Fidel e Chávez hanno dialogato durante il

programma venezuelano Aló Presidente

 

27 febbraio 2007 - www.granma.cu

     

 

 

 

Il presidente cubano, Fidel Castro, ha assicurato, in una

Caramba, se

è Fidel...

O.O.Leon 28/2/07

 

Alle cinque del pomeriggio di martedì 27 è iniziata la trasmissione dal vivo “Aló Presidente” numero 269. “Come state amici miei, amiche mie” ha chiesto agli ascoltatori Chávez, senza sospettare che in pochi minuti un fedele ascoltatore gli avrebbe telefonato dall’Avana. "Caramba, se è Fidel", ha risposto Chávez al suo amico e compagno di sogni e di lotte rinnovate di fronte ai pericoli che corrono l’umanità e la vita umana stessa.

Dall’altra parte della linea telefonica è giunta la voce del Comandante Fidel con il tono di sempre, con le sue idee, che sta vivendo nuovi compiti, come ha detto, in una missione irrinunciabile che si deve vincere correndo contro il tempo, quando la degradazione del medio ambiente sta già provocando sequele negative in tutto il mondo.

“Compagno, fratello, padre, esempio, dignità , abbracci”, ha detto  Chávez.

“Illustre, caro amico”, ha detto Fidel, aggiungendo altre parole al contesto, che davano forza alla conversazione e poi ancora altre parole nel contesto: contento, energia, forza, tranquillità, lavoro...         

Quando è iniziato il dialogo sono cominciate le prime note d’agenzia che coincidevano nel segnalare che la telefonata è una riaffermazione del recupero nella sua convalescenza del Comandante in Capo.

La notizia, chiaro, è molto importante per milioni di persone che in tutto il mondo tifano per avere Fidel di nuovo nelle tribune. Ma soprattutto per l’importanza della crociata che si è imposto e per la sua capacità di vedere oggi quello che l’umanità non potrà fare domani, in difesa della sua sopravvivenza.

I due presidenti hanno scambiato notizie, tutte  relazionate, sulla necessità di cambiare le cose con altre frasi e vocaboli nel dialogo: capitalismo, socialismo, caduta delle borse, rivoluzione energetica, morale e luci, alba, pericoli di guerra, pericoli climatici alimentari... salvare la specie.

La conversazione è durata circa mezzora: la data era importante per i venezuelani, ma anche per coloro che  comprendono le trasformazioni del Venezuela, il suo apporto d’epoca in America Latina.

Il ventisette febbraio è l’anniversario del Caracazo, quando la popolazione di questa città di grattacieli e colline di miseria si lancìò per le strade per, come ha detto Chávez, iniziare  la prima ribellione contro il neoliberismo, che poi si e esteso ad altre nazioni del continente Argentina, Ecuador, Bolivia...

Questo Aló, Presidente si è svolto nel palazzo di Miraflores, testimone di questi tragici avvenimenti che videro la feroce repressione ordinata da  Carlos Andrés Pérez, che era tornato alla presidenza offrendo ville e castelli per poi fare un patto con il FMI e un serie di privatizzazioni.

Chávez ha ricordato così e poi ha paragonato il Venezuela di allora con quello delle conquiste di oggi, quello delle Missioni, della crescite economiche e sociali, che vuole rendere realtà i sogni.          

Così lo ha ricordato Chávez, che ha ancora paragonato il Venezuela di Bolívar, dell’ALBA, che condivide con Cuba e altre nazioni del continente la pratica di costruire un mondo nuovo e migliore.

Per questo il più naturale degli epiloghi del dialogo Fidel - Chévez è stato: Hasta la victoria siempre! Venceremos!

 conversazione telefonica col suo omologo venezuelano, Hugo Chávez, che continua a guadagnare terreno nel suo recupero "con più energia e forze e tempo per studiare", ha detto il leader della Rivoluzione Cubana durante il dialogo trasmesso dal programma Tavola Rotonda della Televisione Cubana.

In una sorprendente chiamata al programma Aló Presidente, Fidel ha parlato della sua salute, l'attualità mondiale ed il processo venezuelano e ha ringraziato per "le prove di affetto e sostegno che mi danno ora che sono dedicato a questo compito", in allusione al suo recupero.

"Non posso prometterti di andare presto ad accompagnarti in uno dei tuoi viaggi, ma continuo a guadagnare terreno. Mi sento con più energia, più forze e più tempo per studiare. Sono tornato ad essere un studente"ha detto Fidel Castro.

Davanti ad un commento di Chávez che ha paragonato la consacrazione del presidente cubano allo studio con la campagna educativa venezuelana denominata "Morale e Luci", il presidente cubano elogiò la portata di questo programma.

È la prima volta - disse - che vedo qualcuno tentare di vincere questa battaglia morale di conquistare l'anima, il cuore e la mente della gente.

Fidel, dopo aver osservato che molti ringraziano Chávez per dare informazione sul suo stato di salute, ha detto che non può parlare tutti i giorni "creare l'abitudine, il vizio, di avere giornalmente notizie. A tutto il mondo chiedo pazienza e calma".

Ma sono contento, tutto il mondo tranquillo, ed il paese va avanti che è la cosa importante e chiedo anche tranquillità per me, per potere compiere i miei nuovi compiti fino a questo momento.

Da parte sua Chávez, che ha ammsso d'essere convertito in fonte del recupero, esempio e costanza del leader rivoluzionario, ha espresso la sua intenzione di viaggiare presto a L'Avana per continuare a conversare.

Dopo aver chiesto un applauso al pubblico presente al programma, trasmesso dal Palazzo Presidenziale di Miraflores, Chávez ha qualificato il presidente cubano come "camerata, compagno e tu sai che non ho complesso: padre ti chiamo davanti al mondo".
 

