Eventuali errori sono da attribuirsi all'inesperienza

 

19.12.07 - R.Valdes Vivò www.granma.cubaweb.cu

 

 

Abbiamo ed avremo

socialismo

 


 

Martí disse di sentire che ammazzano un figlio ogni volta che si priva un uomo del diritto di pensare. Col Trionfo della Rivoluzione cubana, nel 1959, a Cuba terminò, per sempre, quel assassinio di figli del nostro popolo. La Rivoluzione conquistò il diritto delle cubane e dei cubani di pensare liberamente, che è l'unico modo genuino di farlo. Il nostro nemico storico, denunciato come imperialismo nordamericano dal Maestro della Patria, il primo a farlo nel mondo, cerca di spogliarci del diritto di pensare. Questo è il senso reale del denominato Piano Bush ed il suo stratagemma di transizione o transito.

Da quando il genocida e torturatore, che mediante la falsificazione delle elezioni si é impadronito del Potere Esecutivo negli Stati Uniti, ha lanciato il suo piano di schiavitù e morte per Cuba, il tema della transizione è bombardato, per tutte le vie possibili, al fine di confondere, dividere e debilitare la vittoriosa resistenza del nostro popolo. Non mancano amici stranieri che lo hanno riferito col fatto che, per legge biologica, un giorno passerà la Generazione che onorò il centenario della nascita di Martí conquistando la dignità piena dell'uomo, come legge suprema della Repubblica libera, sovrana, indipendente e colta, per la quale cadde in glorioso combattimento. Un antico dirigente dell'UNESCO volle paragonare Cuba col proprio paese, Spagna, e lo domandò, nel 2000, al Comandante in Capo. Tutti i nostri mezzi informativi raccolsero testualmente quel rispettoso interscambio.

Federico Mayor disse che nessuno è immortale, né i Capi di Stato né gli uomini comuni, come preambolo a questa domanda:

Non pensa che sarebbe saggio preparare la sua successione, benché fosse solo per evitare al popolo cubano il trauma di una transizione caotica?

La risposta di Fidel fu necessaria:

Conosco bene che l'uomo è mortale, e non preoccuparmi mai di ciò è stata la chiave della mia vita. Quando un carattere ribelle mi portò al rischioso mestiere di lottatore rivoluzionario che nessuno mi impose, sapeva anche che era abbastanza poco probabile che sopravvivesse molto tempo. Non era Capo di Stato e sì un uomo molto comune. Non ereditai incarico alcuno né sono Re, non devo pertanto preparare il successore, ed in ogni caso, non sarebbe mai per evitare il trauma di una transizione caotica. Non ci sarà trauma, né sarà necessaria transizione alcuna.

Ma sapendo che ridurre la storia alle sue personalità è un errore superato dal marxismo dalla sua stessa nascita, Fidel mise da parte la questione individuale e rimise il problema a ciò che importa:

La transizione di un sistema sociale ad altro si viene facendo da più di 40 anni. Non si tratta della sostituzione di un uomo con un altro.

Quando una Rivoluzione vera si è consolidata e la semina di idee e di coscienza ha cominciato a dare i suoi frutti, nessun uomo, per importante che sia stato il suo personale apporto, è indispensabile. Non esiste a Cuba culto della personalità. Nessuno vedrà neanche foto ufficiali, né strade né parchi o scuole che portino il nome di dirigenti vivi. Le responsabilità sono molto condivise ed il lavoro distribuito tra molti. Numerose
persone giovani e già sperimentate, con un gruppo meno numeroso di rivoluzionari veterani coi quali sono profondamente identificate, sono quelle che fanno funzionare il paese. E non dimenticare: esiste un Partito con gran prestigio ed autorità morale. Di che cosa preoccuparsi?

Solo se si estraggono dal contesto le chiare affermazioni di Fidel, può sostenersi che identifica la transizione con la costruzione del socialismo.

A Cuba la transizione, nel senso che gli diedero Marx, Engels e Lenin avvenne, nell'economia, tra 1959 e 1961, e Playa Girón fu la battaglia nella quale i cubani difesero la Rivoluzione socialista che tanto inferocì gli yankee per svolgersi sotto i loro nasi. Fu la nostra decisione sovrana, originale, creatrice. Il socialismo rimase ratificato nel 1964 con la seconda ed ultima riforma agraria, nel 1985 con la rettifica di errori e tendenze negative e ora col formidabile dibattito del popolo intero, chiesto da Raul, al fine di cambiare quello che bisogna cambiare. La difesa del socialismo abbracciò tutta la nostra nazione quando l'impero la minacciò con lo sterminio atomico, nel 1962, durante quei giorni che Che Guevara definì tristi e luminosi. A livello istituzionale, trasformando la dittatura del proletariato in democrazia socialista, la transizione rimase dietro col Primo Congresso del Partito, nel 1975, e la discussione ed approvazione, un anno dopo, da parte di tutto il popolo della Costituzione Socialista.

