11 marzo '08 - www.gramna.cu

 

 

Al popolo della Cina

Fidel ha intitolato così il prologo, in forma di messaggio, dell’edizione cinese di “Cien horas con Fidel”. Questa nuova edizione è la numero 15 di questo importante volume, del quale sono in preparazione altre otto edizioni.

 

 

 

 

L’edizione in cinese di “Cien Horas con Fidel”, rappresenta di per sè un grande tesoro, che la distingue dal resto delle lingue. Fidel ha scritto il prologo in forma di messaggio “per il caro e fraterno popolo della Cina”.

 

José Martí, l’Eroe Nazionale di Cuba, mentre affrontava il dominio coloniale spagnolo circa 120 anni fa, in un suo libro scritto per bambini e adolescenti, parlava di un imperatore cinese che, proclamando la propria vittoria esclamò: “Se non c’è libertà sulla terra, tutto il mondo deve andare  cercarla a cavallo!” La storia di Cuba è testimone della ferma convinzione che i cinesi hanno ben presente il senso dalla libertà, esprime il leader della Rivoluzione cubana in un punto del suo messaggio.

 

Questa edizione nella ricca lingua cinese, come la definisce lo stesso Fidel nel suo prologo, è la numero 15 di questo indispensabile volume nel quale Fidel risponde alle domande del giornalista francese Ignacio Ramonet.

 

Precedentemente sono state pubblicate due edizioni spagnole, tre cubane, le prime in Francia, Portogallo, Brasile, Italia, Turchia, Inghilterra, Stati Uniti, Danimarca e Galizia.

 

Sono in preparazione le prima edizioni in tedesco, ceco, coreano, un’edizione tascabile in inglese, un’altra cubana ma in lingua inglese e altre tre in indi, farsi e cingalese.

 

 

IL TESTO DEL PROLOGO DI FIDEL:

 

 

Mi riempie di soddisfazione pensare che il leggendario popolo cinese di millenaria cultura avrà a disposizione le modeste idee contente in questo libro. Questo si deve alla cortesia dell’Istituto di Studi Latinoamericani e alla Casa Editrice di Scienze Sociali  iscritta all’Accademia di Scienze Sociali della Cina che ha tradotto in questa ricca lingua il volume “Cien horas con Fidel”, nel quale rispondo alle domande del giornalista francese Ignacio Ramonet.

 

José Martí, l’Eroe Nazionale di Cuba, mentre affrontava il dominio coloniale spagnolo circa 120 anni fa, in un suo libro scritto per bambini e adolescenti, parlava di un imperatore cinese che, proclamando la propria vittoria esclamò: “Se non c’è libertà sulla terra, tutto il mondo deve andare  cercarla a cavallo!” La storia di Cuba è testimone della ferma convinzione che i cinesi hanno ben presente il senso dalla libertà.

 

L’eroica partecipazione nella nostra guerra d’indipendenza di molti cittadini cinesi che giunsero a Cuba ingannati dalla colonia spagnola, con contratti promossi dall’Inghilterra che allora, per ragioni mercantili e di competenza voleva sostituire la schiavitù africana con la schiavitù cinese, si somma all’alto concetto che i cubani che diedero il proprio sangue dal 1868, hanno della Cina.

 

Gonzalo de Quesada, amico  fraterno di Martí, lo affermò in una breve e rotonda espressione: “Non c’è stato un cinese cubano disertore, non c’è stato un cinese cubano traditore”.

 

Alla metà del XX secolo le rivoluzioni sociali che avvennero, prima in Cina e più tardi a Cuba, hanno legato fraternamente i nostri due popoli nella stessa trincea di lotta per il socialismo.

 

A soli 86 anni dalla fondazione del suo Partito Comunista e a 57 anni dalla proclamazione della sua Repubblica Popolare, la Cina è divenuta il principale motore dell’economia mondiale.

 

Cuba, a una distante latitudine, ha resistito senza piegarsi per quasi 50 anni alle aggressioni e al ferreo blocco economico imposto dagli Stati Uniti, la più poderosa potenza imperialista che la storia conosce. Se Cuba è stata capace d’organizzare la sua resistenza, questo lo deve non solo al suo patriottismo, ma anche all’ampia solidarietà e all’appoggio che ha ricevuto da altri popoli rivoluzionari del mondo, tra i quali quello della fraterna Repubblica Popolare della Cina.