 

 

 

Conversa Fidel con Chávez in

 

Aló, Presidente

 

Durante 32 minuti entrambi i leader rivoluzionari dialogarono su vari temi

 

(audio e testo in spagnolo)

 

Hugo Chávez.- ¿Quién habla?

Fidel Castro.- Óigame.

Hugo Chávez.- Te oigo.

Fidel Castro.- Ilustre y querido amigo, ¿cómo está usted?

Hugo Chávez.- ¡Caramba, si es Fidel!

(Aplausos y exclamaciones de: "¡Fidel, Fidel, Fidel!")

Fidel Castro.- Oye, te estoy escuchando aquí en el Aló, Presidente, y todos los datos que has manejado en unos minutos ahí. Me parece muy buena la argumentación sobre el crecimiento, el PIB, sobre el decrecimiento del desempleo, muchas cosas muy interesantes.

Hugo Chávez.- How are you, Fidel?

Fidel Castro.- Very well (Risas).

Hugo Chávez.- Oye, tú no sabes qué alegría nos da oír tu voz y saber que estás bien.

Fidel Castro.- Muchas gracias.

Hugo Chávez.- Un abrazo, estamos muy sorprendidos, gratamente sorprendidos, y estábamos, como casi siempre, hablando de ti hace un rato.

Fidel Castro.- Yo sabía que terminaba en un Aló, Presidente.

Hugo Chávez.- Ahora es todos los días.

Fidel Castro.- No, no, no me pongas a hacer eso, que tengo trabajo duro aquí (Risas), estudiando mucho, sobre todo; pero veo que tú no sueltas los libros. ¿A qué hora tú duermes?

Hugo Chávez.- Bueno, en la madrugada duermo un rato.

Fidel Castro.- Un rato.

Hugo Chávez.- Duermo un rato, estoy estudiando mucho, es una de las tareas de todo revolucionario, y seguimos tu ejemplo.

Fidel Castro.- Sí, y llevas mucho tiempo leyendo y tienes un talento privilegiado para retenerlo todo, recordarlo todo. A ti lo que a veces se te olvida son los números (Risas).

Hugo Chávez.- Bueno, se me olvidan, no tanto tampoco.

Fidel Castro.- Pero lo tienes ahí todo marcado que no se pierde uno, ya llevarte la cuenta es difícil.

Hugo Chávez.- ¿Tú sabes cuántas hectáreas de maíz hacen falta para producir un millón de barriles de etanol?

Fidel Castro.- De etanol, creo que hablaste el otro día de 20 millones de hectáreas, algo de eso (Risas), pero recuérdamelo.

Hugo Chávez.- Veinte millones. No, tú eres el que tiene la mente privilegiada.

Fidel Castro.- Ah, 20 millones.

Bueno, y, desde luego, la idea de poner los alimentos a producir combustible es trágica, es dramática. Nadie tiene seguridad de a dónde van a llegar los precios de los alimentos, cuando la soya se esté convirtiendo en combustible, con la falta que hace en el mundo para producir huevo, para producir leche, para producir carne, y es una tragedia más de las muchas que hay en este momento.

Yo me alegro mucho de que tú hayas levantado la bandera de salvar la especie, porque es duro lo que hay que luchar para salvar la especie, porque hay problemas nuevos, muy difíciles y tú estás como un predicador; realmente, un gran predicador, convertido en defensor de la causa, o defensor de la vida de la especie, por esa razón te felicito.

Te veo luchando con el Programa moral y luces, para educar a la gente, para que comprenda. Y sobre esto hay un montón de detalles que yo todos los días leo y reviso, y estoy muy al tanto: peligros de guerra, peligros climáticos, peligros alimentarios, porque —como tú has recordado —, hay miles de millones de personas pasando hambre y son realidades.

Por primera vez en la historia los gobiernos se han puesto a pensar en eso, gobiernos que tienen facultades, que tienen autoridad moral para hacerlo, y tú eres uno de esos raros ejemplos.

Leí hace poco que Australia se proclamaba el primer país del mundo en hacer una revolución energética, y resulta que se trata de un proyecto a realizar en dos o tres años; dan ganas de reír, porque ustedes en dos meses han colocado ya 34 millones de bombillos y en cuatro meses habrán cumplido la primera meta de llevar ese bombillo, que tantas ventajas tiene, a todos los hogares. Así que ya hay otro por ahí; pero ya algunos están discutiéndole a Australia ese primer lugar.

No hay un solo país, en Europa o en cualquier otra parte, que no esté preocupado hoy por ese problema.

Perdóname que haya sido extenso y te haya robado la mitad de tu programa.

 

Hugo Chávez.- No, qué extenso ni qué nada, son las 7:49 minutos de este día de hoy.

Te estábamos recordando, porque tú sabes que hoy es 27 de febrero, y aquí nos decían, hace 18 años, que una de las causas del Caracazo es que tú, cuando viniste aquella vez, dejaste aquí 200 agitadores que habrían incendiado la pradera, como se dice. Y estábamos haciendo un análisis hoy de las causas de todo el tema de la deuda externa, el tema del viernes negro, el saqueo del país, la fuga de capitales, las privatizaciones, la inflación acompañada de una recesión terrible, el desempleo, el desmoronamiento hasta de la clase media.

Bueno, como dice Einstein, que estábamos leyendo hace un minuto, no sé si tú oíste, cuando él reflexiona por qué el socialismo, y Einstein concluye en que el capitalismo lo que genera es un caos.

Así que con el Caracazo, Fidel, te recordábamos, y yo recordaba que en aquellos días te vi desde lejos por aquí, queriendo acercarme a saludarte, aun cuando no pude; pero ya andábamos aquí en el movimiento revolucionario. Y decirle al mundo por aquí, por Aló, Presidente, ahora oyéndote a ti y dialogando contigo, qué honor tan grande, que aquel día se levantó un pueblo contra el neoliberalismo.

