22 maggio 2007 - P.Margolles www.granma.cu

 

La cooperazione cubana

è presente in 155 paesi
 

• Più di trentamila medici e tecnici della salute lavorano in
71 paesi d’America Latina, Caraibi e Africa

 

 

 

Cuba mantiene rapporti di cooperazione con 155 paesi. Più di quarantaduemila professionisti e tecnici prestano servizi in 102 nazioni, ha informato Yiliam Jiménez, viceministra degli Affari Esteri di Cuba.

 

La viceministra, incaricata della cooperazione internazionale nel Ministero, ha informato che più di trentamila medici e tecnici della salute lavorano in 71 paesi dell’America Latina, Caraibi e Africa.

 

Con l’aiuto cubano sono stati prestati servizi medici a più di 300 milioni di persone e sono stati compiuti 2 milioni di interventi chirurgici. A questo va aggiunta la vaccinazione di 9 milioni di bambini.

 

La presenza medica non si è ridotta esclusivamente al campo dell’assistenza ma ha riguardato anche il trasferimento di tecnologia.

 

La funzionaria ha fatto riferimento in questo senso al fatto che, mediante il programma dell’Operazione Miracolo, sono stati operati con attrezzature di alta tecnología più di 600.000 pazienti di 30 paesi dell’America Latina, dei Caraibi e più recentemente dell’Africa.

 

La Jiménez ha detto che sono stati attrezzati più 30 centri oftalmologici in 8 nazioni dell’America Latina e dei Caraibi.

 

Per quanto riguarda l’aiuto all’alfabetizzazione la funzionaria ha sostenuto che adesso Cuba sta lavorando in 25 paesi con il programma Io sí che posso.

 

Ha anche spiegato che si sta offrendo sostegno a paesi della regione in materia di risparmio energetico.

 

"Nel quadro dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA) esiste un importante programma di cooperazione con Bolivia, Nicaragua, Venezuela e le nazioni dei Caraibi", ha precisato.

 

La Viceministra ha ricordato come fatto significativo la creazione da parte di Cuba del Contingente Medico Henry Reeve, che ha reso possibile l’aiuto ad altri paesi in casi di catastrofi ed epidemie. Più di tremila membri del Contingente hanno offerto i loro servizi in quattro paesi e hanno donato 34 ospedali da campo attrezzati con tecnologia moderna.

 

Il Contingente è nato dopo il passaggio dell’uragano Katrina ed il suo sostegno solidale è stato offerto al popolo statunitense per alleviare le conseguenze della catastrofe. Ma il governo degli USA non ha accettato l’offerta.

 

Altre nazioni come Pakistan e Indonesia hanno potuto contare sul suo sostegno di fronte ai violenti colpi della natura che hanno dovuto affrontare. L’aiuto è stato altamente valorizzato dalle autorità di entrambe le nazioni, ha segnalato.

 

Facendo riferimento ad Haiti ha informato che lì si trovano 600 tecnici della salute, 400 dei quali sono medici cubani, mentre circa 266 sono giovani haitiani laureatisi a Cuba nella Scuola Latinoamericana di Medicina.

 

A quanto detto va aggiunto che più di 600 giovani di questa nazione dei Caraibi studiano Medicina nell’Isola e altri 110 sono iscritti in differenti facoltà.

 

L’aiuto alla piccola e povera nazione riguarda anche l’Industria dello zucchero e settori dell’Agricoltura. Ha significato che in questi momenti difficili di grande tensione interna e scontri, i cubani sono rimasti nei loro posti offrendo assistenza al popolo haitiano. Nessun medico cubano è stato aggredito. Ha ricordato che il Venezuela, in coordinamento con Cuba, è presente in questa missione.

 

Per quel che riguarda la Cina, Yiliam Jiménez ha informato che viene mantenuta un’ampia cooperazione nei campi della medicina, della biotecnologia e della formazione di risorse umane. Ha definito i rapporti con la grande nazione asiatica "ampi e intensi" e ha segnalato che l’Isola accoglierà 500 giovani cinesi affinchè studino lo spagnolo.

 

"I rapporti con la Cina sono strategici perchè hanno a che fare con lo sviluppo di progetti di sviluppo economico e sociale del nostro paese", ha detto.

 

Sul Venezuela ha segnalato che la cooperazione è parte di uno scambio di beni e servizi tenendo conto delle asimmetrie, il che permette di dare impulso alle nostre economie, di poter contare sulla stabilità e contribuire allo sviluppo sociale di entrambi i paesi. Ha ricordato che 300.000 venezuelani sono stati operati grazie all’Operazione Miracolo.

