18 giugno 2007 -  D.F.Mexidor www.granma.cubaweb.cu

 

 

 

Il sogno dell'impossibile

 

 

 

 

 

 

A Miami, poco tempo fa, é stata messa in mostra una collezione di immagini di L'Avana, captate da satelliti ad tecnologia dell'Agenzia Spaziale degli Stati Uniti (NASA). Il fatto non é strano, dato l'avanzamento delle tecnologie che permettono di ottenere, in questione di secondi, qualunque informazione di un obiettivo proposto.

La cosa curiosa e che anche muove a riso, è che la mostra "L'Avana di oggi in immagini", secondo la nota pubblicata dall'agenzia EFE, pretende servire per la "futura ricostruzione".

Di quale futura ricostruzione potrebbero parlare là a Miami? La risposta all'interrogativo si chiarisce quando immediatamente affiora il punto di vista di Nicolás Quintana, professore di Architettura dell'Università Internazionale della Florida (FIU) che — sia detto di passaggio — apparentemente ha ancorato l'almanacco della memoria prima del 1 gennaio 1959.

La mostra, secondo lui, è un "eccellente strumento di lavoro che serve per identificare lo stato di distruzione e delimitare le proprietà". Che proprietà? Quelle di coloro che fuggirono disordinatamente appena la caserma della Columbia si trasformò in scuola?

Benché gli organizzatori hanno espresso che con l'esposizione non tentano di trasmettere un messaggio politico "bensì comunicare l'entusiasmo per l'eventuale possibilità di cambiare il deteriorato viso della città mediante la curata e paziente ricostruzione dei suoi edifici", a buon intenditore, non c'è nient'altro di più somigliante a ciò che si propone nel Piano Bush contro Cuba.

Precisamente, quella è una delle questioni che inalbera: "restituiremo le proprietà ai loro antichi padroni", espone in una delle sue parti il documento presidenziale, di quasi 500 pagine, presentato nel 2004 e rinforzato il 10 luglio del passato anno con misure che induriscono la politica di guerra economica contro l'Isola, incorporano nuove idee nel tentativo disperato di ottenere il rovesciamento della Rivoluzione ed incrementano in maniera significativa il finanziamento diretto ed indiretto alla sovversione interna.

Non è un segreto che tutto il tema dei reclami e devoluzioni di proprietà è stato creato artificialmente dalle differenti amministrazioni nordamericane dallo stesso momento del trionfo rivoluzionario col proposito di utilizzarlo come arma di confronto.

Non pochi incauti dall'altro lato dello Stretto, nostalgici ed ostinati, sono caduti nella trappola da preparare le valigie pensando che un qualche giorno sparirà questo progetto sociale innalzato sul sangue dei migliori figli della nazione cubana.

Per esempio, l'esposizione di Miami, a sua volta invitava a visitare un sito internet legato al progetto, affinché gli interessati depositino in una casella il nome e luogo esatto di quello che un giorno lasciarono a L'Avana.

Vedremo come suoneremo se succederà loro di venire a reclamare. Gli stessi patrocinatori dell'infelice idea confessano che sarebbe un "problema complesso" lo "sgombro degli attuali inquilini dalle abitazioni espropriate dalla Rivoluzione cubana".

Come ha esposto Ricardo Alarcón terminando l'Udienza Pubblica organizzata dall' l'Assemblea Nazionale del Potere Popolare sulla Legge Helms-Burton, il 3 maggio 1995: "ciò su cui non deve aversi il minimo dubbio, è che né con questa legge, né con mille leggi che si dettino a Washington, si va a decidere, per noi, il nostro destino e che non ci strapperanno niente per molte leggi che dettino a Washington".