El Caracazo fue, Fidel, tú lo sabes, la primera respuesta a nivel mundial, con una contundencia enorme, al plan neoliberal, cuando caía ya la Unión Soviética, el muro de Berlín y empezaba a decirse que llegó la era del fin de la historia y el pensamiento único.

Y del Caracazo vino el 4 de febrero. Tú sabes que esos acontecimientos, uno sin el otro, no se entenderían; y luego todo este camino, esta revolución nuestra, en la cual Cuba siempre está, ha estado y estará presente, y Cuba contigo al frente. Tantas cosas que agradecer, esa revolución energética sin Cuba hubiera sido imposible.

Ahora continuaremos contigo. Hoy está trabajando la VII Reunión de la Comisión Mixta de alto nivel allá en La Habana, como tú sabes, y las conclusiones que hasta ahora me han llegado son extraordinarias, del avance del ALBA y la relación bilateral.

Debo informarte, ya tú debes estar informado, pero comentarte, para que todos sepan, que ayer aprobé a Rafael Ramírez, el ministro, el establecimiento de una empresa mixta con Viet Nam, y pedí que lo planteara hoy allá en La Habana; porque pudiéramos hacer, Cuba-Viet Nam-Venezuela, una empresa para instalar aquí en Venezuela, o en Cuba, o en ambas repúblicas, una fábrica de bombillos para continuar expandiendo la revolución; bombillos ahorradores y otros elementos más que hacen falta para profundizar la revolución energética, los paneles solares, el sistema para la energía eólica. Quiero que montemos aquí todas esas fábricas, Fidel; traemos las tecnologías.

¿Qué opinas tú de eso?

 

Fidel Castro.- Me parece maravilloso todo eso.

Hace como tres días inauguramos un parque eólico en Isla de la Juventud, todavía pequeño, aerogeneradores de 275 kilowatts; pero sirven para la prueba que vamos a hacer allí; y hay una zona muy importante en la parte oriental del país, donde estamos realizando todas las mediciones para instalar otros parques eólicos que producirán electricidad con un menor costo de inversión.

Ustedes tienen una ventaja, que son una tierra libre de ciclones, y a nosotros nos visitan constantemente los ciclones; hay que tomar medidas para protegerlas, que son de diversos tipos, a veces usando grúas, a veces quitándoles las aspas y, en fin, buscando soluciones. Está la energía solar, que ustedes han instalado allí en Caracas una tecnología que vale la pena, que ha sido una buena utilización, aunque resulta costosa la inversión, después, si se fabrica en el país, va a resultar mucho más económica.

Ustedes van a hacer una fábrica de acero inoxidable utilizando la energía barata que tienen hoy disponible y, sobre todo, la energía que pueden ahorrar ustedes.

Venezuela cuenta con un territorio de casi un millón de kilómetros cuadrados, nosotros somos una cáscara de nuez, a la que la corriente del golfo llevó muy cerca de tus amigos del Norte.

 

Hugo Chávez.- Our friends.

Fidel Castro.- Tú dices que yo supe inglés, pero lo supe en un tiempo.

Hugo Chávez.- ¿Se te olvidó?

Fidel Castro.- El trauma que me dejaron después me ha hecho olvidar, y por eso no tengo la memoria privilegiada que tú tienes, la capacidad de síntesis, tu oído musical, tu capacidad de recordar cualquier canción; porque yo no puedo creer que tú hayas fiestado tanto como para que te recuerdes de todas las canciones que entonas en el Aló, Presidente. Así que te envidio eso.

Hugo Chávez.- No, yo no fiesté tanto como tú; nunca fui tanto como tú a fiestas, ni canté tanto como tú.

Fidel Castro.- ¡No, hombre, no! Yo me acuerdo más o menos de la esencia de las ideas, pero tú tienes la palabra exacta, que te observo que la buscas, la repites, buscas la palabra exacta.

Al fin y al cabo, tú vas a pasar entre los grandes escritores de este hemisferio. Y no te lamentes, porque los escritores tienen cada vez un poder mayor.

 

Hugo Chávez.- Te iba a preguntar algo.

¿Qué opinas de esta noticia de última hora que llega por aquí? El 67% de los estadounidenses desaprueba la política de Bush en Iraq. Tú sabes que nos estamos preparando para darle la bienvenida a Bush en Suramérica.

 

Fidel Castro.- ¡Ah!, le van a dar una bienvenida.

Sí, he oído decir algo, que creo que va a haber organizaciones de masas, todo dentro de un espíritu muy pacífico y muy respetuoso.

Pero apuesto a que tú no sabes dos noticias nuevas de hoy.

 

Hugo Chávez.- Dime, a ver, dame un tubazo ahí a Aló, Presidente.

Fidel Castro.- Por ejemplo, la bolsa de Shanghai cayó un 9% hoy, y la bolsa de Nueva York, que es la reina, cayó un 4% hoy. Es una de las más grandes caídas que ha tenido en los últimos años, y eso realmente no viene sino a comprobar lo que estamos pensando.

Hugo Chávez.- Bueno, esas noticias yo no...

Fidel Castro.- Hoy perdieron allí 800 000 millones de dólares, y esa es la reina de las bolsas, y cayó más que cuando se produjo la crisis por allá por el sudeste asiático.

Así que no sé qué va a agitar más a los dirigentes de Estados Unidos —bueno, a quien dirige Estados Unidos de muto propio—, si la noticia de lo que ocurrió por allá o su recorrido por Suramérica. ¿Qué tú piensas?

 

Hugo Chávez.- No, te digo que no tenía esas noticias, esas caídas de la bolsa de Shanghai y la bolsa de Nueva York.

Tú debes saber ya, porque tú todo lo sabes, que el Fondo Monetario está en crisis, y yo decía ayer, y hoy, que a lo mejor le van a tener que pedir un préstamo al Banco del Sur. El Fondo Monetario no tiene para pagar sueldos, están vendiendo las barras de oro.

