2007

REPUBBLICA BOLIVARIANA DEL VENEZUELA

2006

 

 

 

 

 

 

il caso

Posada Carriles

 

 

 

 

 

                          

SPECIALE ELEZIONI DICEMBRE

 

 

DICEMBRE

Fidel telefona 16

CNN e TeleSUR 11

Uno spettro si aggira 6

Chavez: uomo di popolo 5

Paso adelante 5

Chavez vince 5

A denti stretti 5

Vittoria 4

Chavez e il cadavere  4

L'asse della speranza 3

Vigilia 3

L'ossessione Chavez 3

Elezioni e piano Alcatraz 1

Nuovi consensi 1

NOVEMBRE

Intervista Golinger 30

Settimana decisiva 27

Chiusura campagna 27

Chavez sì, Chavez no 26

Colpo di stadio mediatico 26

Voci di golpe 23

Piano Sovranità 17

Tra la spada e la parete 11

Ancora voci di golpe 8

Piano Alba rossa 7

Ancora ingerenze 6

 

 

OTTOBRE

Ritiro di 5 candidati 23

 

SETTEMBRE

CIA ed opposizione 10

Socialismo o capitalismo 5

 

 

AGOSTO

Otto candidati 16

Otto milioni di voti 16

Due messaggi 14

Non più solo 12

Verso le elezioni   8

 

 

LUGLIO

Chavez candidato 31

 

 

 

AGGRESSIONE E DIFESA

 

 

DICEMBRE

RCTV 29

Caso Anderson 21

Dialogo: anzi no ...19

Prove di dialogo 15

 

NOVEMBRE

ONG 14

 

OTTOBRE

Allerta golpe 23

Solidarietà,golpe, accordo 13

 

SETTEMBRE

Sequestro diplomatico 23

Chi é Negroponte   9

 

AGOSTO

Appoggio sovversione 27

Ufficio Negroponte 19

Fuga e complotto 15

Finanziamenti sospetti 10

 

 

LUGLIO

Appello anti USA 31

Ci vogliono disarmati 27

Attentato a deputato 24

Anche la chiesa 20

Il vero obiettivo 14

Videogioco 14

 

 

GIUGNO

Ejercito Libertador 26

30000 AK 15

Unità civico-militari   4

 

 

MAGGIO

Pronti alla guerriglia 31

Acquisto armi 30

Bush genocida 24

Protezione terroristi 23

Pronti a resistere 22

Esercitazione e messaggi 20

Jet russi 18

Manifesto: niente armi 17

Nota MRE 16

Embargo sulle armi 16

Chavez minaccia... 13

Omero Ciai 11

Rivoluzione sociale   9

Venti di guerra   6

Pronti a difendersi   3

 

 

APRILE

Pericoloso esempio 30

Rivoluzione culturale 27

Sfiorati 26

Bolivar o Monroe 26

Manovre e minacce 18

Volevano fucilarlo 15

Colombia:gioca sporco 13

4° anniversario golpe 11

Probabile obiettivo 11

Ancora ingerenze 11

Smobilitati   8

Campagna mediatica   6

Tensione a Caracas   6

 

 

MARZO

Guerra asimmetrica 19

Dura risposta 17

America bugiarda 16

Protesta 11

Uranio   9

Secessione neocon   8

Nel mirino   7

                Secessione   7

Intervista   5

Negroponte   3

 

 

FEBBRAIO

                Pace e giustizia 22

                Gli artigli 20

Sfida 19

Per il petrolio 19

Caos 18

Rice dichiarazioni 16

Il falco 12

Ortega 10

Kalashnikov   8

Forze speciali   6

Scintille   5

Hitler   4

 

 

GENNAIO

Spie 27

 Spiegazioni 16

Prepararsi 15

Antisemitismo 13

Ingerenza 13

Manipolazione 11

Accuse   5

 

 

 

INTEGRAZIONE

 

 

DICEMBRE

Correa-Chavez 21

Argentina 7

Nuovi passi 7

Miglior momento 5

 

 

NOVEMBRE

Brigata internazionalista 10

ALBA: fiera del libro 10

 

 

