27 settembre 2007 - www.granma.cu (PL)

 

ONU: Evo Morales difende i diritti

delle popolazioni indigene

 

     

Il presidente boliviano, Evo Morales, nell suo secondo intervento durante la 62° Assemblea Generale delle Nazioni Unite, reclamerà la difesa dei diritti dei popoli indigeni, hanno anticipato i membri della sua delegazione.

 

Il ministro boliviano alla Presidenza, Juan Ramon Quintana, ha detto che Morales parlerà dell’importanza della Dichiarazione dei Diritti dei Popoli Indigeni, promossa il passato 13 agosto nell'organismo mondiale.

 

Per reiterare questa decisione della ONU, il presidente boliviano ha annunciato un Forum internazionale nel suo paese per il prossimo 12 ottobre, al quale inviterà le organizzazioni indigene.

 

Morales ha detto a PL che i popoli originari possono dare forti apporti all'umanità, nel contesto di un'armonia tra l'uomo e la natura e per salvare il pianeta Terra.

 

“Il movimento indigeno è la riserva morale dell'umanità”, ha affermato.

 

Morales ha precisato che cercare di mercanteggiare e privatizzare la terra sta danneggiando l'umanità ed ha sottolineato la necessità di sviluppare un processo d’educazione della popolazione, con l'obiettivo di salvare il pianeta, che agonizza per l'inquinamento.

 

In un documento che è stato fatto circolare nella sede dell'ONU, Morales ha richiamato a riscattare le tradizioni dei popoli indigeni nella loro armonica relazione con la Madre Terra, la Pachamama, ed ha  affermato che i popoli originari oggi sono convocati dalla storia, per trasformarsi nell'avanguardia della difesa della natura e della vita.

 

Nell’ultima riunione ad alto livello sul cambiamento climatico, Morales ha accusato il capitalismo predatore e la sua corsa militarista d’essere i principali responsabili del danni che soffre l'ecosistema.

 

Il primo intervento di Evo Morales come presidente eletto nell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite è stato pronunciato il 19 settembre del 2006 e in quell'occasione egli aveva chiesto cooperazione per rifondare il suo paese e per la necessità di depenalizzare la foglia di coca, per un scenario diverso nella lotta mondiale contro il narcotraffico.

 

 

 

25 settembre 2007 - www.granma.cu (PL)

 

Evo Morales alle

Nazioni Unite

 

     

Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha condannato il capitalismo predatore che colpisce l'ecosistema, nel suo intervento durante la riunione ad alto livello nelle Nazioni Unite sul cambiamento climatico.

 

Morales si è riferito alla necessità di far sì che le nazioni industrializzate interrompano le loro emissioni di gas tossici che continuano a danneggiare il nostro  pianeta Terra ed ha anche  invitato la comunità internazionale ad unirsi all’appello per cambiare i modelli di consumo dei paesi ricchi, che oggi danneggia la maggioranza delle nazioni sottosviluppate.

 

Evo Morales ha sottolineato che un fenomeno perverso come la guerra, che  viene fomentato dal capitalismo, è una realtà  fortemente dannosa per la natura.

 

Il presidente boliviano, parlando per circa sette minuti, ha ammonito che se si svilupperanno anche in futuro gli attuali modelli di consumo capitalista e si spenderanno migliaia di milioni di dollari in armi di distruzione di massa, il nostro pianeta non avrà un futuro, dato che l’avvenire del nostro mondo è sequestrato nelle mani del capitalismo predatore, che accumula ricchezze e beni in poche mani, lasciando la maggioranza dell'umanità in un totale abbandono.

 

Morales interverrà anche il prossimo mercoledì 26 settembre nella 62° sessione ordinaria dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

 

In accordo con il ministro alla Presidenza, Juan Ramon Quintana, che lo accompagna in questa visita di quattro giorni a New York, il presidente indigeno parlerà dei danni provocati all'ecosistema e ai diritti dei popoli autoctoni e inoltre spiegherà il processo di trasformazione sociale ed economica di cui è protagonista il popolo boliviano.

 

Interpellato sull'accoglienza avuta negli USA, Morales ha sottolineato l'incontro coi residenti boliviani a Washington.