1 dicembre 2007 | Eva Golinger* tratto da  www.siporcuba.it

 

Un'analisi dell'

Operazione Tenaglia

 

“L’unico paese al mondo dove non ci saranno mai colpi di stato sono gli Stati Uniti, perché là non c’è un’ambasciata degli Stati Uniti”...(nota della traduttrice)
 


 

 

Il documento con data 20 novembre 2007, classificato come “Confidenziale” (www.aporrea.org/tiburon/n105390.html), proviene dal Sig. Michael Middleton Steere, funzionario dell'Ufficio dei Temi Regionali (ORA) della CIA degli Stati Uniti radicato in Venezuela dentro l'Ambasciata degli Stati Uniti a Caracas.

 

Il memorandum confidenziale è diretto al Direttore della CIA, il Generale Michael Hayden, e ha come tema gli “sviluppi della fase finale dell'Operazione Tenaglia”.

Questa Operazione sembra essere l'articolazione del Golpe Soave che sono venuti eseguendo contro il Venezuela ed il governo del Comandante Presidente Chavez dai principi di questo anno 2007.

 

Nel suo primo paragrafo del documento confidenziale, l'autore fa menzione agli “anteriori sviluppi documentati intorno all'Operazione Tenaglia” e conferma che questa operazione è coordinata dalla squadra di Intelligenza Umana (HUMINT) in Venezuela.

Fa menzione al documento “3623-g-0217” che dovrebbe essere la comunicazione anteriore su questa operazione, e conferma che stanno entrando già nella fase finale del Piano, tale quale come avevano pensato. 

 

Il memorandum riassume i differenti scenari dove sta lavorando questa squadra della CIA, che puntualizzarono anteriormente in un'altra comunicazione, e che ora, secondo l'autore, hanno acquisito nuovi sviluppi che devono emergere.

 

Il primo scenario è lo Scenario Elettorale che conferma che le tendenze di intenzioni dei voti si mantengono e danno al Sì un vantaggio tra 10 e 13 punti (57% Sì, 44% No), con un livello di astensione di circa il 60%. La CIA determina che questa tendenza è “irreversibile” prima delle elezioni. 

 

Tuttavia, emerge il funzionario Steere che la CIA è venuta promuovendo una campagna pubblicitaria per il No che conta con più di 8 milioni di dollari per le operazioni psicologiche, il pagamento degli intervistatori contrattati dalla CIA e la collaborazione delle agenzie e mezzi internazionali, oltre ad una squadra finanziata dalla CIA e diretta da Alberto Federico Ravell coi giornalisti e coi mezzi nazionali.

Menziona come le “diserzioni” del Generale Raul Isaias Baduel e del partito “Possiamo” hanno ottenuto di “togliere a Chavez 6 punti” per il Sì, tuttavia, non hanno avuto più impatto dalle sue dichiarazioni iniziali e ciò non era parte di detto Piano. 

 

L'ufficio della CIA in Venezuela raccomanda al suo direttore questi scenari come risposte all'inevitabile vittoria del “Sì” il prossimo 2 dicembre: “Impedire il referendum e/o ignorare i suoi risultati anche quando si faccia appello per votare il No”.

Nonostante i due scenari sembrino contraddittori, il funzionario Steere chiarifica che per il momento “politico congiunturale è necessaria la loro combinazione”. Puntualizzando di più, Steere emerge che nei pochi giorni che rimangono prima del  referendum, devono continuare a fortificare “le attività che mirano ad ostacolare il referendum e contemporaneamente a preparare le condizioni per ignorare i risultati dello stesso.” 

 

Per riuscire ad ostacolare il referendum, la CIA propone le seguenti azioni: 

 

Scaldare e scendere sulle strade provocando manifestazioni di proteste violente (guarimba, in venezuelano) con agitatori professionisti (candelina, in venezuelano);  

 

Generare un clima di ingovernabilità;

 

Provocare un sollevamento generale di una parte sostanziale della popolazione;  

 

“Vota e Rimani”, piano di implosione dentro i centri di votazione; 

 

Cominciare a dare informazione nelle prime ore del pomeriggio della domenica 2 dicembre, sfruttando i sondaggi preliminari nei seggi di votazione (in violazione delle norme del CNE);  

 

Coordinare tutto questo coi mezzi di comunicazione nazionali (Ravell, Globovision e RCTV) ed internazionali;  

 

Coordinare con Peña Esclusa e Guyon Cellies, da parte dell'Aggregato Militare della Difesa e dell’Esercito dell'Ambasciata degli USA a Caracas, Richard Nazario;  

 

Per riuscire ad ignorare i risultati del referendum, la CIA propone le seguenti mosse:  

 

Creazione di una matrice di opinione sul supposto trionfo sicuro del “No”;  

 

Usare intervistatori contrattati dalla CIA;  

 

Criticare e delegittimare il CNE;  

 

Generare una sensazione di frode;

  

Usare una squadra di esperti delle università che renda credibile una manipolazione dei dati del CNE, il Registro Elettorale Permanente (REP) e l'inchiostro che si usa durante la votazione;  

 

Inoltre, nel memorandum della CIA, scritto dal funzionario Michael Steere, si proclama la necessità di eseguire queste azioni per potere ottenere l’obiettivo:  

 

Ostacolare il referendum;  

 

Denunciare la frode;  

 

Scendere sulle strade;  

 

Isolare Chavez nell'ambito internazionale;  

 

Tentare di ottenere l'unità dell'opposizione; 

 

Cercare l'alleanza degli astensionisti e quelli che voteranno per il “No”;  

 

Sostenere con fermezza la propaganda contro Chavez;  

 

Eseguire le azioni militari di appoggio alle mobilitazioni propagandistiche;  

 

