05 agosto '08 - G.Molina www.granma.cu

 

 

I viaggi proibiti a Cuba
 Gli imprenditori USA detenuti anche per lo
smarrimento d’una valigia?

 

 


 

"Adesso sembra che potranno arrestarci per lo smarrimento d’una valigia", ha commentato Tessie Aral, vicepresidentessa di ABC Charters, al St. Petersburg Times.

 

La preoccupazione di Aral, forse, sarà scongiurata dall’azione di un giudice Federale di Miami, che ha bloccato la legge statale 1310, approvata dal Governatore della Florida, che impone nuove regole finanziarie ed altre restrizioni alle agenzie di viaggi che operano con Cuba.

 

Il rincaro doveva entrare in vigore dal 1 luglio, ma il magistrato, lo stesso giorno, ha diffidato il governo della Florida, concedendo tempo, per presentare i chiarimenti al ricorso formulato da almeno 16 agenzie di viaggi, contro i nuovi ed elevati pagamenti, richiesti alle imprese che organizzano voli e realizzano spedizioni all’Isola.

 

In un secondo momento, ha rinviato la decisione al 25 settembre.

 

Le nuove restrizioni sono state promosse dal rappresentante repubblicano David Rivera, approvate dalle due camere della Florida ed emanate, il 23 giugno, dal governatore Charlie Crist. La rivista Progresso Semanal di Miami ha scritto che "Rivera è l’uomo di paglia dei fratelli Díaz-Balart che, a loro volta, rappresentano il sistema di controllo della Florida e sono stati, secondo lo stesso Bush, dei buoni consiglieri.

 

Se non fosse per il cordone ombelicale che unisce Miami a Washington DC, Crist, aspirante vicepresidente in ticket con McCain, non l’avrebbe firmata, perché ha già perso troppi consensi".

 

Un sondaggio di Zogby, pubblicato da El Nuevo Herald il 24 giugno, rivela che il 52% degli intervistati ha definito il lavoro di Crist, come governatore, tra cattivo e regolare.

 

Le recenti norme sono state pubblicate ufficialmente nella pagina internet del governo statale, ma le agenzie di viaggi e le imprese che noleggiano aerei non hanno pagato i depositi stabiliti, in attesa della sentenza del giudice.

 

Un volo charter, programmato è potuto partire solo dopo una grande attesa nell’aeroporto, per le adirate proteste degli oltre cento cubani in possesso del biglietto per volare all’Avana.

 

La legge "raddoppia una serie di controlli statali, stabilisce nuovi meccanismi di supervisione ed impone versamenti addizionali che raggiungono i 250mila dollari, che potrebbero essere utilizzati dalle autorità Statali per indagare le compagnie che vendono biglietti aerei e trasportano merci a Cuba".

 

Dovranno pagare anche 2.500 dollari per il registro e dovranno comunicare regolarmente, allo Stato della Florida, il numero di passeggeri che viaggiano a Cuba, riferiscono i quotidiani The Miami Herald e il St. Petersubrg Times.

 

Nessuno dei due ha riferito, però, le forti proteste per il diritto di viaggiare verificatesi nell’aeroporto, che hanno convinto ad autorizzare il volo e la decisione del giudice.

 

Il gruppo di imprese ha presentato, il 30 giugno, al giudice federale Alan Gold, un ricorso contro il governo dello Stato. Nel ricorso si spiega che il governatore Crist, emanando la normativa, si è attribuito funzioni non sue, violando i diritti delle compagnie, che rispondono ad una legislazione federale.

 

"E’ una misura incostituzionale in molti sensi. E’ un attacco agli imprenditori cubano-americani di questa comunità e alla gente che vuole viaggiare a Cuba. La misura ha lo scopo di porre fine ai voli verso l’Isola. Non ha un’utilità pubblica", ha detto Ira J. Kurzban, avvocato delle agenzie di viaggi che richiedono la normalizzazione delle operazioni, durante una conferenza stampa svoltasi presso lo studio legale Kurzban Weinger & Tetzeli di Miami.