 

Fidel Castro.- Sí, está vendiendo oro, que es lo único que vale ahora; lo que debe vender son papeles, los papeles con que paga Estados Unidos. Vender oro ahora es cosa de locos; pero, bueno, el Banco del Sur es un banco serio, aspira a ser un banco serio.

Hugo Chávez.- Será un banco serio.

Fidel Castro.- El Fondo Monetario Internacional nunca lo fue, pero prueba la crisis, prueba la crisis. Fíjate que esto se produce dos o tres días antes de la caída esta de las bolsas.

Hugo Chávez.- Es la misma crisis — como tú bien sabes —, la crisis de la economía mundial, pero de la alternativa. A nivel nacional cada quien, bueno, su propio modelo: nosotros el socialismo, allá en Cuba, aquí en Venezuela, con sus particularidades, y, a nivel internacional, el ALBA, que estamos acelerando, Fidel, como tú bien sabes, acelerando.

Todo el mundo pregunta por ti. Pasamos por Martinica, estuvimos en Dominica y en San Vicente, te mandaron muchos saludos los primeros ministros, Roosevelt Skerrit, amigo nuestro, y el Primer Ministro de San Vicente y las Granadinas; estuvimos viendo la obra de la extensión del aeropuerto. Allá me conseguí con los trabajadores cubanos y los venezolanos, el cuerpo de ingenieros del ejército venezolano. Inauguramos el primer depósito de combustible en Dominica y la planta de llenado de gas en San Vicente, con Ralph Gonsalves.

Todos me preguntan por ti y yo les digo lo que sé, de tu recuperación, de tu nueva Sierra Maestra, esa gran batalla que has dado y que sigues dando y en la cual te acompañamos todos los días, pidiéndole a Dios, que como tú dijiste: "Ayuda a Chávez y a sus amigos", que siga ayudándote en tu plena recuperación. Todos, somos millones, tú lo sabes, Fidel, en el mundo, que queremos verte pronto de nuevo plenamente recuperado, como estoy seguro será.

Bueno, vino Daniel Ortega hace tres días, hablamos varias horas; tenemos la semana que viene la reunión allá en Managua de la Comisión Mixta.

Vino Kirchner, como tú sabes, a la faja del Orinoco, y, bueno, Kirchner me ha invitado. Aprovecho para hacerlo público, dada tu llamada; no lo habíamos hecho público. Vamos a hacer una reunión en Buenos Aires la próxima semana, vamos a seguir avanzando en la relación bilateral Argentina-Caracas, y luego otra reunión en Bolivia — vamos a visitar a Evo esta próxima semana —, de la alianza estratégica, el eje Caracas-Buenos Aires, pasando por Brasilia, el eje con La Paz, ahora con Correa.

En Quito llegó el primer barco, ya tú debes saberlo, solo que aprovecho tu llamada para refrescar todas estas cosas de cómo vamos avanzando y seguiremos avanzando.

Y tú, ejemplo de resistencia y ahora de ofensiva, Fidel. No quiero dejar pasar la oportunidad de tu llamada sorpresiva, que nos motiva tanto, nos alegra tanto, para seguir recordándoles a nuestros pueblos el valor de Cuba revolucionaria y tu valor; tu valor, tu conciencia.

Recordábamos que tú estuviste aquí en 1959, cuando comenzaba la experiencia llamada democrática, que fracasó rotundamente, y ese fracaso condujo al caracazo, y del caracazo al 4 de febrero, y del 4 de febrero al día de hoy, a lo que está ocurriendo aquí; pero tú, Cuba y su ejemplo de dignidad, de batalla, de coraje y su solidaridad infinita siempre han estado y estarán con nosotros como ejemplo, Fidel.

 

Fidel Castro.- Oye, Hugo, quería decirte que yo estaba reunido precisamente con el jefe de tu delegación, estábamos hablando cuando llegaron noticias de allí, así que estoy muy contento. Veré si converso — estoy personalmente con él — con algunas de las personalidades un poco más adelante.

Aquí están trabajando muchísimo, con gran entusiasmo, aprovechando el escaso tiempo que nos queda. El factor tiempo no puede olvidarse, y, a mi juicio, nos queda escaso tiempo, y ellos están, aparentemente, más conscientes de eso.

Yo te agradezco mucho todos tus saludos, tu recuerdo, y, sobre todo, me acordé de devolverte los micrófonos, porque si no me embullo igual que tú. Competir no podría, pero emular un poco sí.

También quiero agradecer los saludos de los venezolanos, de ese pueblo tan heroico, tan querido, que te ha llevado a las responsabilidades que tienes hoy. Se ha vuelto a reescribir la historia; pero hace 200 años todo era muy distinto. El mundo ha cambiado tremendamente y sobre todo en los últimos 60 años, y ese es el tiempo que hay que aprovechar y sobre el cual hay que meditar mucho. Yo le dedico tiempo a eso, y me siento bien porque creo que no hay nada más importante. Y estoy contento también de ver cómo trabaja tu gente —ya te dije algo de eso—, con entusiasmo, con seriedad. Y a todos les agradezco la prueba de cariño y el aliento que me dan, ahora que estoy dedicado a esta tarea.

No te puedo prometer ir pronto por allá a acompañarte en uno de esos viajes, pero sí voy ganando terreno, me siento con más energía, más fuerza y más tiempo para estudiar. He vuelto a ser un estudiante, en dos palabras.

 

Hugo Chávez.- Moral y luces.

Fidel Castro.- ¡Moral y luces! Eso no se me quita de la cabeza ahora, porque es la primera vez que veo a alguien tratando de ganar esa batalla moral a base de conquistar el interior, el corazón y la mente de la gente.

Yo no sé si te queda mucho espacio por ahí, pero se supone que tú ibas a hablar con Ramírez. Me dices qué hago.