AGOSTO

Cina e petrolio 23

Petrolio agli Usa 11

 

 

LUGLIO

Telesur: un anno 24

Nuovo pozzo 18

Dibattito integrazione 18

ALBA: nemici integrazione 13

Profumo di petrolio  9

 

 

GIUGNO

Grande gasdotto 28

Vertice OPEC   3

Greggio in Euro   2

 

 

MAGGIO

Accordo con Ecuador 31

ALBA: 8 accordi 24

Manovre NATO 23

ALBA e Missione Miracolo 19

Telesur: diritto 19

Greggio in Euro 18

ALBA fiera 13

Legge idrocarburi 12

ALBA successi 11

8 paesi latinoamericani 10

ALBA all'ONU   3

ALBA a l'Avana   2

Chavez su ALBA   1

 

 

APRILE

Telesur: Morales 29

ALBA e TPC 29

ALBA comunicato congiunto 29

ALBA adesione Bolivia 29

ALBA si rafforza 28

ALBA a Cuba 28

ALBA Bolivia 26

Gasdotto del sud 26

Haiti 25

ALBA: un anno dopo 24

 Telesur: Bolivia 22

Ritiro bond15

Eni 10

Pagare le tasse   9

Resta fermo   6

Capitali cinesi   5

Petrodollari   5

50 dollari   4

Produttore   3

 

 

MARZO

 Chavez come Bolivar 31

Cooperazione 25

 Telesur: Uruguay 11

Bonds   1

 

 

FEBBRAIO

Haiti 18

                             Telesur: Argentina 11

                               Telesur: accuse   3

Iran   1

 

 

GENNAIO

Telesur: accordo 31

         Una nuova alba 25

ALBA 19

Alla Bolivia   3

 

 

 

ANNOTAZIONI

 

 

DICEMBRE

Partito unico 21

Inchiesta 16

Messaggio a Fidel 2

 

NOVEMBRE

Missione solare 30

Uscita da G3 22

 

 

 

OTTOBRE

Due massacri impuniti 26

Chavez: il nemico di Bush 17

Nuova era 16

Grande mobilitazione   9

Intervista su Posada   7

 

 

SETTEMBRE

Chavez contro gli Usa 28

Discorso Chavez all'ONU 20

Missione Negra Hipolita 20

Aiuto a Londra 14

 

 

AGOSTO

Chaplin 28

Inaugurazione ospedale 20

Movimenti popolari 12

Alfabetizzati 10

Americosionista   2

 

 

LUGLIO

Affari con Russia 30

Satellite con Cina 30

Wall Street Journal 14

Piano interventista 12

Mondo alla rovescia 10

Più liberi   5

Unione Africana   2

 

 

GIUGNO

Corea del nord 28

Gli Usa temono 27

Integrazione 23

Monroe 15

Socialismo autoctono 13

Visita in Russia 12

MERCOSUR   9

Intellettuali   7

Analisi di Chomsky   4

 

 

MAGGIO

Poetica del voto 29

Nuove ambasciate 26

Algeria 17

Nuova era 15

Chavez intervistato 11

Chavez ed il Papa 11

Chavez e Bertinotti 11

1°maggio   2

 

 

APRILE

1000 centri medici 24

Fuori dalla CAN 24

Il miracolo   6

Crisi andina   6

 

 

MARZO

Integrazione 27

Inaugurazione 24

Comunicato MCI   9

 

 

FEBBRAIO

Sondaggi 17

  Altra donazione 15

Chomsky 14

Giorno gioventù 13

Ambasciata   3

Premio Martì   2

 

 

GENNAIO

Futuri medici 17

Agli indigeni 13

Aids 10

Partecipazione   9

Bellafonte   8

 

 

SPECIALE SEGGIO ONU

 

 

NOVEMBRE

Manifesto: Panama 3

Rinascita: Panama 3

 

 

OTTOBRE

L'Italia cerca il terzo 25

Bolivia? 25

Proteste USA 23

Rilancia 19

Bloccati 18

Caracas resiste 18

Non ci riescono 18

La sfida e l'Italia 17

Pressioni USA 16

Ancora sul seggio ONU 16

 

 

SETTEMBRE

Liberazione: seggio ONU 21

 

 

AGOSTO

Sostegno Cina 24

 

 


 

 

2005

 

 

 

Estratto da wikipedia, che penso possa contribuire a chiarire la figura di Chavez...
 



