5/3/2007 - F.A.Fernandez www.granma.cu

 

LA BATTAGLIA ANTIDROGA DI CUBA

Confiscate 1,7 tonnellate

di narcotici nel 2006

● A quattro anni dall’inizio dell’operazione “Corazza Popolare” continua a decrescere la presenza di droghe nel paese; diminuiscono gli approdi e gli avvistamenti d’imbarcazioni e aerei sospetti all’interno delle nostre frontiere

 

 

 

 

Un bilancio dei principali risultati della lotta al traffico illecito di droghe e dell’opera di prevenzione cubana nel 2006 mostra come frutto fondamentale la costante diminuzione della presenza di droghe nel paese con 1,7 tonnellate di narcotici confiscate, la cifra più bassa negli ultimi 11 anni, quattro volte minore di quella del 2003.

 

La continuazione e il consolidamento delle operazioni “Aché III” contro il narcotraffico internazionale e “Corazza Popolare” per colpire l’incipiente mercato interno, insieme al rafforzamento dei programmi preventivi e di riabilitazione promossi dagli Organismi dell’Amministrazione Centrale dello Stato e dalle organizzazioni politiche e di massa, hanno permesso al paese di progredire in questo impegno per fermare e ridurre al minimo l’impatto di questa minaccia globale.

 

Questo approccio multilaterale, con il sostegno e la partecipazione decisa del popolo, ha impedito un ingresso sostenuto di droghe nel paese, nonostante la complessità del fenomeno nel mondo, il suo impatto nella nostra regione geografica e la minaccia che costituisce per il paese. Diminuiscono gli approdi; si allontanano dalle nostre coste le rotte del narcotraffico internazionale e sono minime le quantità di droghe scoperte nell’incipiente mercato interno (meno di 36 Kg).

 

Si mantiene la tendenza al ridotto utilizzo del nostro territorio per sviluppare operazioni di narcotraffico: è stata registrata la presenza di soli 24 motoscafi e 9 aerei.

 

 

 

Lotta senza quartiere

 

 

 

Secondo gli esperti su questa tendenza ha inciso, tra gli altri fattori, l’opera svolta nell’ambito dell’Operazione Aché III, la severità delle sanzioni inflitte ai narcotrafficanti detenuti e lo scambio d’informazioni con servizi stranieri. Questi fattori hanno permesso alla Direzione delle Truppe Guardia Frontiera di frustrare un’operazione nella quale sono stati confiscati più di 900 Kg di marijuana e alla Forza Reale di Difesa delle Bahamas di neutralizzare un’altra operazione nella quale ha occupato un carico, un’imbarcazione ed ha arrestato gli implicati.

 

Di conseguenza, gli approdi di stupefacenti si sono mantenuti ridotti come negli ultimi due anni. Sono stati confiscati 667,08 Kg di droghe (564,33 Kg di marijuana e 102,75 di cocaina) in 97 operazioni.

 

Le informazioni fornite ai servizi omologhi hanno contribuito a far abortire due operazioni di narcotraffico con l’utilizzo di navi mercantili ed a sequestrare più di cinque tonnellate di cocaina.

 

Continua ad essere minimo l’utilizzo delle frontiere aeree per le attività di narcotraffico. Da gennaio sono stati scoperti 11 fatti di questo tipo, tutti quanti nell’aeroporto internazionale José Martí, data la diversificazione dei suoi collegamenti internazionali. Vi sono stati confiscati 13,9 Kg di droghe.

 

Il lavoro degli organi che sorvegliano la frontiera aerea ha permesso di ostacolare i canali d’entrata di droghe a Cuba, ha impedito il traffico da altri paesi verso terzi attraverso il nostro territorio e ha evitato, con la cattura di 4 corrieri in due operazioni, il trasferimento di più di 600.000 dollari provenienti dalla droga.

 

Negli aeroporti sono stati scoperti 284 stranieri che portavano con sé piccole dosi per il consumo personale, ai quali è stata confiscata la droga e sono state applicate misure amministrative.

 

Dal gennaio 2003 (inizio di “Corazza Popolare”) fino al dicembre 2006, si sono svolti più di 2.000 processi per reati relazionati con droghe o sostanze dagli effetti simili, nei quali sono stati sanzionati stranieri e cubani. È stata mantenuta una politica di severità nelle sanzioni, tenendo presente la gravità dei fatti e le circostanze personali degli autori.

 

La strategia cubana per l’attenzione alle tossicodipendenze continua a perfezionarsi sulla base della promozione dello sviluppo di stili di vita salutari nella popolazione in generale, dell’ampliamento delle opzioni sane di ricreazione, dello sviluppo delle informazioni e consulenze indirizzate a prevenire il consumo (esiste una linea telefonica confidenziale di aiuto in ogni provincia), del rafforzamento della preparazione del personale, dalla formazione di una rete d’assistenza strutturata su tre livelli d’attenzione alla salute, del controllo e della prevenzione della sottrazione di medicinali, dello stimolo alla disintossicazione dei tossicodipendenti, nonché alla loro riabilitazione e reinserimento nella società, nel lavoro e nella famiglia.

 

Uno studio nazionale compiuto tra luglio e settembre del 2006, a quasi 4 anni dall’inizio di Corazza Popolare, dal Centro Studi Sociopolitici e di Opinione (CESPO) sull’efficienza del lavoro di prevenzione e lotta all’utilizzo illecito delle droghe, ha reso evidente che la popolazione conosce e ha una percezione positiva degli incoraggianti risultati ottenuti. Inoltre la maggior parte dell’opinione pubblica sostiene che le misure adottate sono efficaci e adeguate. Ma si insiste sulla necessità di svolgere un lavoro preventivo sempre più unificato e sistematico nella comunità.

