5 novembre 2008 - E.M.Leon www.granma.cu

 

L’ESSENZA SOLIDALE DELLA RIVOLUZIONE

  45 Anni di cooperazione  sanitaria

  La solidarietà cubana gode della miglior salute

 

        

 

Senza    il   Programma   Integrale   di   Salute,  la

Il Programma Integrale di Salute cubano in 38 paesi

 

L’impronta universale dell’amore della Rivoluzione Cubana per l’umanità ha il suo monumento, che non si mostra con freddi blocchi di marmo, ma con corpi ardenti che hanno ricevuto il calore della fiamma della solidarietà.

Cuba si onora del dolore vinto ed eliminato, delle vite e delle anime salvate.

12 paesi dell’America Latina e il Caraibi (Honduras, Guatemala, Nicaragua, Bolivia e Perù. Belice, Dominica, Guyana, Haiti, Santa Lucía, San Vicente e Suriname); 22 dell’Africa (Botswana, Burundi, Burkina Fasso, Djibouti, Eritrea, Etiopía, Gabón, Gambia, Ghana, Guinea Bissau, Guinea Conakry, Guinea Ecuatorial, Lesotho, Mali, Namibia, Níger, Ruanda, República Árabe Saharauí Democrática, Sierra Leona, Swazilandia, Tanzania y Zimbabwe); tre in Asia e Oceanía (Timor Oriental, Kiribati y Laos), e un paese in Europa (Ucraina) sono stati beneficiati dall’apporto del Programma Integrale di Salute.

popolazione del mondo oggi sarebbe un’altra.  Più di due milioni di vite umane sono state salvate dal personale sanitario cubano in diverse nazioni sottosviluppate negli ultimi dieci anni, grazie all’essenza solidale sviluppata dalla Rivoluzione.

 

José Ramón Balaguer Cabrera, membro del Burò Politico e ministro di Salute Pubblica,  ha sottolineato nell’incontro per il 45º Anniversario della cooperazione sanitaria cubana che per salvare la vita è più importante trattare il malato come un essere umano fratello che non una conoscenza medica o scientifica vuota di sentimento.

 

Con questo principio si formano attualmente a Cuba 24000 medici di altri paesi che, al ritorno in Patria ricevono tutto l’affetto e il riconoscimento delle loro comunità d’origine.

 

Balaguer Cabrera ha segnalato che la base del sistema di salute di Cuba è l’assistenza primaria le cui radici si trovano nelle idee di “La storia mi assolverà”, ed ha ricordato i primi protagonisti d’una pratica che sino all’agosto di quest’anno ha visto più di 185000 specialisti e tecnici in camice bianco dell’Isola in 103 nazioni del Terzo Mondo.

 

La solidarietà ha molte voci: il dottore haitiano Patrick  ha riferito che Cuba non ha mai  tralasciato di trattare i suoi fratelli con forte dignità; il suo collega di Honduras, Andrés Aguilar,  ha esposto la volontà collettiva di migliorare il mondo e il medico, sempre di Honduras, Luther Castillo, ha sottolineato quanto bene si può fare per altri popoli partendo da quanto si è appreso nel nostro.

 

Durante l’incontro sono state riconosciute in particolare le tre prime Brigate del PIS: Guatemala, Honduras ed Haiti, con i giornalisti che vi hanno partecipato e i 43 organismi e istituzioni che hanno dato apporti significativi alla collaborazione medica cubana all’estero.

 

5 novembre 2008 - L.L.Viera www.granma.cu (JR)

 

La cooperazione medica

internazionalista della Rivoluzione

L’imprescindibile ruolo di Fidel

 

 

Con un commovente omaggio a Fidel e le parole di José Ramón Balaguer Cabrera, ministro di Salute Pubblica, si sono concluse le celebrazioni per il 45º Anniversario della Cooperazione Sanitaria Cubana e i dieci anni dalla creazione del Programma Integrale di Salute.