Il marxismo-leninismo scoprì che nel seno dello schiavismo appaiono elementi feudali e nel seno del feudalesimo, elementi capitalisti, raggruppandosi la borghesia commerciale ed usuraia nelle città, e di lì l'idea della società civile, che con la Rivoluzione proletaria, verso l'interno si fa Stato mentre verso l'esterno è nazionalità.

La teoria rivoluzionaria del mondo del lavoro anche sostiene che, tuttavia, nel seno del regime capitalista non esistono elementi socialisti, essendo utopica l'idea di fomentarli. Per ciò, la lotta si concentra sempre sulla presa del potere politico per il popolo, e tra il capitalismo ed il comunismo, il cui primo momento è socialista, è indispensabile un periodo di transizione rivoluzionaria nel quale è distrutto lo Stato sfruttatore borghese e si costruiscono lo Stato socialista e la sua base economica.

Ci sono tanti modelli come i paesi. Ma non c'é stata la più minima confusione. Amare esperienze confermano che lo sconcerto e la divisione sono usate dal nemico per fare ritornare i popoli al passato contro cui si ribellarono.

Quando Bush volle ignorare il contenuto della Costituzione Socialista che di per sé e davanti a sé, affinché nessuno nel mondo si sbagliasse, in esercizio della sua liberissima volontà, si diede Cuba quasi all'unanimità, il popolo cubano stabilì il carattere irreversibile del socialismo e che non accetterà mai cambiare la sua linea estera internazionalista sotto la pressione, la minaccia e neppure l'attacco nemico più feroce. Abbiamo ed avremo socialismo, affermò all'unanimità il V Congresso del Partito e quando cominciò il periodo speciale Fidel chiamò a salvare le sue conquiste e, già scorgendo la fine della crisi del periodo speciale, frutto dell'ammirabile resistenza di milioni di compatrioti, disse che con ciò si riannodava la costruzione socialista.

Da parte sua, l'imperialismo affonda in una crisi integrale che conferma che é cominciato il suo tramonto, che non sarà mai automatico bensì prodotto della lotta sempre di più difficile e complessa dei popoli. Ora il dilemma non è solo socialismo o barbarie, come proclamò la gloriosa Rosa Luxemburg, denunciando la minaccia del fascismo, bensì socialismo o nessuno. Sta in pericolo l'esistenza della specie umana per la distruzione della natura fisica e, col ripugnante consumismo borghese, della natura spirituale dell'uomo.

C'incoraggia che in Asia, grandi paesi amici mantengano in alto la bandiera del socialismo e che gli ideali emancipatori si facciano largo, con eroici processi marcati dalle proprie particolarità, in terre sorelle che Martí, seguendo Simón Bolívar, chiamò la Nostra America.

Spaventato per il significato americano ed universale che avrà la sconfitta completa del blocco genocida mediante la soluzione di problemi immensi che vengono dal sottosviluppo economico, imposto da secoli di dominazione del colonialismo feudale spagnolo e decine di anni sotto il giogo dell'imperialismo del dollaro, problemi aggravati dall'ostilità terroristica degli Stati Uniti e dai nostri errori, contro i quali tutti lottiamo sempre di più e meglio, Bush ed i suoi mercenari della mafia di Miami raddoppiano i loro sforzi per ritardare l'avanzamento del socialismo nella nostra Patria. Ma niente né nessuno riusciranno a confonderci o portarci al pessimismo. Con Martí, é da molto, che imparammo che le verità reali sono i fatti.

Il discorso di Raúl il 26 di Luglio è senza dubbio storico per essere guida per l'azione trasformatrice del processo rivoluzionario, a tutti i livelli. Discorso che i militanti del Partito, l'Unione di Giovani Comunisti, i sindacati e quante istituzioni potenti e democratiche formano la nostra società civile socialista hanno studiato e torneranno ad analizzare, perché invita a pensare con la libertà che solo il socialismo può dare e, senza perdere tempo, a trasformare ogni pensiero creativo in azione, per costruire il socialismo con crescente giustizia, efficienza, risparmio di risorse e tempo, con la scienza gemellata alla nostra arma onnipotente: l'unità.

Il linguaggio dei fatti, luogo per luogo, persona per persona, conferma che stiamo costruendo la società dove prevale la solidarietà socialista. E se Nicolás Guillén, nel suo canto con voce del popolo, disse che ho ciò che dovevo avere, ora Cuba lotta per avere più di quanto ha: più socialismo.