 

Hugo Chávez.- No, mañana puedo hablar con Ramírez, te estamos oyendo muy felices; muy felices de oírte y saber de tu recuperación. Sigue recuperándote, no te olvides del "tsunami".

Fidel Castro.- No.

Hugo Chávez.- Sigue recuperándote.

Fidel Castro.- Y una cosa que se me olvidaba, que aquí todo el mundo te agradece tener noticias de mí, porque yo hablo, y hago silencio, mutismo total, porque no puedo estar hablando todos los días, no puedo crear el hábito, el vicio de tener noticias diariamente. A todo el mundo le pido paciencia y calma, y estoy contento, porque veo a todo el mundo tranquilo; y el país marcha, que es lo importante. Y pido también tranquilidad para mí, para poder cumplir mis nuevas tareas hasta este momento.

Hugo Chávez.- Sí, Fidel, yo me he convertido... bueno, tú me has convertido en una especie de emisario, o de fuente. El que quiere saber cómo está Fidel, pues viene aquí, me llama, conversa conmigo, y yo siempre le digo la verdad, lo que está ocurriendo: tu recuperación, tu ejemplo, tu constancia.

Tú has dicho que no podrás acompañarme pronto por aquí en un viaje; pero no hace falta, tú siempre estarás con nosotros, y yo espero pronto volver de nuevo a La Habana para que sigamos conversando, trabajando y ganándole tiempo al tiempo, porque tú lo has dicho, y es buena reflexión para todos nosotros.

Aquí te manda saludos el Vicepresidente, la Comisión del Poder Popular, del Poder Comunal, que vamos a reunirnos ahora mismo al terminar el programa; todos los muchachos, Teresita, Elena, el equipo de Venezolana de Televisión, de Radio Nacional de Venezuela, y, bueno, todos los millones y millones que nos están oyendo.

¿Sabes cuál es la audiencia de la primera hora del programa? ¡Cuarenta por ciento!, lo cual es, como tú sabes, estratosférica, la audiencia de Aló, Presidente.

Ganemos tiempo, Fidel, y ganaremos la batalla por la vida.

 

Fidel Castro.- Muy bien.

Hugo Chávez.- Gracias por tu llamada histórica.

Fidel Castro.- Un millón de gracias para todos.

Hugo Chávez.- Vamos a darle un aplauso a Fidel (Aplausos). Un buen aplauso, hermano; un abrazo, camarada, compañero, y tú sabes que yo para eso no tengo complejos, ¡padre te llamo delante del mundo!

¡Hasta la victoria siempre!

 

Fidel Castro.- ¡Hasta la victoria siempre!

Hugo Chávez.- ¡Venceremos!

Fidel Castro.- ¡Venceremos!

Hugo Chávez.- ¡Bravo!

(Aplausos y exclamaciones de: "¡Bravo!")

27 de febrero de 2007

 

Hugo Chávez. – Chi parla?

 

Fidel Castro. – Pronto.

 

Hugo Chávez. – Ti ascolto.

 

Fidel Castro. – Illustre e caro amico, come sta?

 

Hugo Chávez. – Caramba, si è Fidel!

(Applausi ed esclamazioni di: "Fidel, Fidel, Fidel!")

 

Fidel Castro. – Ti sto seguendo in ‘Aló, Presidente’ e ho ascoltato tutti i dati che hai maneggiato lì. Mi sembra molto buona l’argomentazione sulla crescita, sul PIL, sulla diminuzione della disoccupazione. Tutte cose molto interessanti.

 

Hugo Chávez. – How are you, Fidel?

 

Fidel Castro. – Very well (Risate).

 

Hugo Chávez. – Tu non sai quanto siamo contenti di sentire la tua voce e di sapere che stai bene.

 

Fidel Castro. – Molte grazie.

 

Hugo Chávez. – Un abbraccio, siamo molto sorpresi, piacevolmente sorpresi e stavamo, come quasi sempre, parlando di te poco fa.

 

Fidel Castro. – Lo sapevo che finiva in un ‘Aló, Presidente’.

Hugo Chávez. – Adesso è tutti i giorni.

 

Fidel Castro. – No, no, non mi fare questo, che ho lavoro duro da fare qui (Risate). Soprattutto devo studiare molto; ma vedo che anche tu non lasci mai i libri. A che ora dormi?

 

Hugo Chávez. – Dormo un poco la mattina presto.

 

Fidel Castro. – Un poco.

 

Hugo Chávez. – Dormo un poco, sto studiando molto, è uno dei compiti di ogni rivoluzionario e seguiamo il tuo esempio.

 

Fidel Castro. – Si. È da molto che stai leggendo e possiedi un gran talento per assimilare tutto, anche se a volte ti scordi i numeri (Risate).

 

Hugo Chávez. – Me li dimentico, ma nemmeno tanto.

 

Fidel Castro. – Però li tieni lì tutti scritti e non ne perdi uno. È già difficile che ti sbagli.

 

Hugo Chávez. – Sai di quanti ettari di mais c’è bisogno per produrre un milione di barili di etanolo?

 

Fidel Castro. – Di etanolo. Mi pare che l’altro giorno hai parlato di 20 milioni di ettari, qualcosa del genere (Risate), ma rinfrescami la memoria.

 

Hugo Chávez. – Venti milioni. Sei tu quello che ha la mente privilegiata.

 

Fidel Castro. – Ah, 20 milioni. L’idea di usare alimenti per produrre combustibile è tragica, drammatica. Nessuno è sicuro su fino a che punto aumenteranno i prezzi degli alimenti con la soia trasformata in combustibile, invece di utilizzarla per produrre uova, latte, carne. È una delle tante tragedie che ci sono in questo momento.

Io mi rallegro molto del fatto che tu abbia innalzato la bandiera della salvezza della specie, perchè la lotta a questo scopo è dura, perchè ci sono problemi nuovi, molto difficili e tu sei come un predicatore; davvero un grande predicatore, un difensore della causa, o difensore della vita della specie. Perciò mi congratulo con te.