 

Un centinaio di medici, assieme agli studenti laureati nella ELAM, la scuola latinoamericana di medicina, e  diversi giornalisti che hanno coperto le gesta internazionaliste della medicina cubana,  sono stati testimoni dell’incontro che si è svolto nel Palazzo delle Convenzioni.

 

Yiliam Jiménez, vice ministra del Ministero degli Esteri, ha consegnato a Balaguer un certificato che accredita il leader della Rivoluzione  Cubana come Comandante in Capo dei combattenti internazionalisti per la salute dei popoli. Il diploma mostra una foto di Fidel che dona il sangue per i feriti del terremoto in Perù, nel 1979.

 

“Non si può parlare di cooperazione internazionalista senza Fidel. Lui ci ha insegnato che essere solidali è una della più grandi virtù degli esseri umani”, ha detto Balaguer nel suo discorso, ed ha anche fatto riferimento all’eroismo quotidiano dei medici internazionalisti cubani, oltre che di quelli che restano nell’Isola e mantengono elevati indici di salute tra la popolazione.

 

Balaguer ha ricordato i precedenti nell’assistenza sanitaria  d’urgenza ed ha raccontato le sue esperienze su come si assistevano i feriti nella lotta guerrigliera dove brillava la figura del Che.

 

Vari laureati della ELAM hanno commosso l’uditorio con le loro esperienze ed  alcuni giornalisti hanno parlato, come i capi delle missioni sanitarie cubane in Guatemala, Timor Est ed Haiti.

 

Un riconoscimento è andato a varie istituzioni, organismi e organizzazioni che hanno contribuito al successo della cooperazione cubana con altri popoli in materia di sanità.

 

Erano presenti alla chiusura dell’incontro i membri del Burò Politico Ramiro Valdés Menéndez, ministro dell’Informatica e le Comunicazioni; Salvador Valdés Mesa, segretario generale della CTC; Concepción Campa, direttrice dell’Istituto Finlay, con Roberto Morales, membro della Segretaria del Comitato Centrale del Partito; Felipe Pérez Roque, ministro degli Esteri; Juan Vela Valdés, ministro d’Educazione Superiore e José Miyar Barrueco, segretario del Consiglio di Stato, tra i vari dirigenti.

 

 

3 novembre 2008 - J.A. De La Osa www.granma.cubaweb.cu

 

X anniversario del Programma Integrale di Salute

Predicare con il

buon esempio

 

 

Il 3 novembre 1998, appena cinque giorni dopo il flagello dell'uragano Mitch, che colpì l'America Centrale, una brigata medica cubana inaugurava, in Honduras, una modalità di cooperazione, il Programma Integrale di Salute, che è ora al suo X anniversario.

 

La brigata, costituita da 12 collaboratori, immediatamente s'incorporò al lavoro di assistenza nella zona La Mosquitia, che secondo le prime stime, era quella che aveva subito i maggiori danni come risultato del passaggio dell'uragano. Ma conosciuta l'entità del disastro si é continuato ad inviare brigate che raggiunsero, in quel momento i 119 cooperanti.

 

Il dottore Elis Alberto Gonzalez Polanco, capo  della Prima Brigata, ricorda in una conversazione con Granma che quando arrivarono alla estesa pianura di La Mosquitia trovarono "terra bruciata" una "distruzione quasi totale della base di sussistenza" per una popolazione stimata a circa 60000 abitanti.

Fummo la prima brigata di aiuti umanitari che arrivò in Honduras, dice, e trasportammo sette tonnellate di medicinali e attrezzature chirurgiche, due ospedali da campo con letti, materassi, sostentamento alimentare e acqua per più di un mese di sopravvivenza.

