23 settembre '08 - P.Montesinos www.granma.cubaweb.cu

 

 

Contro il devastante uragano "Blocco"
 

Potente anticlone mondiale

 

 

 

Il  continuo rifiuto  del regime  nord americano  di eliminare

Protestano a Miami contro le restrizioni imposte a Cuba

 

AIN -  I cubani residenti negli Stati Uniti, convocati dall’Alianza Martiana, hanno protestato per le strade di Miami, sabato 20, contro le restrizioni imposte a Cuba dal governo di George W. Bush.

Andrés Gómez, coordinatore nazionale della Brigata Antonio Maceo della Alianza Martiana, ha informato la AIN che dalle prime ore della mattina gli attivisti si sono riuniti vicino al Municipio di Hialeah, per poi percorrere con una carovana di automobili, le strade principali della città.

Il diritto di viaggiare a Cuba assieme alle altre misure stabilite dalla amministrazione Bush, che limitano le relazioni tra le famiglie residenti ai due lati dello stretto della Florida, sono state oggetto di censura a livello mondiale e soprattutto dopo il passaggio degli uragani Gustav ed Ike.

Cuba continua a ratificare la necessità dell’eliminazione del blocco nordamericano economico, commerciale e finanziario, fatto vitale per il recupero dell’Isola danneggiata molto gravemente dai recenti cicloni.

definitivamente il blocco imposto a Cuba da quasi cinque decenni ha generato un potente anticiclone internazionale contro questa aggressiva politica di Washington, in un momento in cui l'isola caraibica sta vivendo una complessa situazione dopo essere stata colpita dai distruttivi uragani Gustav e Ike.

Anche se l'attuale amministrazione della Casa Bianca, negli ultimi giorni, ha sollevato un polverone per cercare di nascondere la sua rancida condotta anticubana, migliaia di voci, in tutto il mondo, si sono nuovamente alzate e con maggiore forza contro la guerra economica, finanziaria e commerciale che gli Stati Uniti fanno a Cuba.


Washington pianificava coprire il suo fallimentare assedio a Cuba proclamando a tutto il mondo che era pronto ad offrire aiuto, con ridicole  cifre in denaro, oltre a mentire su presunte licenze consegnate ad imprese statunitensi  per vendere prodotti agricoli a l'Avana.

 

Per fare ciò il governo del presidente George W.Bush ha lanciato una crociata mediatica, utilizzando i suoi potenti mezzi di propaganda, per cercare di dimostrare che le autorità cubane avevano respinto l'ipocrito e decantato aiuto.

Allo stesso tempo, Washington è rimasta silenziosa, atteggiamento che attualmente mantiene, di fronte alla risposta di Cuba che almeno sospendesse temporaneamente, per sei mesi, il blocco e permettesse acquistare i prodotti necessari per affrontare i gravi danni causati dai cicloni Gustav e Ike.

La campagna di propaganda statunitense, smantellata dal governo cubano, aveva il proposito di cercare di sviare l'attenzione su insistenti richieste della comunità internazionale di porre fine a questa guerra economica.

Questa guerra mediatica è iniziato esattamente un mese prima che nell' Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) sia nuovamente messa ai voti una proposta di risoluzione contro il blocco.

Il prossimo 29 ottobre l'Assemblea Generale dibatterà per la diciassettesima volta questo progetto, che l'anno scorso ha ottenuto il voto favorevole di 184 delle 192 nazioni membri delle Nazioni Unite.

Gli Stati Uniti sono consapevoli del fatto che la loro condotta aggressiva sarà, ancora una volta, condannata in maniera schiacciante. Per questo motivo Bush ha tentato di utilizzare come alleati Gustav e Ike per ingannare, come é solito fare abitualmente, la comunità internazionale.

Nel frattempo, a Cuba siamo impegnati nel recupero e decisi a sconfiggere, con il crescente sostegno della  nazioni del mondo, il blocco, il più lungo e terribile uragano sofferto in tutta la storia della nazione cubana.