 

"Abbiamo lì circa dodicimila medici e ventiquattromila professionisti e tecnici della salute. A Cuba studiano cinquemila giovani venezuelani e altri tredicimila si stanno perfezionando nelle Brigate Mediche cubane in Venezuela".

 

La cooperazione con il Venezuela in beni e servizi fa sì che i cubani siano presenti in Molti settori economici e sociali. Ha valutato come un buon esempio l’alfabetizzazione di un milione di persone di questa nazione.

 

La Viceministra ha segnalato che specialisti cubani dell’agricoltura lavorano insieme ai venezuelani nel programma endogeno che il presidente Chávez ha voluto stimolare in campo agricolo.

 

Sono stati stabiliti scambi anche nel settore energetico e in quello dell’informazione, il che permette che Cuba possa rendere più efficiente l’industria estrattiva del petrolio.

 

L’Isola paga il petrolio fornito dal Venezuela a prezzo preferenziale, più basso del costo sul mercato internazionale, al pari di altri paesi della regione che vengono beneficiati, ha segnalato.

 

Dando più informazioni sull’Operazione Miracolo, ha indicato che questa si è estesa a 14 paesi dei Caraibi e ha reso possibile operare ventottomila malati.

 

Ha considerato che questo programma sta diventando molto più integrale con il trasferimento di tecnologia per la realizzazione delle operazioni in altre nazioni. Sono già stati installati allo scopo 34 centri oculistici ad alta tecnologia in 8 paesi.

 

Cuba ha avuto un ruolo importante nello sviluppo di questo programma, ma Cuba e il Venezuela stanno già combinando gli sforzi, ha informato.

 

Facendo riferimento al Nicaragua, ha segnalato che è stato appena inaugurato un nuovo centro oculistico nella città di Sandino, in grado di operare addirittura 60 pazienti al giorno.

 

La Jiménez ha informato sulla fondazione di una Scuola di Infermeria a Dominica, dove si sta appoggiando un programma di formazione di infermieri nei Caraibi, anche per quanto riguarda l’assistenza ai malati di HIV-AIDS.

 

A quanto detto va aggiunto che più di 600 giovani di quella regione si stanno formando in questa specialità nell’Isola.

 

Rispondendo ad una delle preoccupazioni dei presenti alla conferenza, la funzionaria ha segnalato che in questo momento più di 31.000 professionisti e tecnici cubani della salute stanno prestando servizio all’estero.

Diciassettemila di questi sono medici. E’ una percentuale che permette al nostro paese di mantenere i suoi servizi sanitari. Questo è possibile perchè ogni anno si formano nelle nostre università migliaia di medici cubani.

 

Ha precisato che più di cinquattraquattromila stranieri stanno studiando Medicina. Ventiquattromila si stanno formando a Cuba e circa ventottomila nelle brigate mediche cubane sia in Venezuela che nel resto del mondo. Facendo riferimento all’aspetto remunerativo, ha segnalato che il medico cubano riceve uno stipendio nel paese dove lavora. Il governo che lo accoglie si fa carico della sua alimentazione. Il medico percepisce il suo salario a Cuba e la sua famiglia viene aiutata economicamente.

 

Un’ampia assistenza viene prestata all’Africa. Attualmente più di duemila professionisti e tecnici lavorano in più di 35 paesi di questo continente. "La nostra cooperazione si concentra nell’agricoltura, l’alfabetizzazione, lo sport e la salute".

 

Recentemente è stato inaugurato un importante centro oculistico in Mali. In quella regione siamo inseriti nella lotta contro l’HIV-AIDS, in cooperazione con i ministeri della Sanità di quei paesi.

 

Facendo riferimeto alle prospettive con l’Africa, le ha valutate come molto positive e ha detto che Cuba continuerà a inviare medici nei paesi africani che li richiedano. In questo momento si sta cooperando con il Congo, il Ciad, il Burkina e il Niger.

 

Sono state fondate anche varie facoltà di Medicina, come quelle di Guinea Ecuatoriale, Gambia ed Eritrea.

 

Ha segnalato che la cooperazione internazionale con l’Africa non ha scopi di lucro. "Non ha fini commerciali. Sappiamo delle enormi necessità dell’Africa".

 

Per noi l’importante è ricevere l’esperienza e la formazione dei nostri professionisti che, offrendo i loro servizi, arricchiscono la loro formazione.

 

"Riceviamo il sostegno morale dei paesi africani in molto scenari internazionali, il che significa un importante incentivo alla cooperazione con Africa", ha concluso.