20 maggio '08 - www.granma.cu (PL)

 

 

La solidarietà con i Cinque

 

delle donne del Cono Sud

 

 

 

 

Le organizzazioni delle donne del Cono sud americano hanno denunciato la detenzione e le ingiuste condanne  dei Cinque Eroi cubani che hanno combattuto il terrorismo contro il loro paese. 

 

In un documento diffuso durante la Riunione Regionale delle Organizzazioni affiliate alla Federazione Democratica Internazionale delle Donne (FDIM) si esige un nuovo giudizio imparziale e la liberazione di Gerardo Hernandez, Antonio Guerrero, René Gonzalez, Fernando Gonzalez e Ramon Labañino. 

 

Inoltre il documento denuncia  la violazione delle norme internazionali e statunitensi sul diritto alla comunicazione dei reclusi con i loro familiari e la manipolazione di questo diritto come pressione politica, per piegarli e reclama l'immediata concessione dei visti a Olga Salanueva e ad Adriana Perez, mogli di René e Gerardo rispettivamente, visti negati da 10 anni dalle autorità degli Stati Uniti. 

 

La riunione, presieduta da Dora Carcaño, coordinatrice regionale per l’America Latina e i Caraibi della FDIM, ha stabilito che svolgerà un gruppo di azioni prima del 12 settembre, quando si compiranno 10 anni di prigionia per i Cinque, per rafforzare la denuncia sul processo giudiziario manipolato conci sono stati condannati condannò e la solidarietà con i loro parenti.

 

Magalys Arocha, membro della  Segreteria Nazionale della Federazione di Donne Cubane (FMC) e addetta alle Relazioni Internazionali, ha offerto  nell'incontro un aggiornamento dello stato attuale della causa dei Cinque prigionieri ed ha sollecitato uno speciale appoggio nella campagna per la loro liberazione, dopo dieci anni decennio d’ingiusta detenzione. 

 

Hanno partecipato alal riunione le delegate dell'Unione delle Donne Argentine, l’Unione Brasiliana delle Donne, l’Unione delle Donne del Paraguay e l’Unione delle Donne Uruguaiane con i rappresentanti della Segreteria di Genere della Centrale dei Lavoratori Argentini, il Movimento delle Donne “Evita” e l'Istituto Sociale e Politico della Donna, che hanno espresso la loro intenzione di sollecitare l'entrata nella FDIM.