha definito molto interessanti. Inoltre ha comunicato quello che hanno detto varie personalità internazionali e le loro denunce recenti, per domandare la chiusura del centro di detenzione nella base navale di Guantánamo, con le denunce di torture e detenzioni illegali dei prigionieri.

 

La Mesa Redonda si è conclusa con l’invito di Fidel a partecipare alla grande marcia che gli abitanti della capitale faranno martedì 24 davanti agli Uffici d’Interesse degli Usa all’Avana.