Vedo che stai lottando con il programma Morale e luci, per educare la gente, perchè comprenda. E su questo ci sono una pila di dettagli che io leggo e rivedo tutti i giorni, mantenendomi molto al corrente: pericoli di guerra, pericoli climatici, pericoli alimentari, perchè – come hai ricordato –, miliardi di persone stanno soffrendo la fame. Tutto ciò è la realtà.

I governi hanno cominciato a pensare a questo per la prima volta nella storia, governi che hanno la facoltà e l’autorità morale per farlo e tu sei uno di questi rari esempi.

Ho letto poco tempo fa che l’Australia si è proclamata il primo paese al mondo che ha intrapreso una rivoluzione energetica. Risulta che si tratta di un progetto da realizzarsi in due o tre anni. Viene da ridere, perchè voi in due mesi avete collocato già 34 milioni di lampadine ed in quattro mesi avrete raggiunto la prima meta di portare questa vantaggiosa lampadina in tutte le case. C’è già qualcuno che sta mettendo in discussione questo primo posto dell’Australia.

Non esiste un solo paese, in Europa o da qualsiasi altra parte, che non sia preoccupato oggi da questo problema.

Perdonami se ho parlato troppo a lungo e ti ho rubato la metà del tuo programma.

 

Hugo Chávez. – No, non hai parlato troppo a lungo, sono le 7 e 49 minuti.

Ti stavamo ricordando, perchè tu sai che oggi è il 27 febbraio, che 18 anni fa ci dicevano che una delle cause del ‘Caracazo’ fu che tu, quando venisti quella volta, lasciasti qui 200 agitatori che avrebbero incendiato la prateria, come si suol dire. Oggi stavamo facendo un’analisi delle cause di tutto il tema del debito estero, il tema del venerdì nero, il saccheggio del paese, la fuga dei capitali, le privatizzazioni, l’inflazione accompagnata da una terribile recessione, la disoccupazione, la caduta in rovina dello stesso ceto medio.

Bene. Fino ad un minuto fa stavamo leggendo Einstein, non so se hai sentito, che riflette sul perchè del socialismo. Einstein arriva alla conclusione che il capitalismo genera il caos.

Ti stavamo ricordando e io ricordavo, Fidel, che nei giorni del ‘Caracazo’ ti vidi da lontano mentre eri qui e cercai di avvicinarmi per salutarti ma non ci riuscii; ma qui già eravamo parte del movimento rivoluzionario. E voglio dire al mondo da qui, da ‘Aló, Presidente’, adesso che ti sto ascoltando e sto parlando con te, che è un onore grandissimo che quel giorno il popolo si sia sollevato contro il neoliberismo.

Il ‘Caracazo’ fu, tu lo sai Fidel, la prima risposta a livello mondiale al piano neoliberale ed ebbe enormi ripercussioni. In quel periodo stava già crollando l’Unione Sovietica, il muro di Berlino e si stava cominciando a dire che era arrivata l’ora della fine della storia, l’ora del pensiero unico.

Il ‘Caracazo’ venne il 4 febbraio. Tu sai che questi avvenimenti non si potrebbero comprendere l’uno senza l’altro e nemmeno questa nostra rivoluzione, in cui Cuba sempre è, è stata e sarà presente. Cuba con te alla sua guida. Sono tante le cose di cui siamo grati. Questa rivoluzione energetica senza Cuba sarebbe stata impossibile.

Adesso continueremo con te. Oggi sta lavorando la VII Riunione della Commissione Mista di alto livello a L’Avana, come sai e le conclusioni di cui sono venuto finora al corrente sono straordinarie, sia per quanto riguarda i progressi dell’ALBA che i rapporti bilaterali.

Devo informarti, anche se lo saprai già, ma comunque commentarti affinché tutti lo sappiano, che ieri ho dato via libera al ministro Rafael Ramírez per la costituzione di un’impresa mista con il Vietnam ed ho chiesto che proponga la cosa oggi a L’Avana; perchè potremmo fare, Cuba-Vietnam-Venezuela, un’impresa per installare qui in Venezuela, o a Cuba, o nelle due repubbliche, una fabbrica di lampadine per continuare ad espandere la rivoluzione; lampade a basso consumo ed altri oggetti necessari ad approfondire la rivoluzione energetica, come i pannelli solari, il sistema per l’energia eolica. Voglio che installiamo qui tutte queste fabbriche. Fidel, importiamo le tecnologie.

Che ne pensi?

 

Fidel Castro. – Mi sembra una cosa meravigliosa. Circa tre giorni fa abbiamo inaugurato un parco eolico nell’Isola della Gioventù. È ancora piccolo, con aero-generatori da 275 kilowatt, ma questi servono per la prova che faremo lì. Inoltre c’è una zona molto importante nella parte orientale del paese, dove stiamo realizzando tutte le misurazioni per installare altri parchi eolici, che produrranno elettricità con un minor costo in investimenti.

Voi avete il vantaggio di essere una terra non investita da cicloni, mentre a noi i cicloni ci fanno visita costantemente. Occorre adottare misure per proteggere le torri, che sono di diversi tipi: a volte usando gru, a volte togliendo le pale delle eliche o se no cercando altre soluzioni. C’è l’energia solare, che voi avete usato a Caracas. È una tecnologia che vale la pena utilizzare in quanto, anche se l’investimento è costoso, quando l’impianto viene fabbricato nel paese risulta molto più economico.

Voi realizzerete una fabbrica di acciaio inossidabile utilizzando l’energia a basso costo che avete a disposizione e soprattutto l’energia che potete risparmiare.

Il Venezuela ha un’estensione territoriale di quasi un milione di kmq, mentre noi siamo un guscio di noce che la corrente del Golfo ha portato molto vicino ai tuoi amici del Nord.

 

Hugo Chávez. – Our friends.

