La strategia  per la Sicurezza

Nazionale degli Stati Uniti:

nuova lista di minacce contro l'umanità

 

20/3/2006 - PL -

Rendendo pubblico il documento "Strategia per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti", nel quale si enumerano supposte minacce al suo governo, George W. Bush ha presentato, in realtà, una nuova lista di minacce contro il mondo: in Medio Oriente, minacce di aggressione contro Iran e riferimenti chiari alla Siria; in America Latina, una crociata contro il populismo ­ il termine che la Casa Bianca, il governo di Vicente Fox e l'ex presidente Carlos Salinas, tra gli altri, usano come insulto - e nuovi atteggiamenti ostili contro Venezuela e Cuba; in Europa, Asia ed Africa, riferimenti ai regimi dispotici della Bielorussia, Birmania, Corea del Nord e Zimbabwe, ed avvertenze a Cina e Russia per non rispettare le libertà individuali.

In generale, riferimenti ostili alla proliferazione delle armi di distruzione di massa che escludono il governo statunitense ­ principale possessore di questi armamenti ­ ed i suoi alleati, come India, Pakistan ed Israele.

Davanti a questi pericoli, Washington persiste nella posizione totalitaria che si sintetizza nella dottrina della guerra preventiva o dottrina Bush ­ "non scartiamo l'uso della forza prima che succedano attacchi, compreso quando non c'è certezza sull'ora e posto dell'attacco nemico", che in Iraq si é rivelato come un monumentale sproposito (perché le armi di distruzione di massa irachene non esistevano) e come pretesti per abbattere un governo scomodo, distruggere un paese, saccheggiare le sue ricchezze ed impiantare un'enclave militare affine ai propositi dei repubblicani statunitensi.

Gli argomenti ideologici del documento rappresentano alla rovescia una visione del mondo: si attacca il populismo antimercato libero perché erode le libertà politiche ed acchiappa i più poveri in cicli di povertà, quando la realtà dimostra il contrario: che dove si impianta l'apertura commerciale indiscriminata essa genera massiccia miseria, e che per imporla si richiede autoritarismo ed antidemocrazia, come è successo in Messico tra il 1988 e il 1994: il governo che negoziò e firmò il Trattato di Libero Commercio sorse da una frode elettorale; nei sei anni seguenti assassinò centinaia di oppositori e questo regime finì in mezzo ad omicidi di Stato, una scandalosa corruzione privatizzante e una rottura maiuscola alle finanze nazionali.

La Strategia... critica un pugno di paesi per calpestare le libertà politiche delle sue società, ma omette l'offensiva contro i diritti umani intrapresa, dall’11 settembre 2001, da Bush, non solo in territorio statunitense bensì in tutto il mondo. Il documento sollecita altri governi a lottare contro la corruzione, ma non menziona la scandalosa decomposizione imprenditoriale del circolo intimo della Presidenza statunitense che ha speso centinaia di migliaia di milioni di dollari per spingere i commerci della multinazionale Halliburton, legata a Dick Cheney.

Per il resto, nel testo la Casa Bianca si presenta come depositaria di una missione democratica nel pianeta, quando è evidente che il governo di Bush è il principale fattore di guerra e barbarie nel mondo e nel suo stesso paese. Mercoledì le truppe statunitensi hanno assassinato una famiglia irachena ­ cinque bambini, quattro donne e due uomini ­ vicino a Tikrit, e giovedì stesso il Pentagono ha iniziato una sanguinosa ondata di attacchi nei paraggi di Samarra. I morti saranno presentati come terroristi ­ anche se si tratta di minori, donne ed anziani ­ ed i detenuti saranno condotti in centri di tortura come quello di Abu Ghraib o in campi di concentramento come quello che opera in Guantanamo.

Washington non riuscirà con ciò a variare la rotta di una guerra che ha già perso, ma riuscirà ad approfondire e moltiplicare l'odio che si è guadagnato nelle società arabe ed islamiche e darà benzina addizionale all'esasperazione che si manifesta con attentati terroristici. L'elemento principale di questo circolo violento è, attualmente, il governo di George W.Bush. Questo è il principale pericolo per la sicurezza degli statunitensi e per la pace e la coesistenza nel pianeta.

Ig-Editoriale di La Jornada