Terminare le preparazioni operative nelle basi militari in Colombia ed a Curazao;  

 

Controllare una frangia territoriale o istituzionale durante le prossime da 72 a 120 ore;  

 

Spingere possibilmente un pronunciamento militare dentro la Guardia Nazionale;  

 

Gli attori principali articolati nell'Operazione Tenaglia sono:  

 

Ufficio della CIA in Venezuela (ORA) ed il suo funzionario Michael Steere;  

 

Ambasciata degli USA in Venezuela ed il suo ambasciatore Patrick Duddy;  

 

Ufficio della Difesa, Attacco ed Operazioni (DAO) dell'Ambasciata degli USA in Venezuela e l'ufficiale Richard Nazario;  

 

Comando Nazionale della Resistenza;  

 

Azione Democratica;  

 

Bandiera Rossa;  

 

Primero Justicia;  

 

Peña Esclusa;    

 

Guyon Cellis;  

 

Alberto Federico Ravell e Globovision;  

 

Agenzie e mezzi internazionali:  

 

Società Interamericana di Stampa (SIP)  

 

Rettori dell'Università Simon Bolivar (Rudolph Benjamin Scharikker Pdolski) e dell'Università Cattolica Andres Bello (Ugalde)  

 

Studenti: Yon Goicochea (UCAB), Juan A. Mejias (USB), Douglas Barrios (UNIMET), Ronel Gaglio (Monte Avila), Gabriel Gallo (Santa Maria), Ricardo Sanchez (UCV). 

 

L'Operazione ha come obiettivo finale l'insurrezione armata dentro il Venezuela contro il governo del Comandante Presidente Chavez, che permetterebbe allora l'intervento delle forze statunitensi in territorio venezuelano.

 

Dovuto alla situazione attuale tesa con la Colombia, il governo degli Stati Uniti insieme al governo colombiano hanno continuato a rinforzare le loro forze speciali e le loro basi militari radicate vicino alla frontiera del Venezuela.

 

Nell'Operazione Tenaglia, menzionano due paesi: Azzurro e Verde, dove gli Stati Uniti hanno basi ed operazioni militari. Il paese Azzurro è marittimo, cosa che indica che deve essere Curazao, dove gli Stati Uniti mantengono una base militare nell'aeroporto internazionale Hato dall'anno 1999, che sono venuti rinforzando con squadre, costruzioni e forze speciali durante l'ultimo anno e mezzo. Il paese Verde è confinante col Venezuela e deve essere la Colombia, dove gli Stati Uniti mantengono tre basi militari grandi, una alla frontiera con Apure a Saravena, e più di 15 stazioni di radar in tutto il paese che contano come minimo su 35 soldati degli Stati Uniti, più i colombiani.

Attraverso queste due basi militari statunitensi vicine alla frontiera con Venezuela, la CIA ed il Pentagono pretendono di equipaggiare i loro “alleati” dentro il Venezuela (menzionano specificamente “i loro contatti e le loro riunioni con gli ufficiali dei diversi componenti, particolarmente della Guardia Nazionale”) ed appoggiare con armamento le mobilitazioni da strada. Perfino, nel memorandum confessano che fu “scoperto e sequestrato parte dell'armamento” che inviarono dagli Stati Uniti, e che deve essere quello che fu catturato la settimana scorsa in un podere nell'Urbanizzazione Miranda ad Altamira, da parte dei corpi di sicurezza dello stato.

 

La CIA conferma che lo sta dicendo da molto tempo: gli sforzi del nemico in propaganda e le operazioni psicologiche è dove hanno “mietuto i maggiori successi” del loro Piano contro il Venezuela.

 

L'uso dei mezzi di comunicazione nazionali ed internazionali, e la manipolazione costante della realtà in Venezuela è riuscita a creare un'immagine negativa del Venezuela dentro l'ambiente internazionale.

 

A livello nazionale, queste operazioni psicologiche sono riuscite a confondere alcuni settori della società venezuelana, e riescono sempre ad incolpare il governo e particolarmente il Presidente Chavez per tutti i mali del paese, nonostante la maggior parte di loro siano causati dalla stessa opposizione (la mancanza di forniture, il caos causato per le “guarimbe”, eccetera).

 

Abbiamo il dovere di progettare una buona strategia di comunicazione internazionale per contrastare queste operazioni psicologiche ed attacchi mediatici contro il Venezuela. 

 

Infine, questo documento della CIA conferma quello che siamo venuti denunciando anni fa: c'è un gran piano di destabilizzazione in marcia contro la rivoluzione bolivariana che conta sui mezzi di comunicazione, i partiti politici tradizionali e quelli nuovi della destra, i gruppi studenteschi della destra, i rettori delle università private, certi militari ritirati, le ONG finanziate dal governo statunitense, tra gli altri attori.

L'ambasciata degli Stati Uniti a Caracas è nient'altro che un centro di cospirazione del nemico contro la rivoluzione bolivariana ed il governo del Comandante Presidente Chavez.

Ora pretendono di includere la Colombia e sfruttare la situazione di conflitto e le tensioni tra i due paesi, per lanciare un'aggressione militare contro l'integrità territoriale del Venezuela.

 

La Bolivia, come paese fratello rivoluzionario del Venezuela è anche lei vittima di un piano simile e merita la solidarietà e l'attenzione delle nostre file rivoluzionarie. 

 

Cominciò tempo fa la guerra asimmetrica. È ora di rinforzare e consolidare la guerra di resistenza e progettare una strategia contundente per difendere la rivoluzione, assicurando in questo modo, il futuro della nostra umanità.

 

 

 

* l’autrice è un avvocato e ricercatrice venezuelana-americana,

 specializzata sulle leggi dell’immigrazione e sui diritti umani,

 

articolo pubblicato da Rebelion-traduzione Ida Garberi