 

I nostri destini si sono uniti in un mondo in cui la forza  a l’unipolarità le dovremo affrontare con molta sapienza e multipolarità.

 

Con la Cina si può contare nel panorama mondiale del XXI secolo e molti dei grandi problemi dell’umanità non avranno soluzione senza la sua attiva e cardinale partecipazione.

 

Per queste ragioni essenziali concediamo un’eccezionale importanza a questa edizione che permetterà ai lettori e agli studiosi della grande nazione cinese di disporre di un maggior numero d’informazioni sulla storia della nostra regione latinoamericana e sugli avvenimenti di grande ripercussione internazionale che si sviluppano e si manifestano in questo emisfero. 

 

Numerosi e complessi sono i temi toccati nelle domande del giornalista francese, in lunghe conversazioni sostenute tra il 2003 e il 2005, senza pensare allora che le mie risposte avrebbe costituito un libro.

 

Ramonet, attivista e militante del movimento mondiale di lotta  contro la globalizzazione neoliberista, spiega con trasparenza nella sua introduzione quelle cose che dal suo punto di vista d’intellettuale europeo possono essere in disaccordo con noi cubani. Queste segnalazioni appaiono testualmente nell’edizione spagnola e nella prima edizione cubana.

 

Già pubblicate le due edizioni spagnole e la prima cubana in lingua spagnola, che sono state stampate prima che io avessi l’opportunità di rivedere la trascrizione dell’intervista, io mi impegnai a realizzare con lo stesso Ramonet una completa  e minuziosa  revisione dello stesso materiale, parte del quale era registrato o filmato; altro proveniva da brevi note prese rapidamente  a mano in lunghi viaggi aerei o utilizzando altri mezzi di trasporto via terra.

 

Ero immerso in quel obbligatorio e importante compito e nelle altre molteplici attività che implica la nostra lotta, quando mi sono ammalato alla fine di luglio del 2006. Mentre mi assistevano all’ospedale e per varie settimane ho dedicato il mio tempo a rivedere tutte le risposte, paragrafo per paragrafo, con tutti gli episodi segnalati.

 

La seconda edizione cubana è stata pubblicata un mese e alcuni giorni dopo,in occasione del XIV Vertice dei Paesi non Allineati, a L’Avana.

 

Il testo consegnato a Ramonet è aumentato di 80 pagine tra le quali quelle con le lettere scambiate con il primo ministro sovietico Nikita Jruschov durante la Crisi d’Ottobre del 1962 e con il Presidente iracheno Saddam Hussein  dopo l’occupazione del Kuwait nel 1990, oltre alla drammatica  relazione  dei passi fatti da Cuba durante il fallito colpo di stato in Venezuela, nell’aprile del 2002.

 

Nella perenne ricerca d’offrire un’informazione più ampia ed esatta, già convalescente ho dedicato varie settimane alla preparazione della terza edizione, per regalarla a molti amici che il 2 dicembre del 2006 sono venuti  a Cuba per festeggiare il mio 80 compleanno, che era in data 13 agosto dello stesso anno.

 

Al testo sono state incorporate precisioni di stile e contenuto e risposte a nuove domande fatte in particolare da Ramonet  per l’edizione francese del libro.

 

Il lettore cinese potrà apprezzare che alcune delle idee esposte erano in pieno sviluppo quando, durante diversi anni,  mi avevano fatto quelle domande, alle quali ho sempre risposto. Nell’attualità ho molte più informazioni e ho anche il tempo di meditare e approfondire tutti qui temi.

 

È un onore addizionale che la pubblicazione si realizzi in una data vicina al Primo Ottobre, con motivo del 58 anniversario della Proclamazione della Rivoluzione e dell’Indipendenza della Cina, frutto della straordinaria capacità militare e rivoluzionaria i un popolo che ho sempre ammirato per la sua laboriosità, intelligenza ed eroismo.

 

Fidel Castro Ruz

12 settembre del 2007