Primi anni



Chávez è nato a Sabaneta, nello stato di Barinas il 28 Luglio 1954. Suo padre, Hugo de los Reyes Chávez, era una personalità politica di spicco: ex membro del Partito cristiano-sociale, di tendenze conservatrici, è attualmente il governatore di Barinas. Tuttavia, Chávez ha sempre rifiutato e confutato le teorie reazionarie e capitaliste del padre. Si laureò nel 1975 all'Università militare del Venezuela, entrando con tutti gli onori nell'esercito: solo successivamente si dotò di una cultura "civile", laureandosi a Caracas in storia moderna con una tesi incentrata sulla figura di Simón Bolívar, molto stimato da Chávez.

Nel 1982 fondò un movimento nazionalista segreto che, nei suoi disegni, avrebbe dovuto costituire il fulcro di una vasta lotta contro la corruzione diffusa nel mondo politico ed economico. Promosso al grado di colonnello nel 1991, l’anno seguente tentò di rovesciare il presidente Carlos Andrés Pérez con un colpo di stato coordinato dalle forze militari. Il golpe fallì e Chávez fu arrestato ed imprigionato. Riacquistò la libertà nel 1994 grazie a un’amnistia.
 


Le vittorie elettorali

 


Conquistatosi un vastissimo consenso presso le fasce popolari, nel 1997 Chávez creò un partito politico, il Movimento Quinta Repubblica (o MVR). Con esso egli vinse le elezioni presidenziali del 6 dicembre 1998 con il 56,2% dei voti. La sua campagna elettorale era basata sul tentativo di combattere la disoccupazione imperante, il servilismo nei confronti degli Stati Uniti d'America e la corruzione, che a suo dire dominava il Venezuela sin dal 1958. Subito dopo il "giuramento da presidente", avvenuto il 2 febbraio 1999, Chávez ha intrapreso una serie di cambiamenti radicali in qualità di guida del governo venezuelano. Chiese agli elettori un parere sulle sue riforme politiche e sociali attraverso due referendum: nel primo chiedeva l'autorizzazione a cambiare la costituzione, nel secondo chiedeva una ampia maggioranza parlamentare.

Risultò vittorioso in entrambe le tornate elettorali, e i venezuelani gli diedero addirittura 120 seggi su 131, mentre il MVR ottenne più del 60% dei voti. Nell'agosto del 1999 egli ha approvato una legge che gli consente di rimuovere e di nominare i giudici della Corte Suprema senza dover per forza ottenere il permesso dal Parlamento. Inoltre, con uno speciale provvedimento, ottenne il riconoscimento da parte del Parlamento di una "legislatura d'emergenza", che conferisce al suo capo grandi poteri.

Nel 1999 ha varato una nuova costituzione che cambiava il nome dello stato del Venezuela, adesso denominato "Repubblica Bolivariana del Venezuela" in onore di Simón Bolívar. Ha inoltre aumentato il mandato presidenziale da cinque a sei anni e ha ottenuto il diritto di scegliere il suo successore. Queste nuove riforme furono approvate con un referendum popolare svoltosi nel dicembre del 1999.

Confermato alle presidenziali svoltesi nel luglio del 2000, Chávez proseguì la lotta contro la vecchia classe dirigente con metodi sempre più radicali e nel contempo diede un preciso indirizzo alla nuova politica estera venezuelana con visite a Cuba dall'amico Fidel Castro e in Iraq, ospite di Saddam Hussein. Queste visite, insieme alla nazionalizzazione degli idrocarburi, lo resero molto inviso agli U.S.A. di George W. Bush.

Nel 2000, chiese e ottenne dagli elettori (ancora tramite referendum) un rafforzamento della presenza sindacale durante le contrattazioni lavorative.
 