 

Fidel Castro. – Tu dici che io ho saputo l’inglese, ma l’ho saputo solo per un periodo.

 

Hugo Chávez. – Lo hai dimenticato?

 

Fidel Castro. – Il trauma che mi hanno lasciato dopo me lo ha fatto dimenticare ed io non ho la tua memoria privilegiata, la tua capacità di sintesi, il tuo orecchio musicale, la tua capacità di ricordare qualsiasi canzone; perchè io non posso credere che tu abbia partecipato a così tante feste da poterti ricordare tutte le canzoni che intoni in ‘Aló, Presidente’. Io ti invidio per questo.

 

Hugo Chávez. – No, io non ho festeggiato così tanto come te; non ho partecipato a tante feste come te, nè ho cantato tanto come te.

 

Fidel Castro. – No, no. Io mi ricordo più o meno l’essenza delle idee, ma tu hai in serbo la parola esatta e ti osservo mentre la cerchi, la ripeti, cerchi la parola esatta.

Tu sarai uno dei grandi scrittori di questo emisfero e non lamentarti, perchè gli scrittori hanno sempre più potere.

 

Hugo Chávez. – Vorrei chiederti una cosa.

Qual è la tua opinione su questa notizia dell’ultima ora arrivata qui? Il 67% degli statunitensi disapprova la politica di Bush in Iraq. Tu sai che ci stiamo preparando per dare il benvenuto a Bush in Sudamerica.

 

Fidel Castro. – Ah!, gli darete un benvenuto!

Si, qualcosa ho sentito dire. Credo che ci saranno organizzazioni di massa, tutto in uno spirito molto pacifico e molto rispettoso.

Ma scommetto che non sei al corrente di due notizie nuove di oggi.

 

Hugo Chávez. – Dimmi, vediamo, dammi le novità qui in ‘Aló, Presidente’.

 

Fidel Castro. – Ad esempio, la borsa di Shanghai è crollata oggi del 9% e la borsa di New York, che è la regina, del 4%. È una dei più grandi crolli che ha subito negli ultimi anni e questo, certamente, è una dimostrazione della verità di ciò che stiamo pensando.

 

Hugo Chávez. – Beh, queste notizie io non...

 

Fidel Castro. – Oggi hanno perso lì 800 miliardi di dollari e quella è la regina delle borse. Ha subito un crollo maggiore di quello della crisi del sud-est asiatico.

Cosicché non so cosa inquieterà di più i dirigenti degli Stati Uniti – intendo dire colui che dirige gli Stati Uniti di muto propio –, se la notizia di quanto avvenuto là o il suo giro in Sudamerica. Cosa ne pensi?

 

Hugo Chávez. – No, ti dico che non disponevo di queste notizie sui crolli della borsa di Shanghai e di New York.

Sarai al corrente, perchè lo sei su tutto, del fatto che il Fondo Monetario è in crisi. Stavo dicendo ieri, e oggi, che forse dovranno chiedere un prestito alla Banca del Sud. Il Fondo Monetario non ha fondi per pagare gli stipendi, sta vendendo i lingotti d’oro.

 

Fidel Castro. – Si, sta vendendo oro, che è l’unica cosa che adesso vale. Ciò che deve vendere sono fogli, i fogli con con cui paga gli Stati Uniti. Vendere oro adesso è roba da pazzi. Ma la Banca del Sud è una banca seria, aspira ad essere una banca seria.

 

Hugo Chávez.- Sarà una banca seria.

 

Fidel Castro. – Il Fondo Monetario Internazionale non lo è mai stato, ma prova la crisi. Renditi conto che questo succede due o tre giorni prima della caduta delle borse.

 

Hugo Chávez. – E’ la stessa crisi – come sai benissimo –, la crisi dell’economia mondiale, ma dell’alternativa. A livello nazionale ognuno, beh, lo stesso modello: noi il socialismo, là a Cuba e qui con le nostre peculiarità, e a livello internazionale l’ALBA che stiamo accelerando, Fidel, come sai bene, accelerando.

Tutti mi chiedono di te. Siamo passati dalla Martinica, siamo stati a Dominica, St. Vincent, ti inviano tanti saluti i primi ministri Roosevelt Skerrit, amico nostro e il primo ministro di St. Vincent e Grenadine. Abbiamo visto il lavoro di ampliamento dell’aeroporto. Lì mi sono riunito con i lavoratori cubani e venezuelani, con il corpo dei genieri dell’esercito venezuelano. Abbiamo inaugurato il primo deposito di combustibile a Dominica e l’impianto per fornire gas a St Vincent, con Ralph Gonsalves.

Tutti mi chiedono di te e io dico loro quello che so, del tuo recupero, della tua nuova Sierra Maestra, questa grande battaglia che hai ingaggiato e che continui a portare avanti e nella quale ti accompagniamo tutti i giorni, chiedendo a Dio che, come hai detto: "Aiuti Chávez e i suoi amici", che continui ad aiutarti nella tua totale guarigione. Tutti, siamo milioni, lo sai Fidel, che vogliamo vederti presto totalmente guarito come sono sicuro che avverrà.

Beh, Daniel Ortega è venuto tre giorni fa. Abbiamo parlato varie ore. La settimana prossima abbiamo la riunione della Commissione Mista a Managua.

È venuto Kirchner, come sai, nella striscia dell’Orinoco e, beh, Kirchner mi ha invitato. Approfitto per renderlo noto, visto che hai telefonato; non lo avevamo reso noto. Faremo una riunione a Buenos Aires la settimana prossima, continueremo ad avanzare nel rapporto bilaterale Argentina-Caracas e poi un’altra riunione in Bolivia – faremo visita ad Evo la settimana prossima –, dell’alleanza strategica, l’asse Caracas-Buenos Aires, passando per Brasilia, l’asse con La Paz, adesso con Correa.