 

Al di là delle cifre, i risultati cubani sono dovuti all’accumulazione di sforzi, di politiche coerenti e ad un approccio complessivo.

 

Dal dicembre 2002 la Commissione Nazionale sulle Droghe, le province e i municipi non hanno smesso di compiere le analisi permanenti ed a ricercare le soluzioni opportune ai problemi; continuano gli studi sistematici sull’efficacia dei piani delle diverse istituzioni, organizzazioni politiche e di massa riguardanti le azioni preventive e di lotta delle diverse istituzioni, così come i controlli speciali realizzato dal Partito Comunista di Cuba, dal Governo, dall’Associazione Nazionale dei Piccoli Agricoltori, dai ministeri dell’Agricoltura, dell’Educazione, dell’Educazione Superiore, della Cultura, della Salute Pubblica e dall’Istituto Nazionale dello Sport (INDER) tra le altre istituzioni che, con uno spirito fondamentalmente di aiuto e controllo per il perfezionamento, giungono nei luoghi più lontani, villaggi di montagna, cooperative, fattorie agricole e zootecniche, centri culturali, sportivi e studenteschi di tutti i livelli di insegnamento, in ospedali, laboratori e farmacie.

 

 

 

Prestigio con risultati

 

 

 

Il rafforzamento della collaborazione con i servizi antinarcotici di altri paesi, lo sviluppo di rapporti di cooperazione bilaterale con più di 30 nazioni e le misure permanenti di lotta al narcotraffico internazionale su tutti i fronti, oltre ad agevolare il raggiungimento di risultati in campo operativo, ha contribuito ad elevare il prestigio internazionale e il rispetto delle autorità specializzate del mondo con le quali Cuba mantiene una fruttuosa relazione.

 

Le attività di collaborazione internazionale degli organi di contrasto si sono rinsaldate a partire dallo scambio d’informazioni operative in “tempo reale” con servizi omologhi per realizzare investigazioni congiunte contro organizzazioni criminali e narcotrafficanti, compreso il controllo e la detenzione di persone oggetto di pedinamento.

 

Sono stati approfonditi anche i rapporti di collaborazione con la Segreteria Generale dell’Interpol ed i suoi uffici centrali nazionali per scambiare informazione d’interesse e controllare i criminali circolanti internazionalmente, uno dei quali è stato catturato quest’anno a Cuba e consegnato alle autorità tedesche.

 

Con le autorità americane non è stato possibile ottenere simili risultati a causa della posizione assunta da questo governo che, oltre a rifiutarsi di firmare accordi di collaborazione con il nostro paese in questa sfera, non riconosce in maniera obiettiva i risultati conseguiti da Cuba e li altera e manipola sistematicamente sin dai prima anni della Rivoluzione.

 

Nonostante decenni di diffamazioni e di grossolane campagne, Washington non ha mai avuto un solo elemento per ritenerci una nazione di stoccaggio, transito, esportazione o rilevante consumo di droga.

 

Il rapporto della Giunta Internazionale di Fiscalizzazione degli Stupefacenti dell’ONU corrispondente al 2006 segnala testualmente: “A Cuba, come parte dell’operazione Aché III si sta intensificando ancora la lotta contro il narcotraffico mediante l’aumento del riconoscimento aereo, marittimo e radiotecnico e degli effettivi della Guardia di Frontiera. Questi sforzi stanno aiutando a consolidare il successo dell’Operazione per ciò che riguarda la prevenzione del traffico marittimo, la confisca di un grande volume di approdi di droga illecita e lo scambio costante di informazioni con gli organismi regionali competenti”.

 

Il documento delle Nazioni Unite riconosce anche il miglioramento nella presentazione di dati statistici da parte del nostro paese.

 

Risulta difficile constatare i veri frutti dei 25 miliardi di dollari che gli Stati Uniti dicono di aver speso negli ultimi 20 anni nella “guerra antidroga” in America Latina. Ma le strategie di combattimento e prevenzione del nostro piccolo paese, costantemente oltraggiato dalle campagne diffamatorie del “giudice” che respinge la nostra aperta disposizione a cooperare, sono riuscite con assai meno risorse, ma con una ferrea volontà politica, trasparenza e onestà, ad ottenere trionfi strategici importanti in questa battaglia. Per il bene della nostra sicurezza nazionale e, nello stesso tempo, per la sicurezza dei nostri vicini, compresi gli statunitensi, che erano i destinatari di gran parte della droga confiscata da Cuba negli ultimi anni.

 

Consapevole del pericolo e fermo nella sua volontà politica, lo Stato cubano assume che ogni battaglia contro le droghe, la corruzione, l’arricchimento illecito, gli atteggiamenti antisociali e altre illegalità non è una questione di offensiva momentanea, congiunturale o di campagna. È una lotta improrogabile per il futuro e il destino della Rivoluzione e delle nuove generazioni, quando ci stiamo inserendo in un mondo scosso dal crimine organizzato e dalle più diverse mafie, incoraggiate dalla globalizzazione neoliberista che trasforma tutto in una merce: le persone in consumatori, e un piccolo gruppo, in ricchi sfondati.

 

Come ha avvertito un editoriale del quotidiano Granma nel gennaio 2003, quando cominciava “Corazza Popolare”: “Di fronte a questo fenomeno negativo, la posizione della Rivoluzione è categorica: non ammetterà niente che attenti alla sicurezza, alla salute, all’etica, alla dignità e ai valori che abbiamo creato di fronte a tutti i pericoli. Non ci sarà impunità per nessuno”.