Il colpo di stato

 


L'11 aprile 2002, la più grande tra le federazioni sindacali del Venezuela, la CTV, guidata da Carlos Ortega Carvajal, organizzò una manifestazione contro Chávez nella quale si calcola fossero presenti una media di un milione di persone. La CVT è da sempre stata considerata come uno dei sindacati più corrotti dell'America Latina, più impegnata nella difesa dei propri privilegi che nell'effettiva attività sindacale.

I manifestanti si riunirono dapprima in una piazza della città, e, per chiedere le dimissioni del capo dello stato, cercarono di raggiungere il palazzo presidenziale, dove intanto erano riuniti molti dei sostenitori di Chávez in una contro-manifestazione. Raggiunto il palazzo presidenziale, gli oppositori di Chávez iniziarono degli scontri, durante i quali dei cecchini appostati sui palazzi fecero fuoco sui sostenitori del presidente, uccidendone alcuni.

Sulle televisioni nazionali (e di tutto il mondo, che non si curarono di verficare la notizia), i militari fecero passare Chávez per un assassino, affermando (contrariamente a quanto realmente accaduto) che fosse stato il presidente a far sparare sulla folla che ne chiedeva le dimissioni.

L'11 aprile inizia il vero e proprio colpo di Stato: un gruppo di militari reazionari dello Stato maggiore dell'esercito affermano di non riconoscere più l'autorità di Chávez come presidente legittimo e chiedono le sue dimissioni dall'incarico. Essi prefigurano un conflitto di interessi tra la funzione di Capo dello Stato (e quindi responsabile del Plan Avila che prevedeva l'intervento dell'esercito in caso di manifestazioni violente) e l'essere bersaglio e la causa delle manifestazioni delle forze conservatrici del Paese. In realtà si tratta solo di un diversivo retorico: il loro obiettivo è di riappropiarsi "manu militari" del potere dal quale sono stati scansati democraticamente. In linea con le più tristi tradizioni golpiste latinoamericane, queste manifestazioni erano state provocate e sobillate in gran parte dai mezzi di comunicazione di massa legati ai vecchi poteri oligarchici e reazionari. La manipolazione dell'informazione arriva sino in Europa, dove un prestigioso quotidiano come lo spagnolo "El País", legato tramite il gruppo "Prisa" ad alcuni media venezuelani, giustifica in un suo editoriale il colpo di Stato.

In un clima estremamente confuso, il presidente fu arrestato e imprigionato nell'isola caraibica de La Orchila in poco meno di ventiquattro ore. Le libertà costituzionali vennero sospese e i golpisti cominciarono una caccia all'uomo nei quartieri popolari contro i sostenitori di Chávez. Il 14 aprile la popolazione, soprattutto i quartieri diseredati di Caracas, insorge contro i golpisti: ci fu un'oceanica manifestazione popolare per la libertà e la democrazia che chiedeva la liberazione del presidente, il quale, al contrario di ciò che affermavano i golpisti, non aveva mai rassegnato le dimissioni. Lo stesso giorno lo Stato maggiore dell'esercito venezuelano dichiarò il suo appoggio a Chávez come Presidente della Republica. Grazie all'insurrezione popolare e all'appoggio della maggioranza dell'esercito, Chávez ritorna a Caracas sullo sfondo di un clima di euforia collettiva: forse per la prima volta nella storia latinoamericana, un colpo di Stato viene sconfitto dalla reazione immediata e spontanea della gente.



Sviluppi recenti



Chávez è rimasto da allora bersaglio di un'accanita offensiva da parte delle opposizioni e dei circoli oligarchici venezuelani. Questi, infatti, hanno tentato di destituirlo con un referendum previsto dalla stessa Costituzione "bolivariana", il quale, svoltosi nell’agosto del 2004, si è risolto tuttavia in suo favore.

Inviso agli Stati Uniti d'America per la sua ostilità alle politiche neoliberiste e al NAFTA e per l'amicizia offerta al regime cubano, Chávez ha avviato una politica estera rivolta a stabilire più profonde relazioni tra paesi dell’America latina, ottenendo l’importante sostegno dei nuovi presidenti brasiliano e argentino, Lula e Néstor Kirchner.

