27 maggio '08 -  www.granma.cu (ABN)

 

Una marcia di protesta in Bolivia

contro i politici della Media Luna

 

     

 

DISORDINI A SUCRE, PER L’ONU SONO “ATTI DI RAZZISMO”
 

Misna - “Questi incidenti violenti sono incompatibili con il rispetto dei diritti umani, violano la dignità umana, il diritto all’integrità personale e il divieto di sottoporre una persona ad atti degradanti”: così in una nota l’ufficio dell’Alto commissariato ONU per i diritti umani in Bolivia ha condannato i disordini avvenuti lo scorso fine-settimana nella città meridionale di Sucre, nel dipartimento di Chuquisaca, dove le proteste dell’opposizione contro l’annunciata visita, poi cancellata, del presidente Evo Morales sono degenerate in attacchi a un gruppo di ‘campesinos’ filo-governativi con un bilancio di una cinquantina di feriti. La rappresentanza delle Nazioni Unite “deplora in particolare la matrice di discriminazione razziale riscontrata nei fatti accaduti”. Secondo le ricostruzioni fornite da alcune fonti di stampa boliviane, sabato un gruppo di giovani di Sucre, armati di pietre, bastoni e cartucce di dinamite si è dapprima scontrato con polizia e militari, poi costretti a ritirarsi su disposizione del governo per evitare ulteriori violenze; nelle stesse circostanze almeno 30 contadini affiliati al ‘Movimiento al socialismo’ (Mas, governo) sono stati aggrediti, legati e portati nella piazza principale di Sucre, dove sono poi stati denudati, insultati e costretti a gridare proclami contro Morales e a chiedere “perdono” per le tre vittime degli scontri avvenuti nella stessa località nel novembre scorso dopo l'approvazione della bozza della nuova Costituzione. Marianela Paco, giornalista della radio comunitaria 'Aclo Sucre’, ha denunciato di essere stata aggredita da esponenti del ‘Comité Interinstitucional de Chuquisaca’, che rivendica tra l'altro la ‘restituzione’ dello status di capitale a Sucre, perso un secolo fa durante la guerra civile a beneficio di La Paz. “Mi hanno cosparso il corpo con alcool e ho temuto il peggio. Fortunatamente qualcuno mi ha portato via trascinandomi fino a un’ambulanza della Croce Rossa” ha detto Paco a ‘Radio Erbol’. Morales ha accusato l’ex-presidente conservatore e capo dell’opposizione Jorge Quiroga, due alti esponenti della coalizione di destra ‘Podemos’ - il presidente del Senato Óscar Ortiz e il senatore Tito Hoz de Vila - e il governatore del dipartimento centrale di Cochabamba, Manfred Reyes Villa, di “incitamento alla violenza”.

 

Una marcia di protesta contro i politici conservatori e quelli della detta Media Luna si svolgerà mercoledì 28, organizzata dai membri della Centrale Operaia Boliviana - COB - ha segnalato la ABI, Agenzia boliviana d’informazione.

 

La notizia è stata resa pubblica dal dirigente dell’entità, Pedro Montes.

 

“Abbiamo convocato una grande marcia il 28, che si concentrerà  nel centro di La Paz, per condannare gli imprenditori e i politicanti della Media Luna e per dire loro che non li sopportiamo più, con la loro prepotenza”, ha affermato Montes.

 

“Questa protesta si deve alla stanchezza di lavoratori e delle lavoratrici per l’atteggiamento di questi politici dell’opposizione reazionaria, i prefetti dei dipartimenti  e alcuni mezzi di comunicazione che ingannano i lettori e la popolazione. Chiederemo al governo del presidente Evo Morales che dia rapida soluzione ai temi politici del paese” ha aggiunto il sindacalista.

 

Media Luna, viene chiamata la zona dei dipartimenti Beni, Pando, Tarija e Santa Cruz, dove si concentra il 44% del PIL della Bolivia.

 

I prefetti di questa zona portano avanti un piano separatista, convocando consultazioni illegali per far approvare presunti statuti sull’autonomia.

 

Nel caso di Santa Cruz questo è avvenuto il 4 maggio, con una grande astensione della popolazione e a cui sono seguiti gravi tafferugli soprattutto nella città di Sucre.