16 aprile 2007 -  D.F.Mexidor www.granma.cubaweb

 

 

Lo show incompiuto

 

 

 

 

 

Il costruito show giudiziale intorno al terrorista Luis Posada Carriles ha compiuto un nuovo capitolo quando un tribunale di appello ha respinto l'ordine della giudice Kathleen Cardone di concedergli la libertà sotto cauzione fino al prossimo 11 maggio, quando comincerà il giudizio per i reati di frode migratoria.

Lo scomodo ospite, per l'amministrazione di George W. Bush, deve rimanere in silenzio, perché è un uomo che sa troppo. Come riuscirci? cedendo alle pressioni del settore più reazionario dell'esilio cubano americano e dei suoi gruppi terroristici stanziati a Miami, ampiamente rappresentati nell'udienza di El Paso, dove la Cardone ha manifestato una certa "chimica", come dopo affermato, ad una radio di Miami, il signore Arturo Hernández, avvocato di Posada.

Ernesto Díaz Rodríguez, boss dell'organizzazione terroristica
Alpha 66, uno degli assistenti alla sentenza, anticipò la sentenza: "forse molto presto ci daranno l'allegria". In effetti: la giudice ha disposto la libertà condizionale davanti alla mancanza di volontà del governo di accusare un simile individuo come un assassino seriale nell'emisfero occidentale. La manovra stava sul punto di consumarsi come parte dei vergognosi accomodamenti per rimetterlo in libertà.

L'essenza di ciò che stava per accadere é stata svelata da Fidel nel suo recente articolo: "il governo USA e le sue istituzioni più rappresentative hanno deciso in anticipo la libertà del mostro".

"Parlare di libertà condizionale è inaccettabile, indegno" ha scritto a Granma Camilo Rojo, figlio di una delle vittime del sabotaggio all'aeronave della Cubana di Aviazione. "Come ammettere che 30 anni dopo il crimine che costò la vita a mio padre, i familiari che aspettano giustizia, possano ascoltare ciò da una Giudice? Chi ci garantisce che comparirà in giudizio l'11 maggio?" ha domandato, tenuto conto che Posada è esperto nel trovare nascondigli, a maggior ragione negli USA, dove stanno i suoi mentori e il principale supporto.

Come lo stesso terrorista ha sostenuto "la CIA mi insegnò tutto" ed una delle cose che imparò molto bene, oltre a mettere bombe ed ammazzare, fu mentire con la maggiore semplicità. Questa non è la prima volta che utilizza l'illegalità per entrare o uscire da un paese. Né è la prima volta che fugge, come fece di una prigione del Venezuela, nel 1985.

Documenti declassificati evidenziano che Carriles ha vissuto per anni in distinte nazioni — l'America Centrale è stata il suo habitat naturale — dove è rimasto in maniera illegale, sotto falsa identità. Ha utilizzato, per le sue attività coperte, alias come Ramón Medina, Ignacio Medina, Juan Ramón Medina, Ramón Medina Rodríguez, José Ramón Medina, Rivas López, Juan José Rivas, Juan José Rivas López, Julio César Dumas e Franco Rodríguez Mena.

Attenzione: nel maggio 2005 riferì, in conferenza stampa, che se non avesse potuto rimanere negli Stati Uniti, sarebbe fuggito, mentre il suo complice Santiago Álvarez, uno di quelli che l'aiutò ad entrare illegalmente negli USA con la nave Santrina, gli aveva già procurato un passaporto falso.

Luis Posada Carriles non ha mai negato la sua stirpe terroristica. Il 7 ottobre 2006, un giorno dopo essersi realizzato il trigesimo anniversario dell'orrendo crimine delle Barbados, dichiarò in tono provocatorio, ad un'altra stazione radio di Miami, che non si pentiva di niente di ciò che aveva fatto. Nel suo libro che pretende essere autobiografico, I Cammini del Guerriero, conferma il suo esecrabile foglio al servizio della CIA e del governo USA.

Per il dottore José Méndez Méndez, studioso del Centro di Investigazioni della Sicurezza dello Stato, non sarebbe strano se succedesse "ciò che succede sempre: annunciano vari reati, dopo entrano in trattative ed alla fine il supposto accusato esce libero in strada o agli arresti domiciliari". E osserva che potrebbe ripetersi il ciclo del 1989, quando ad Orlando Bosch, considerato un individuo pericoloso ed inaccettabile per gli Stati Uniti, George Bush padre gli concesse uno scandaloso indulto".

Come reagirebbe il popolo nordamericano se sapesse che Osama bin Laden carcerato, ricevesse libertà sotto cauzione e che comparisse davanti ad un giudice unicamente per reati di falsa testimonianza?

Tra Bin Laden, cercato per essere il presunto autore dei terribili attentati alle Torri Gemelle, Orlando Bosch e Luis Posada Carriles, esiste un filo conduttore, i tre furono generati, addestrati e diretti dalla CIA nell'arte di ammazzare.

Ma in questioni di terrorismo e terroristi l'amministrazione statunitense ha una doppia misura, tanto è che oggi i Cinque cubani che, a rischio delle loro vite, penetrarono nelle organizzazioni criminali stanziate a Miami e neutralizzarono i loro piani, continuano segregati in penitenziari federali esposti ad innegabili maltrattamenti, mentre si sta escogitando la maniera per facilitare, a Posada, la strada verso l'annunciata l'impunità.