Non è cambiato niente

 

 

 

 

 

7 febbraio 2007 -  M.Speroni www.prensa-latina.it

 

 

Ivette Gonzalez Salanueva è la figlia minore di René Gonzalez Sehwerert, uno dei cinque cubani ingiustamente prigionieri negli USA, e di Olga Salanueva. Il governo di Bush le nega, sistematicamente, il visto per potere viaggiare e visitare suo marito nella prigione. Per questo motivo la bambina - prossima a compiere i nove anni in aprile - da più di sei anni non aveva un contatto personale con suo padre. Da pochi giorni ha potuto visitarlo con sua sorella maggiore nella prigione di Marianna, in Florida.

Ivette ha potuto finalmente abbracciare suo padre, ma niente è cambiato. Rimane solo la loro allegria di essersi potuti baciare e toccare dopo tanti anni, dal momento che ne erano stati ingiustamente privati. Però, non è cambiato niente.

Tutto continuerà come sempre, nei prossimi giorni, perché René segue ingiustamente prigioniero da più di 8 anni. Non gli hanno commutato la pena per avere compiuto più della metà dei 15 anni a quali è stato condannato, ed essere un carcerato di comportamento eccellente. Al contrario, nell'ultima valutazione della condotta lo hanno catalogato come carcerato di carattere violento senza nessuna giustificazione, per allontanare, sicuramente, questa possibilità di libertà.

Due anni fa la Dra. Ares ed un gruppo di professionisti cubani, spiegavano perché Ivette, fino a questo momento, non doveva viaggiare senza sua mamma, e raccomandavano di non separare la bambina dalla sua figura di attaccamento principale, in una situazione tanto traumatica.

Ora si decise che Irmita, maggiore di età e che sta studiando Psicologia, fosse chi accompagnava sua sorella, che compierà nove anni in aprile.

Ivette è stata seduta tra sua madre e sua sorella nell'intervista che fece loro, venerdì 27 gennaio 2007, la giornalista Arleen Rodriguez Derivet nella Tavola Rotonda Informativa, dopo che le due figlie dell'Eroe sono tornate.

La bambina rimase inclinata ed abbracciata a sua mamma e disse che pensò sempre che avrebbero potuto andare tutte e tre, a visitare papà. Olga reclamò il diritto di vedere suo marito, ed espresse che continuano senza la possibilità di avere una foto di famiglia, tutti insieme.

La stessa ingiustizia si commette con Adriana Perez, a cui hanno già negato il visto in sette opportunità, per andare a vedere suo marito, Gerardo Hernandez Nordelo, condannato a 2 ergastoli, più 15 anni.

Non è cambiato niente. Il governo degli USA non ha fatto nessuna concessione. Segue senza sentire i richiami internazionali che protestano per la terribile violazione dei diritti e la condanna, anche, delle famiglie.

Ivette ha potuto viaggiare perché è cittadina nordamericana di nascita, per cui non ha bisogno di visto, ed ebbe la fortuna che il suo Stato la preparò, attraverso i suoi professionisti, per i momenti traumatici che ha dovuto vivere e che sono cominciati quando scese dall'aeroplano in una zona che lei conosce come ostile.

Anche gli altri famigliari soffrono sempre di più l'oltraggio. D'accordo col nuovo sistema di conferimento di visti, la realizzazione delle interviste nell'Ufficio degli Interessi degli USA a Cuba sarà effettuata in settembre del 2007, in vari casi, senza sapere quando saranno concessi concretamente i visti.

Una nuova forma di aggressione è che abbiano tolto definitivamente Olga dalla lista dei possibili visitatori di suo marito.

È un notizia molto buona che si sia prodotto l'incontro tanto desiderato tra Ivette e René. Ma la bambina, niente né nessuno potrà compensarla di essere cresciuta senza la possibilità di vedere suo padre, né può calcolarsi, in questi momenti, il danno a lungo termine che le hanno prodotto.

I cinque eroi, Gerardo Hernandez, Antonio Guerrero, Ramon Labañino, Fernando Gonzalez Llort e René Gonzalez Sehwerert, seguono ingiustamente prigionieri in cinque carceri nordamericane a molti chilometri di distanza una dall'altra.

Loro hanno messo a nudo l'enorme bugia del governo degli Stati Uniti nella sua guerra contro il terrorismo. Il manto di silenzio, la censura, la calunnia o l'omissione dei grandi mezzi di comunicazione su questo caso, causerà più commozione che il Watergate, quando il paese nordamericano abbia l'opportunità di conoscerlo.

La lotta continua con più forza e con più voci solidali che si sollevano, tutti i giorni. Il nemico dei Cinque è lo stesso impero che massacra il mondo e che pianificò, finanziò ed eseguì il Piano Condor, tristemente celebre.

Il richiamo internazionale di nove premi Nobel, di legislatori, di membri di Chiese, intellettuali, pensatori e persone solidali è: Libertà ai Cinque, adesso!
 


*L'autrice è membro del Comitato per la Libertà dei Cinque - Argentina-traduzione di Ida Garberi