 

La conferenza è stata organizzata dalla Commissione Cubanoamericana per i Diritti della Famiglia (CCDF), nata nel 2004 per l’abolizione delle disposizioni adottate dal presidente George W. Bush, su richiesta dei congressisti federali Ileana Ros-Lehtinen e dei fratelli Díaz-Balart.

 

Le misure hanno limitato la frequenza dei viaggi familiari ad uno ogni tre anni ed altre proibizioni che incontrano una crescente avversione.

 

Le agenzie che prenotano voli a Cuba hanno denunciato che le restrizioni potrebbero causare la perdita di centinaia di posti di lavoro ed avere un impatto negativo sull’economia delle famiglie cubano-americane, a causa dell’aumento dei prezzi dei biglietti fino al 15%, senza calcolare le tasse.

 

Il prezzo di un volo a Cuba potrebbe costare 700 dollari. I ricorrenti hanno spiegato anche che migliaia di passeggeri potrebbero rimanere a terra fino alla soluzione del problema.

 

Tessie Aral, vicepresidentessa di ABC Charters, ha commentato che l’unico obiettivo della norma è porre fine al mercato dei voli tra la Florida e Cuba. "Adesso sembra che potremo essere arrestati per la perdita d’una valigia. Ci accusano di fare affari con un paese terrorista, ma non è così".

 

"Non ho dubbi che la legge va contro la riunificazione familiare… Il congressista Riviera ha presentato la norma contro i paesi terroristi per ottenere l’approvazione, ma è chiaro che è una manovra specificata contro Cuba", ha detto Armando García, presidente di Marazul.

 

I proprietari delle agenzie di viaggi hanno riferito che, oltre alle esorbitanti somme di denaro che devono depositare, la legge prevede sanzioni che convertono qualsiasi errore di procedimento in un reato di maggior gravità.

 

Pedro González, proprietario della Cuba Promotions Company di Miami, ha dichiarato al St. Petersburg Times che "non è una legge che distruggerà il comunismo a Cuba (come dicono i suoi autori), ma che piuttosto colpisce le famiglie cubane e le occasioni peri rimanere in contatto. E’ quasi fascista. Crea un effetto contrario, perché in futuro, invece di scegliere società approvate dal Dipartimento del Tesoro, i clienti si rivolgeranno ad agenzie meno sicure di paesi terzi, come il Messico".

 

La legge coinvolge circa 110 agenzie di viaggi della Florida, includendo almeno due compagnie di vendita di biglietti di Tampa. Anche in altri Stati si prevede che la norma avrà ripercussioni, come nelle elezioni in Florida.

 

Proprio le proibizioni ai viaggi a Cuba costituiscono la sfida maggiore degli oppositori al trio di parlamentari che ha motivato Bush ad adottare le restrizioni.

 

Il settimanale Peoples Weekly World, di Chicago, ricorda i legami dei Díaz-Balart e della Ros-Lehtinen con l’ex tiranno Fulgencio Batista e fornisce i risultati di un sondaggio del 18 giugno.

 

Nel collegio di Lincoln Díaz-Balart, il 61% si oppone alle restrizioni. In quello di Mario Díaz-Balart, il 62% si schiera contro.

 

Nel distretto 17, di Broward e Miami-Dade, ci sono sentimenti totalmente differenti dal passato: solo il 17% considera la questione cubana come il tema principale.

 

Nell’articolo, Progresso Semanal aggiunge le indagini ed i controlli statali non si faranno aspettare ed esauriranno i fondi di non poche imprese, portandole alla chiusura con la conseguente paralisi delle visite familiari, già molto limitate a cause delle regolazioni aggiunte nel 2004 da Bush. Il presidente non parla pubblicamente di ciò, perché il ripudio sarebbe nazionale.

 

Il tema va assumendo maggior rilevanza, perché l’Unione delle Libertà Civiche degli Stati Uniti (UCLA la sigla in inglese) ha rilevato lo sconfinamento del Potere statale (della Florida) in materia federale (degli Stati Uniti), la separazione tra lo Stato e il governo federale, come spiegano anche gli imprenditori.

 

Paradossalmente, è un attentato alla libera impresa e all’economia di mercato!