4 giugno 2007 -  A.Rodriguez www.granma.cubaweb.cu

 

 

Condoleezza umilia la

 

Spagna ed attacca Cuba

 

 

 

 

L'annuncio della visita di Condoleezza Rice in Spagna ha generato una gran aspettativa ed ha concentrato una grande attenzione da parte della stampa spagnola. I più ottimisti, a quanto pare, speravano che la sua presenza a Madrid simbolizzasse il perdono di Bush per la ritirata della Spagna dall'Iraq e per altri dissapori.


Poi si é saputo che sarebbe stata una visita di otto ore e che non avrebbe concesso ai suoi anfitrioni l'onore di pernottare lì.


Curiosamente, il preludio é risultato essere una forte dichiarazione della Segretaria di Stato nella quale ha fatto critiche dirette alla Spagna ed affermato, tagliente e minacciosa, "... su Cuba non sono sicura che coincidiamo, sinceramente... è uno dei temi fondamentali che tratterò quando sarò in Spagna".


Il Presidente Rodríguez Zapatero ha risposto dicendo che "... è assolutamente elementare... i paesi ed i governi non devono avere visioni uguali su tutti quegli aspetti di politica internazionale e nell'evoluzione dei paesi... è comprensibile e ragionevole perché si sono vincoli storici differenti, perché ci sono approcci molto differenti... ".


Era chiaro che otto ore sarebbe stato un tempo troppo limitato per creare una luna di miele, ciò che é stato confermato nella conferenza stampa congiunta tra Rice e Moratinos, nella quale si sono caldamente chiamati "Condi" e "Migüel". Il Cancelliere spagnolo ha espresso che "... le nostre relazioni si sono normalizzate pienamente dopo gli alti e bassi che tutti conoscono", ciò che non ha meritato una parola di coincidenza, né un gesto di assenso della Segretaria di Stato.


Secondo Moratinos, un tema centrale delle conversazioni é stata l'America Latina, rispetto alla quale ha detto con enfasi da metropoli coloniale "... è assolutamente essenziale che Spagna e Stati Uniti lavorino congiuntamente con una maggiore partecipazione per permettere la normalità istituzionale, politica, economica, democratica e sociale di tutto il subcontinente... lavoreremo in paesi specifici per fortificare la costruzione democratica ed istituzionale e garantire la democrazia in America Latina".


Ma Condoleezza ha detto di aver parlato molto dell'America Latina ciò "... dovuto alla lunga storia della Spagna, i suoi vincoli culturali e il ruolo degli Stati Uniti lì... un'area di gran interesse per noi". È ovvio che i ruoli sono rimasti ben definiti: per la Spagna, storia e cultura; per l'impero, il suo giardino interno.


Come sembrava annunciato, il tema di Cuba ha riservato più emozioni. "Migüel" ha allora assunto un atteggiamento patetico. Poche settimane dopo il suo viaggio a L'Avana, davanti ad una Condoleezza dura ed arrogante, ha dichiarato riferendosi a Cuba "... le nostre politiche, i nostri modi di agire, le nostre tattiche sono complementari..." ed allora ha ricevuto un secondo ed umiliante pubblico rimprovero da "Condi."


Su Cuba, essendo stata trattata come tema prioritario dell'agenda, bisognerebbe domandare: sono stati affrontati i danni e le sofferenze, per il popolo cubano, di quasi mezzo secolo di brutale e genocida politica di aggressione e blocco e l'applicazione extraterritoriale delle leggi statunitensi, perfino in Europa, la cui estrema espressione sono le misure stabilite da Bush nel luglio 2006? Si sarà conversato circa la situazione che esiste nel campo di concentramento ubicato nell'illegale Base Navale di Guantánamo, territorio usurpato al nostro paese? O, per caso, sui voli segreti della CIA in Spagna, i sequestri e torture che inorridiscono l'opinione pubblica europea e mondiale e l'assassinio del giornalista José Couso? Si é parlato circa il terrorista Luis Posada Carriles che si trova libero a Miami mentre cinque giovani cubani rimangono ingiustamente imprigionati negli Stati Uniti per aver lottato contro il terrorismo?


Condoleezza, da parte sua, ha ripetuto i lineamenti della nota politica diretta al rovesciamento del nostro sistema politico, economico e sociale che il governo degli Stati Uniti porta a termine e ratificato il suo appoggio ai mercenari che la Sezione di Interessi nordamericana a L'Avana organizza e finanzia. Disse che... "il mondo libero... non è preparato a tollerare una transizione antidemocratica a Cuba".


Il popolo cubano respinge queste dichiarazioni d'intromissioni, arroganti della Segretaria di Stato e ripete che, come ha espresso il nostro Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, facendo conoscere il suo Proclama al Popolo di Cuba il 31 luglio 2006,... "il nostro popolo e la nostra Rivoluzione lotteranno fino all'ultima goccia di sangue".


La Segretaria di Stato fallirà nel suo tentativo di costruire, mediante pressioni e ricatti, un assedio internazionale contro la Rivoluzione cubana.


Dove urge una "transizione democratica" è negli Stati Uniti.