Quelli della linea dura guadagnano

 

una triste vittoria

 

 

22 settembre 2007 - M.J.Castro, Progreso Semanal (Miami) www.cubadebate.it

 

Quelli della linea dura hanno vinto, per il momento. Hanno vinto dentro il potere esecutivo e nel Congresso. Ileana, Lincoln, Mario ed i loro soci possono festeggiare. Ad un livello superiore sotto George W. Bush, rispetto a qualsiasi altro presidente, i conservatori cubano-americani hanno brigato in modo da prendere il controllo della politica nordamericana verso Cuba ed utilizzarla per scatenare un'inesorabile guerra economica contro il popolo cubano.

Tuttavia, una vittoria in una guerra nella quale la vittima é il popolo della nostra stessa nazione è certamente una triste vittoria. È anche una vittoria di Pirro, perché distrugge ciò che rimaneva della posizione morale di quelli della linea dura, l'argomento che la loro guerra economica è diretta contro il governo cubano e non contro il popolo cubano. Ora queste parole non hanno credibilità alcuna. Che cosa possono dire?

Colpiscono Fidel Castro; ostacolando i cubani, residenti negli Stati Uniti, ad inviare, ai loro parenti, dentifricio e carta igienica! Colpiscono il comunismo; evitindo che le famiglie visitino i loro cari!

Sarebbe motivo di risa se non fosse insopportabilmente triste. Le recenti votazioni nella Camera dei Rappresentanti USA contro disegni di legge che avrebbero permesso inviare articoli di igiene personale ed ammorbidito le restrizioni ai viaggi delle famiglie cubane e studenti nordamericani dimostrano due cose. In primo luogo, mostrano la bancarotta morale e politica di un settore politico che non può concepire altra maniera di promuovere il suo progetto, rispetto a Cuba, che non sia inalberando, come un bastone, il potere economico della superpotenza del mondo contro tutta la nazione cubana. Questo è un gruppo che sembra essere ossessionato dall'imporre in qualche modo una punizione, che farà tutto il possibile per realizzare la sua vendetta, che ha imparato poco durante più di quarantatre anni di una inutile strategia di strangolamento economico, ed al quale sembra che non gli importa niente il benessere del popolo cubano o la buona opinione del mondo.

L'altra cosa che
i recenti eventi nel Congresso, in relazione con la politica verso Cuba, dimostrano  è il potere acquisito dalle fazioni dell'esilio cubano della linea più dura sotto il dominio di George W. Bush, Tom DeLay e la destra repubblicana. È il matrimonio perfetto, quello dei settori più reazionari della politica nordamericana con quello della popolazione cubano-americana. Colpiti dalla morte di Jorge Mas Canosa, dalla molteplice sconfitta nella lotta per Elián e da vari voti avversi nel Congresso, i cubano - americani della linea dura si sono riorganizzati, hanno imposto al Presidente Bush che li ripaghi per il loro appoggio politico e hanno scatenato in modo vendicativo la guerra economica contro Cuba.

Come è che questo settore le cui opinioni ogni volta sono meno rappresentative della comunità cubano-americana (specialmente di quelli che sono arrivati più recentemente e che hanno stretti vincoli familiari con gente dell'isola) e perfino dell'opinione pubblica nordamericana, hanno ottenuto tale potere?

Hanno usato l'inganno ed i dollari. I cubano-americani della linea dura nel Congresso non solo si presentano come coloro che parlano per tutta la comunità cubana negli Stati Uniti offrendo una piattaforma ad un pugno dei dissidenti più intransigenti a Cuba, ma hanno anche tentato di creare l'impressione che le loro opinioni sono quelle del popolo cubano nell'isola.

Ma questi dissidenti non sono l'arma principale di quelli della linea dura. La loro arma è il denaro, il latte materno della politica nordamericana. Gli estremisti l'hanno, pochi dei cubano-americani che ad essi si oppone l'hanno.

Per comprendere l'influenza del denaro, prendiamo un emendamento proposto nel 2004 e 2005 dal democratico della Florida Jim Davis. L'emendamento avrebbe ammorbidito le restrizioni in quanto ai viaggi di cubano -americani. Lo scorso anno é stato approvato, alla Camera dei Rappresentanti, per 225 voti a favore contro 174. Questo anno é stato respinto, di stretto margine, 211-208. Che cosa é successo?

Dei 42 rappresentanti che hanno ricevuto denaro dal Comitato di Azione Politica USA-Cuba per la Democrazia (US-Cuba Democracy PAC) 7 hanno votato a favore dell'emendamento Davis, 2 non hanno votato e 23 hanno votato contro l'emendamento. Tutti i nuovi membri che hanno ricevuto denaro dal PAC hanno votato contro Davis.

Otto membri che hanno votato a favore di Davis nel 2004 e che posteriormente hanno ricevuto denaro dal PAC hanno cambiato, questo anno, il loro voto in un "No" . Cinque membri che hanno ricevuto denaro e hanno votato per Davis nel 2004 sono tornati, questo anno, a votare a favore.

Gli 11 che non hanno votato per Davis nel 2004 e hanno ricevuto denaro sono tornati, questo anno, a votare "No" (eccetto Westmoreland, che non ha votato).

La relazione tra il denaro ed il voto è evidente, ma i politici se la cavano perché è impossibile provare, a livello individuale, una connessione di causa ed effetto. Nonostante, rimane chiaro che gli 8 membri che hanno cambiato il loro voto dopo avere ricevuto denaro sono stati più che sufficienti per determinare il risultato. Di più, dei 419 rappresentanti che,
nel 2005, hanno partecipato alla votazione dell'emendamento Davis  50,35% si sono opposti, mentre tra quelli che hanno ricevuto denaro dal PAC, quelli che hanno votato per il "No" sono stati l'82,5%. Il denaro parla, ed abbiamo ancora il migliore Congresso che si possa comprare, specialmente in relazione con la politica verso Cuba.

Per coloro che si oppongono alle politiche di linea dura, le recenti sconfitte sono significative, ma principalmente in maniera simbolica, come lo sono state le vittorie anteriori nel Congresso, tenendo conto che la leadership repubblicana é riuscita a silurare le misure che,
entrambe le camere, avevano approvato  usando il Comitato di conferenza Camera-Senato per impedire che i disegni di legge che ammorbidivano il blocco arrivassero alla Casa Bianca, che del resto aveva minacciato il veto.

Questa generazione di politiche della linea dura ha tanto poche possibilità di successo come le versioni anteriori e tutta la strategia nordamericana di intransigenza e strangolamento probabilmente,
in qualche momento, scomparirà  grazie al lavoro dei suoi molti oppositori nel paese, come per il suo stesso fallimento, irrazionalità e crudeltà. Mentre si cerca questo cambiamento, è importante comprendere che una nuova politica nordamericana verso Cuba richiederà più una vera inversione di rotta che alcuni voti nel Congresso ed è praticamente impensabile sotto un'amministrazione messianica tanto strettamente legata alla fazione cubano-americana più virulenta.