A Quito è arrivata la prima nave, già lo saprai. Approfitto della tua telefonata per ricordare come stiamo avanzando e continueremo ad avanzare.

E tu, esempio di resistenza e adesso di offensiva, Fidel. Non voglio sprecare l’occasione della tua telefonata inattesa, che ci motiva così tanto, ci rallegra tanto, per continuare a ricordare ai nostri popoli il valore della Cuba rivoluzionaria e il tuo valore; il tuo valore, la tua coscienza.

Abbiamo ricordato che sei stato qui nel 1959, quando stava cominciando la cosiddetta esperienza democratica, che è fallita categoricamente. E quel fallimento ha portato al ‘Caracazo’, e dal ‘Caracazo’ al 4 febbraio, e dal 4 febbraio ad oggi, a quello che sta accadendo qui. Ma tu, Cuba e il suo esempio di dignità, di battaglia, di coraggio e la sua solidarietà infinita, sempre sono stati e saranno con noi come esempio, Fidel.

 

Fidel Castro. – Senti Hugo, volevo dirti che mi stavo riunendo proprio con il capo della tua delegazione, che è qui con me, stavamo parlando quando sono arrivate notizie da lì, quindi sono molto contento. Vedrò di conversare con alcune delle personalità un po’ più in là.

Qui stanno lavorando tantissimo, con molto entusiasmo, approfittando dello scarso tempo che resta a disposizione. Il fattore tempo non si può dimenticare e secondo me il tempo che ci resta a disposizione è poco e loro sembra che ne siano più consapevoli.

Ti ringrazio molto per i tuoi saluti, le tue attenzioni e soprattutto ho ricordato di restituirti i microfoni, altrimenti mi entusiasmo come te. Non potrei rivaleggiare, ma emulare un po’ si.

Voglio anche esprimere il mio ringraziamento per il saluto dei venezuelani, di questo popolo così eroico, così amato che ti ha affidato le responsabilità che hai oggi. La storia è stata riscritta nuovamente. 200 anni fa tutto era molto differente. Il mondo è profondamente cambiato, soprattutto negli ultimi 60 anni. Dobbiamo approfittare di questo tempo e meditare molto su di esso. Io dedico tempo a questo e mi sento bene perchè credo che non ci sia niente di più importante. Sono anche contento di vedere come lavora la tua gente – già ti avevo detto qualcosa in proposito –, con entusiasmo e serietà. Ringrazio tutti per la prova di affetto e incoraggiamento che mi date adesso che mi sono dedicato a questo compito.

Non ti posso promettere di venire in Venezuela di qui a poco e di accompagnarti in uno di questi viaggi. Ma sto guadagnando terreno, mi sento con più energia, più forza e più tempo per studiare. Sono nuovamente uno studente, in due parole.

 

Hugo Chávez. – Morale e luci.

 

Fidel Castro. – Morale e luci. Questo non se ne va dalla mia testa adesso perchè è la prima volta che vedo qualcuno tentando di vincere questa battaglia morale sulla base di conquistare l’interno, il cuore e la mente della gente.

Non so se c’è molto spazio, ma si supponeva che avresti parlato con Ramírez. Dimmi cosa faccio.

 

Hugo Chávez. – No, domani posso parlare con Ramírez. Ti stiamo ascoltando molto felici, molto felici di ascoltarti e di venire a sapere della tua guarigione. Continua a ristabilirti, non dimenticare lo "tsunami".

 

Fidel Castro. – No.

 

Hugo Chávez. – Continua a recuperati.

 

Fidel Castro. – E una cosa che dimenticavo. Tutti ti ringraziano perchè dai notizie su di me, perchè io a volte parlo, a volte taccio, mutismo totale perchè non posso parlare tutti i giorni, non posso creare l’abitudine, il vizio di avere notizie ogni giorno. A tutti chiedo pazienza e calma. Sono contento perchè vedo tutti tranquilli; e il paese va avanti e progredisce, che è la cosa più importante. Io chiedo anche tranquillità per me, per poter svolgere i miei compiti attuali.

 

Hugo Chávez. – Sì, Fidel, sono diventato... cioè tu hai fatto di me una specie di emissario o di fonte. Chi vuole sapere come sta Fidel viene da me, mi telefona, parla con me e io gli dico sempre la verità, quel che sta accadendo: la tua guarigione, il tuo esempio, la tua costanza.

Hai detto che non potrai accompagnarmi di qui a poco in un viaggio, ma non è necessario. Sei sempre con noi e spero presto di tornare all’Avana perchè possiamo continuare a conversare, a lavorare e a prendere tempo al tempo, perchè tu lo hai detto ed è una buona riflessione per tutti noi.

Ti invia saluti il Vicepresidente, la Commissione del Potere Popolare, del Potere Comunale. Ci riuniremo proprio adesso alla fine del programma; tutti i ragazzi, Teresita, Elena, il gruppo di Venezolana de Televisión, della Radio Nazionale del Venezuela e tutti i milioni e milioni di persone che ci stanno ascoltando.

Sai qual è l’audience della prima ora del programma? 40%, perchè come sai è stratosferica l’audience di ‘Aló, Presidente’.

Guadagniamo tempo, Fidel, e vinciremo la battaglia per la vita.

 

Fidel Castro – Molto bene.

 

Hugo Chávez – Grazie per la tua storica telefonata.

 

Fidel Castro – Un milione di grazie a tutti.

 

Hugo Chávez – Facciamo un applauso a Fidel (Applausi). Un forte applauso, fratello; un abbraccio, compagno, e sai che io non ho complessi: ti chiamo padre di fronte al mondo!

Fino alla vittoria sempre!

 

Fidel Castro. – Fino alla vittoria sempre!

 

Hugo Chávez. – Vinceremo!

 

Fidel Castro. – Vinceremo!

 

Hugo Chávez. – Bravo! (Applausi ed esclamazioni di: "Bravo")

 

27 febbraio 2007