10 maggio 2007 - D.Giovinazzo www.granma.cu

 

 

Que viva Cuba!

• La medicina e i risultati delle ricerche a Cuba sono
al servizio del benessere umano

 

 

“Fidel sta bene ed ha superato le difficoltà di salute”, rassicura Elba Rosa Montoya, responsabile del Dipartimento di Scienze del Partito Comunista Cubano, PCC. 

 

“È il leader naturale della Rivoluzione e come ogni leader ha un ruolo influente. Ma ciò che determina un processo rivoluzionario è un popolo in grado di mantenerlo al potere”. Elba Rosa non ha dubbi: “Ogni cubano sa che egli stesso è la Rivoluzione, ed è questo che garantisce la continuità del nostro percorso avviato nel 1959”.

 

Ma se le sorti di Cuba non sembrano in discussione, il merito è di una società che ha saputo svilupparsi negli anni nonostante numerosi ostacoli e difficoltà. Con Elba Rosa, dato il suo incarico nel PCC, parliamo del ruolo dello sviluppo scientifico nel successo dell'esperienza rivoluzionaria cubana.

 

Domanda : “Da dove nasce la scelta di puntare sulla scienza”?

 

Risposta: “Già dal '59, col trionfo della Rivoluzione, una delle principali trasformazioni è stata la campagna di alfabetizzazione per preparare le persone a ricevere una formazione. Poi, a partire dal 1961, la Direzione della rivoluzione pianificò che Cuba avrebbe dovuto vivere della propria produzione intellettuale e scientifica. I risultati che abbiamo raggiunto oggi sono figli di un lungo processo di sviluppo scientifico dettato da quella politica lungimirante. Voglio darti un dato: a Cuba gli anni '93 e '94 sono stati i più difficili, il cosiddetto “periodo speciale”, un momento in cui le relazioni tra i paesi socialisti, con la caduta dell'URSS, si sono deteriorati. Lo sviluppo economico cubano in quegli anni ha sofferto molto, è precipitato. Ebbene, proprio in un frangente così difficile, la Direzione della rivoluzione ha stabilito la costruzione di università e centri di ricerca scientifica. In quel momento si è guardato non al presente ma al futuro. Ci fai un esempio dei successi ottenuti? L'oftalmologia: abbiamo ridato la vista a oltre 500mila persone. E' il progetto chiamato “Operación milagro”, con il quale abbiamo fornito la nostra assistenza non solo ai cubani ma anche a molti altri paesi dell'America Latina”.

 

D. : “Quindi mettete i risultati del vostro sviluppo scientifico a disposizione degli altri che ne hanno bisogno”?

 

R.: “Cuba non ha ricchezze naturali da offrire agli altri paesi, le poche che abbiamo le condividiamo, ma possiamo fornire aiuti in termini di conoscenze e risorse umane. Ad esempio, Cuba fornisce assistenza agli stati africani inviando operatori, soprattutto medici e personale sanitario, nei paesi che ne fanno richiesta. Inoltre, per aiutare concretamente lo sviluppo africano, ospitiamo molti giovani studenti che poi riportano nei loro paesi d'origine le conoscenze acquisite nelle nostre università e centri di ricerca.

I nostri risultati sono ancor più sorprendenti se si considerano i problemi relativi al blocco economico-commerciale imposto dagli Usa, il bloqueo”.

 

D.: “Quali sono le difficoltà”?

 

R . : “I problemi principali sono relativi alla disponibilità di materie prime: Il bloqueo non ci permette di comprarle neanche da paesi terzi. La cosa è più scandalosa se pensi che, mentre Cuba sta sviluppando proprie tecnologie e brevetti per non dover dipendere da altri, alcuni centri di ricerca statunitensi vengono, in piena violazione del bloqueo, a “nutrirsi” delle nostre scoperte: riconoscono i nostri risultati, ma ogni volta tentano di ostacolarli”.

 

D. : “Perché”?

 

R.: “Perché la medicina e i risultati delle ricerche a Cuba sono al servizio del benessere umano. In altri Stati, senza fare nomi, la ricerca medica è invece in funzione del mercato, degli interessi delle multinazionali, del profitto economico”.