| 8 marzo 2007 | www.granma.cu (PL) |

Il ‘tour’ latinoamericano di
 

Bush in Venezuela

 

 


La serie di visite del presidente statunitense George Bush in sei paesi latinoamericani sta generando il ripudio generalizzato in Venezuela, considerando che costituisce un tentativo per manipolare i popoli della regione.

 

Affrontando il tema, il presidente venezuelano Hugo Chávez ha definito favole le proposte della Casa Bianca per la cooperazione con l’America Latina, dopo aver ricordato che la povertà della regione è frutto del sopruso e dell’inganno dei governi della Casa Bianca.

 

In questo senso ha indicato che se Bush fosse cosciente di ciò che dice ordinerebbe il ritiro delle truppe dall’Iraq, smetterebbe di calpestare i popoli d’Africa, Medio Oriente e America Latina, invece di spendere ogni anno 600 miliardi di dollari in armi.

 

Per questo motivo Chávez ha proposto di destinare questo denaro alla creazione di un fondo umanitario internazionale senza chiedere nulla in cambio ed al sostegno dei programmi sanitari ed educativi, come fa il Venezuela con le sue limitate risorse a sostegno di altre nazioni.

 

Il legislativo venezuelano ha approvato una deliberazione di ripulsa al viaggio di Bush, con una chiara opposizione a qualsiasi pressione "venga indirizzata a perturbare i progressi che in materia d’integrazione economica, sociale, culturale e scientifica" stanno facendo i popoli e i governi sovrani dell’America Latina".

 

Si è anche pronunciato contro "qualsiasi pretesa di tentare di isolare il governo del Venezuela e il suo presidente Hugo Chávez ed ha quindi convocato il popolo bolivariano "a stare all’erta e mobilitarsi contro le nuove manovre dell’impero".

 

La legislatrice Aurora Morales ha ricordato che Washington "ha all’attivo una lunga storia di interventi militari sanguinosi in più di 15 repubbliche del nostro continente" tra le quali il Messico, il Nicaragua, il Guatemala, la Repubblica Dominicana, El Salvador e Panama.

 

Il deputato Edgar Lucena ha detto che questo viaggio di Bush costituisce un campanello d’allarme che chiama all’unità delle forze rivoluzionarie e antimperialistiche del paese.

 

Il Presidente statunitense ha iniziato la sua serie di visite, la prima delle quali in Brasile. Poi si recherà in Uruguay, Colombia, Guatemala e Messico con un programma che si estenderà fino al 14 marzo.