 


Guardare alle origini

 

 

Anche se Cuba ha iniziato la tradizione  internazionalista in materia di sanità 45 anni fa, con l'invio in Algeria di una brigata medica, l'idea di Fidel di sviluppare un Programma Integrale di Salute (identificati dall'acronimo  PIS) ha la sua espressione più concreta e obiettiva nel l'attuazione di misure finalizzate all'aiuto medico gratuito in America Latina e nei Caraibi, che è stato successivamente esteso in Africa e in Asia, ivi compresa la formazione di professionisti - sia nei loro paesi come a Cuba - al fine di garantire lo sviluppo sostenibile di questa collaborazione.

 

A tal fine un importante contributo è stata la creazione, nel 1999, della Scuola Latino-Americana di Medicina (ELAM) a L'Avana, a cui si sono sommate le 33 facoltà per gli studenti che compongono il Nuovo Programma di Formazione Medica Latinoamericana e la Facoltà Infermieristica.

Attualmente a Cuba studiano nella facoltà di Scienze Mediche quasi 23000 giovani provenienti da paesi del Terzo Mondo.

Collocata storicamente, l'idea di questo nuovo Programma inizialmente sorse per dar risposta assistenziale alle tragiche conseguenze causate da due uragani che colpirono i Caraibi (George) e l'America centrale (Mitch). Fu dopo il passaggio di George, il 28 settembre 1998, quando Fidel lanciò, per la prima volta, l'idea di un Programma Integrale di Salute per Haiti, e poi offrì di inviare gratuitamente i medici cubani in America centrale, dopo il flagello di Mitch.

 

 

Una storia da raccontare
 


Questi dieci anni di vita del PIS sono passati come "un semplice pestañazo", dice Gonzalez Polanco, specialista in chirurgia, che dal novembre 1998 e fino al 2002 è stato a capo della brigata medica in Honduras, dopo, per quasi cinque anni, prestò servizio in qualità di Ambasciatore in questo paese, e alla fine della sua missione è stato nominato direttore dell'Unità centrale di Collaborazione Medica del Ministero della Salute Pubblica, ruolo che ha in questo momento..

 

Polanco, come è chiamato, non ha alcuna esitazione nell'affermare che questa rimane una delle più belle esperienze della sua vita, perché il PIS "è una mano che si offre" per i più bisognosi nei luoghi più inaccessibili, e per questa missione la Rivoluzione conta su migliaia di lavoratori della salute con visione sociale e vocazione solidaria, determinati ad alleviare almeno il volto umiliante della povertà.

Personalmente, dice, il suo lavoro internazionalista come un medico ha in sommo grado contribuito ad arricchire la sua pratica professionale, ad essere un medico migliore e più umano, più rivoluzionario, più convinto dei giusti principi sempre difesi da Fidel.

Rimane meditando e infine ricorda: "A poche settimane dopo il nostro arrivo a La Mosquitia, venne a visitarci un rappresentante del Consiglio degli Anziani di uno dei gruppi etnici che abitano questa regione dell'Honduras, il Tawahka, perché avevano una così elevata mortalità infantile e una tanto bassa aspettativa di vita (40 anni) che temevano che sarebbero scomparsi come etnia".

"Non dimenticherò mai che dopo diversi anni di lavoro preventivo o curativo dei medici cubani, la mortalità infantile dei Tawahka é scesa dai 250 decessi per mille nati vivi a meno di 20 e anche si elevò di diversi anni l'aspettativa di vita alla nascita. S'inscrivono o no storie come questa nel reale meraviglia che è capace di generare solidarietà umana?"
 


Cifre che sono fatti

 

 

 

- La cooperazione medica cubana, che è fornita in varie forme, è presente in 73 paesi. Di questi, in 43 si sviluppa il Programma Integrale di Salute; in 30 con Assistenza Tecnica. In 19 paesi si realizza l'Operazione Milagro, che ha già superato la soglia di un milione di operazioni oftalmiche.

- In totale nel mondo stanno lavorando 38544 operatori sanitari, di cui 17697 sono medici.

- Solo per il PIS sono stati assistiti 117798248 pazienti; operati, 2831870. Cifre, per difetto, indicano che, durante i 10 anni di questo Programma é stata salvata la vita di quasi 2 milioni di persone.