21 febbraio 2007 - www.granma.cu (TeleSur)

 

 

La  silenziosa invasione degli Stati

Uniti in America Latina

• Denuncia Stella Calloni

 

 



La ricercatrice Stella Calloni, dall’Argentina e in un’intervista esclusiva per TeleSur, ha segnalato che la presenza di militari statunitensi in Amazzonia, segnalata dall’Agenzia d’Intelligenza del Brasile, rappresenta una minaccia d’invasione silenziosa del Cono sud.

 

Le dichiarazioni della giornalista Stella Calloni sono state fatte dopo che in Brasile alcuni membri dell’agenzia d’intelligenza e di altri corpi di sicurezza, hanno pubblicato una relazione che avverte sulla presenza di militari statunitensi nella regione sudamericana, catalogandola come “una minaccia per la sicurezza del paese sudamericano”.

 

Il gruppo di sicurezza ha segnalato che l’Amazzonia potrebbe trasformarsi in un punto di conflitto armato con gli Stati Uniti, paese che mantiene i suoi militari nella zona, con il pretesto della lotta contro il narcotraffico; questa permanenza si potrebbe espandere nelle nazioni vicine, provocando un’invasione militare.

 

La relazione avverte che Washington starebbe cercando di concretare questo allineamento, già applicato in Colombia e nel resto del Sudamerica.

 

La Calloni ha spiegato che “la ricolonizzazione dell’America Latina che gli Stati Uniti hanno disegnato per l’anno 2000, era ovvia e il Plan Colombia non è stato partorito per combattere il narcotraffico, né per lo sviluppo della Colombia, ma come una  strategia disegnata per il Cono sud”.

A suo giudizio “questa strategia veniva dagli anni ‘90 quando lo schema di guerra a bassa intensità, si proponeva d’avanzare verso l’America  del sud e questo lo si può definire un’invasione silenziosa”.

 

La giornalista ha assicurato che “Si sta giocando la sorte del Brasile e dell’America del Sud, perchè questo non è un progetto solo militare, ma anche economico, che riguarda tutto quello che si può fare o meno con l’Area di Libero Commercio per le Americhe (ALCA)”.

 

Stella Calloni sostiene che: “Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay devono interessarsi alla triplice frontiera, perché rientra nello schema dell’espansione degli Stati Uniti e preserva il piano disegnato per il controllo di tutte le risorse (petrolio, acqua potabile…). Inoltre è tracciata la possibilità di controllare le vie di comunicazione per i fiumi amazzonici”.

 

In sintonia con le sue ricerche, la Calloni ha assicurato che: “Gli Stati Uniti danno molta importanza alle cinque frontiere di Brasile, Perù, Ecuador, Bolivia, Paraguay e Venezuela. Abbiamo visto una grande estensione di basi, però la cosa più pericolosa è il tema delle manovre, perché ogni volta che gli Stati Uniti le eseguono, lasciano sempre sul terreno infrastrutture stabili. Abbiamo visto in Colombia come hanno accerchiato il Venezuela e come ora stanno accerchiando il Brasile. Occorre fermare questa avanzata”.

 

L’esperta in tematiche internazionali ha detto che gli Stati Uniti nel firmare accordi congiunti con alcuni paesi centro americani, pretendono come prima cosa di stabilire basi militari in Honduras, Nicaragua e El Salvador, per poter ampliare il proprio raggio d’azione.

 

Stella Calloni ha avvertito che “L’America Latina è minacciata da un progetto d’occupazione che sta giungendo per attaccare ai fianchi economicamente, politicamente e militarmente”.

 

Per via di queste  minacce, l’attenzione si sta accendendo nel Cono sud, motivata dagli stessi militari brasiliani che hanno denunciato la realtà che si sta vivendo nella regione dell’Amazzonia.