Nel maggio 2006 compie una serie di visite ufficiali in Europa, Italia compresa, incontrando Papa Benedetto XVI e il neoeletto presidente della Camera Fausto Bertinotti.
 



Socialismo democratico



Il 30 gennaio 2005, parlando al Convegno internazionale del Social Forum a Porto Alegre, in Brasile, Chávez offrì il suo aiuto alla causa no-global. Inoltre, gli si è dichiarato favorevole a un socialismo patriottico e democratico il quale, secondo le sue stesse parole, "deve essere umanista e deve mettere gli esseri umani e non le macchine in condizioni di superiorià nei confronti di tutto e di tutti".

Ha ribadito il concetto anche nella successiva riunione nel suo governo, svoltasi nel febbraio del 2005 al Parlamento a Caracas.

L'azione di Chávez in realtà non risponde a un'ideologia ben definita e coerente: in generale il suo pensiero accoglie elementi del nazionalismo e del socialismo e ha come riferimento principale la figura di Simón Bolívar. Molti studiosi identificano il suo stile come tipicamente populista. Nei suoi discorsi è infatti costante il riferimento al popolo, ritenuto il detentore assoluto della sovranità. In realtà la concentrazione del potere nel popolo, porta indirettamente alla concentrazione del potere in Chávez che, in quanto eletto, si sente in diritto, in nome del popolo, di governare come crede, anche se questo significa uno scarso rispetto per le altre istituzioni. È bene tener presente che quando Chávez parla di "Pueblo" non si riferisce al popolo in generale, poiché il Venezuela risulta diviso in "ciudad" (città), "barrios" (quartieri), "pueblos" e "ranchitos" (molto simili alle favelas brasiliane). Il Pueblo costituisce una parte ben definita della popolazione, che insieme ai ranchitos, in cui vivono ex immigrati clandestini di origine cilena, colombiana e boliviana, costituiscono una considerevole fetta di popolazione. Chávez sta oggi costruendo molte case in queste zone diseredate, migliorando in effetti la loro condizione di vita. Tuttavia il suo governo s'incentra su di una lotta costante contro le fasce più alte della popolazione, indistintamente da come abbiano costruito la loro ricchezza.

Il potere al Pueblo viene a concretizzarsi con la concessione di cittadinanza ai clandestini, con possibilità di lavoro in settori delicati di controllo: la polizia oggi è costituita da persone non sufficientemente preparate, che spesso non esitano a chiedere tangenti ai turisti che fermano per un controllo. Le strade sono piene di propaganda di stile populista. La personificazione del potere è spinta ai massimi livelli, tanto che ogni azione, ogni opera porta il nome di Chávez unitamente al Governo Bolivariano. L'amicizia con Fidel Castro ha diverse sfaccettature. Non gli è vicina solo per le idee socialiste, ma in realtà si concretizza in interessi unilaterali da parte di Cuba. Un esempio utile per capire è lo spostamento di medici cubani, per la verità molto preparati, in Venezuela, a discapito però dei loro colleghi indigeni. È vero che Chávez ha acquisito il potere democraticamente attraverso le elezioni, ma è altrettanto vero che esiste oggi il più elevato tasso di assenteismo elettorale, chiaro segnale di sfiducia in un una popolazione che sente l'elezione come qualcosa di non regolare.

L'azione politica del presidente venezuelano è ambivalente: infatti se da un lato ha cercato di sviluppare programmi che favoriscono i settori più poveri della popolazione, dall'altro ha indebolito le pratiche democratiche: di fatto il suo partito controlla l'esecutivo e l'Assemblea nazionale (parlamento) e indirettamente il potere giudiziario e quello elettorale. La democrazia partecipativa propugnata da Chávez in realtà non si è realizzata. C'è stato un aumento della partecipazione politica da parte dei settori più poveri e politicamente apatici ma questa partecipazione rimane fondamentalmente organizzata e diretta dall'alto.
 



Vita privata



Chávez è stato sposato due volte e attualmente è separato dalla sua seconda moglie, Marisabel Rodríguez de Chávez. Ha quattro figli che tiene sotto la massima privacy e riservatezza: infatti la stampa internazionale conosce solo il nome della sua figlia più giovane, Rosa Inés.