13 gennaio 2007 -  O.O.Leon www.granma.cubaweb.cu

 

 

Fidel ha sempre

 

avuto ragione

 

 

 


Il Comandante in Capo ha sempre avuto ragione. I
Posada Carriles ed i suoi complici permangono impuniti negli USAl terrorista Luis Posada Carriles entrò a bordo del Santrina in territorio nordamericano e ciò fu denunciato da Fidel dai primi giorni in cui il criminale godeva del rifugio negli Stati Uniti, benché Washington evadesse sempre la verità.

Per i cubani non è notizia, ma quelle affermazioni del leader della Rivoluzione, che personaggi dell'amministrazione Bush e della mafia anticubana tentarono di smentire o svilire, oggi sono confermate dal Dipartimento di Giustizia del paese che contrattò, addestrò e fu complice di chi, ora, riconosce come una minaccia per la sicurezza pubblica.

Un gran giurì federale del Texas ha presentato un'accusa formale contro Luis Faustino Clemente Posada Carriles, per sette imputazioni che includono frode nel processo di naturalizzazione e sei per aver dato false informazione durante le interviste davanti ad ufficiali dell'immigrazione.

Una nota ufficiale del Dipartimento di Giustizia afferma che Posada mentì varie volte riguardo la sua entrata negli Stati Uniti, avvenuta nel marzo 2005, in particolare rispetto al tragitto percorso, i metodi utilizzati e su chi l'accompagnò nella traversa.

"Sappiamo che entrò col Santrina con quattro individui", afferma il testo della procura che ritardò quasi un anno nel riconoscere pubblicamente le allocuzioni del Presidente cubano al governo della potenza che si vanta di lanciare guerre, a livello globale, contro il terrorismo.

Il quotidiano yucateco "Por Esto", dando la notizia, aveva annullato l'impunità . Posada viaggiò sul Santrina, imbarcazione che è stata al
servizio della mafia di Miami, la stessa che organizzava traffico umano e di droga attraverso le acque e territorio messicano. Santiago Álvarez Fernández-Magriñá ed Osvaldo Mitat, noti terroristi, furono anfitrioni nel Santrina e diedero rifugio, a Posada, in Miami.

L'11 aprile 2005, quando l'assassino delle Barbados era già da 19 giorni illegalmente negli Stati Uniti, Fidel sfidò la Casa Bianca a rispondere se nascondeva o no Posada.

Fu nel Palazzo delle Convenzioni, dove il Comandante ricordava al presidente George W. Bush le sue parole del 26 agosto 2003: "Se qualcuno protegge un terrorista, se qualcuno appoggia un terrorista, se qualcuno alimenta un terrorista, è tanto colpevole quanto i terroristi".

"Che il governo degli Stati Uniti risponda se nasconde o no Posada Carriles" esigeva Fidel in quella ed altre comparizioni, mentre il terrorista era ospitato a Miami, lì dove si sono organizzati innumerevoli piani di aggressione e morte contro Cuba.

Che tipo di presidente ha gli Stati Uniti se permette che un mostro terroristico, che fece esplodere in pieno volo un aeroplano con 73 persone a bordo e portò esplosivi per fare saltare l'Aula magna dell'Università di Panama, che avrebbero potuto provocare la morte di centinaia di persone, sta nel suo paese ben protetto?

Che sicurezza può avere il popolo nordamericano con un presidente così? Per quale motivo servono tutti i corpi di sicurezza, tutti gli organi di intelligence, il macchinario che costa centinaia di migliaia di milioni di dollari, se non sapevano che lì c'era Posada Carriles? erano queste le domande di Fidel.

Non furono le uniche, ma tutte rimasero senza risposta ufficiale. Posada Carriles affronta sette imputazioni ma nessuna per le vite distrutte nel volo delle Barbados, neanche per quella di Fabio di Celmo, e di altri crimini commessi nella sua lunga carriera sotto l'ombrello protettivo degli Stati Uniti.

Anche se lo processano per le imputazioni presentate e anche se lo condannassero alla pena che, secondo le leggi di quel paese, corrispondono a quei delitti, Fidel continuerebbe ad avere ragione.

Gli Stati Uniti non processeranno mai Posada Carriles come terrorista, perché allora dovrebbe mettere davanti alla giustizia i loro crimini contro Cuba.



Dalla bugia al silenzio



La denuncia realizzata da Fidel sull'entrata illegale negli Stati Uniti del terrorista Luis Posada Carriles provocò isteria a Washington.

La segretaria di Stato nordamericana, Condoleezza Rice, affermò che il suo governo non aveva prove della presenza di Posada negli Stati Uniti e che questa, presumibilmente, era un'invenzione dell'intelligence cubana. Allora il criminale compiva il suo primo mese di soggiorno a Miami.

Il suo assistente di allora, il sottosegretario ai temi dell'emisfero, Roger Noriega, disse che si trattava di una manovra di manifattura cubana, mentre il portavoce del Dipartimento di Stato, Richard Boucher, evitava di rispondere alle affermazioni di Fidel e davanti ad ogni domanda dei giornalisti li rimetteva ad altri interlocutori, specialmente a quelli della Sicurezza Interna e della Giustizia i cui portavoce  facevano, anch'essi, scena muta.

In quei giorni, Boucher rispondeva laconicamente:"abbiamo alcune relazioni che si trova negli Stati Uniti ma sul luogo esatto dove sta è questione di altre autorità competenti". Ciò nonostante Posada era già comparso davanti alla stampa di Miami.

Kevin Whitaker, responsabile dell'Ufficio Cuba del Dipartimento di Stato, rispose al capo dell'Ufficio di Interessi di Cuba a Washington, Dagoberto Rodríguez, che non aveva informazione sulla presenza di Posada nel suo paese e ripeteva la tesi che le affermazioni del Comandante in Capo erano poco affidabili. Questi ed altri personaggi, insieme alla mafia di Miami che accolse il criminale, erano, al fine, parte del complotto ed oggi stanno in silenzio.

 


E Fox cosa?
 


"Penso che il Governo del Messico deve parlare sul caso", diceva Fidel in quei giorni, dopo la rivelazione che il Santrina era stato all'Isla Mujeres, in territorio azteco. Ed al presidente Vicente Fox chiedeva: "solo gli chiedo che spieghi, che chiarisca, che dia tutti i dettagli, ore esatte, chi erano, quanto tempo stettero" Posada ed i suoi complici nei Caraibi messicani. L'amministrazione Fox fece poco onore al prestigio della sua nazione, con risposte inconcludenti che arrivarono a smentire perfino l'allora segretario della Marina che riconobbe il soggiorno del terrorista nel suo paese.